Microsoft Development Evo: la definitiva convergenza degli ambienti

Ambienti di sviluppo MS nella seconda metà degli anni ’90

La seconda metà degli anni ’90 si apre, per il settore DEV di Microsoft, con Visual C++ 4.0 (1995, la versione 3 viene saltata, probabilmente per allineare l’ambiente al numero di release di Windows 95 -4.0- e del futuro NT 4, essendo disegnato proprio per tali sistemi) che porta in dote le nuove MFC 4.0 e segna il progressivo abbandono per le Win32s (le api di Win 3.1x), che avviene definitivamente con la minor release 4.2.

Anche FoxPro si evolve e si trasforma in Visual FoxPro (3.0, 1995), facendo proprio un IDE similare a quello degli altri prodotti di sviluppo Microsoft.  A differenza della maggior parte dei sistemi di gestione di database, Visual FoxPro si presenta come un linguaggio di programmazione completo e dinamico che non richiede l’uso di un ambiente di programmazione supplementare (ad esempio Management Studio per SQL Server), utilizzabile per scrivere applicazioni tradizionali “Fat Client” così come middleware e Web Application. Da notare che con l’arrivo della versione “visual”, scompare il supporto al DOS a UNIX e, progressivamente, a Mac OS.

Il destino di Visual FoxPro è però segnato: infatti Microsoft ha da poco ridisegnato la propria strategia nel settore dei DB con Access ed SQL Server tanto che nel 1996, a solo un anno di distanza dalla prima versione Visual e poco prima della nuova versione 5 (inizio 1997, la 4 viene saltata) presenta il vademecum “Choosing the Appropriate Database Development Tool” [scegliere l’ambiente di sviluppo database appropriato] dove Visual FoxPro viene completamente sminuito, soprattutto a causa delle sue scarse performance e del mancato supporto alla transazioni, relegandolo, di fatto, alle micro applicazioni. In sostanza il big di Redmond consiglia di usare Access per le applicazioni desktop e SQL Server per le applicazioni client/server.

Nel frattempo lo sviluppo di Visual Basic continua senza sosta, visto anche l’incredibile successo che l’ambiente ha riscosso, soprattutto in ambiti semi-professionali. Dopo l’arrivo di Visual Basic for Application (VBA, presentato il 29 giugno del 1993 da Bill Gates  in persona), pensato per realizzare macro per le applicazioni Office (inizialmente solo Excel e Project), si passa rapidamente a Visual Basic 4 (14 novembre del 1994), che permette di creare i propri add-on e introduce nel linguaggio le classi, ma non la programmazione object oriented (manca assolutamente il supporto all’ereditarietà). Si tratta, inoltre, della prima versione a permette la creazione di applicazioni a 32-bit oltre che quelle a 16-bit, grazie agli OCX (32 bit) che vanno ad affiancarsi ai classici VBX (16 bit) delle versioni precedenti. Qualche mese dopo viene rilasciato l’NT Option Pack 4 che porta in dote IIS 3.0,  ASP e VB Script.

Prima dell’uscita di VB4, al Windows World conference di Atlanta GA del 1994, Bill Gates premia Alan Cooper con uno dei sette “Windows Pioneer Awards”, per il grande impatto che VB ha avuto nella diffusione di Windows.

A febbraio del 1997 arriva Visual Basic 5.0 che incorpora, finalmente, un compilatore nativo, un accesso ottimizzato ai dati e il supporto ai famigerati controlli ActiveX oltre a un sensibile miglioramento dell’IDE.

Visual Basic 5 Splash Screen

Ma Microsoft, si sa, è sempre stata attenta ai trend di mercato e il suo settore Dev non poteva di certo non capire l’importanza di Java. Così nel 1996 nasce Visual J++, ovvero un IDE targato Redmond per il linguaggio di SUN, creato, ovviamente, per il sistema operativo Windows ed abbinato alla MSJVM (Microsoft Virtual Machine for Java).

Microsoft Visual J++

La sintassi di Visual J++ rispetta le convenzioni grammaticali previste da Java, ma Microsoft non implementa tutte le funzionalità presenti nella versione SUN (ad esempio, Java Remote Methods Invocation e Java Native Interface), mentre estende il linguaggio con caratteristiche proprietarie come callback e delegate per la gestione degli eventi.

Con il finire del decennio si chiude l’era pre-dotNet. Siamo nel 1998 e Microsoft presenta: Visual Basic 6 , Visual C++ 6 e Visual J++ 6. VB 6 porta in dote una serie impressionante di migliorie: WebClass, Controlli Windowless, un DataDesigner, un Reporting Designer, la possibilità di creare DataSource personalizzati e molto altro. Con la nuova versione arriva anche il supporto allo sviluppo di applicazioni (D)HTML based, il tutto integrato in un IDE decisamente più funzionale e maturo, grazie anche ai numerosissimi feedback degli sviluppatori.

Al contrario, VC6 delude un po’ le aspettative, presentandosi con MFC 6 non all’altezza delle aspettative e un debugger non particolarmente efficiente, soprattutto con una serie di bug in ambiente Windows XP, risolti solo in seguito con la patch denominata “Visual C++ 6.0 Processor Pack”.  Questa versione include, inoltre, una serie di tool identificati come eMbedded Visual C++ (vers. 4) che permettono lo sviluppo per la piattaforma Windows CE.

Embedded Visual C++ 4 (contenuto in VC6)

VJ6 (terza versione dopo la 1.0 e la 1.1) segna la fine dell’avventura Java targata Microsoft, visto che per le differenze sopra citate, SUN decide di citare legalmente il big di Redmond (con cui inizialmente era in accordo per l’implementazione di Visual J++), costringendolo, in sintesi, a ritirare Visual J++.

Visual Basic 6.0

Visual C++ 6.0

 

Visual J++ 6.0

Con le versioni 6 si chiude anche il terzo appuntamento con l’evoluzione degli ambienti di sviluppo del colosso di Redmond. Il prossimo post si aprirà all’insegna dell’Office del mondo degli sviluppatori, ovvero Visual Studio.

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