Il Sistema Elettrico Nazionale – Consumi del Settore Industriale (1a parte)

Dopo avere analizzato per tipologia di macro-utenza i consumi elettrici nazionali, ed avere visto come il consumo industriale risulti preponderante rispetto alle altre voci di consumo, iniziamo quest’oggi a discutere con maggiore dettaglio le voci di consumo di ogni settore, ad eccezione di quello Agricolo (in quale non presenta voci dettagliate della sua ripartizione, oltre che pesare per una frazione irrisoria sul totale), in modo da potere successivamente esaminare quali risultano essere le potenzialità di risparmio energetico ragionevolmente perseguibili e le metodologie per ottenerlo.

RIEPILOGO DEI CONSUMI PER MACRO-SETTORI

Dovendoci addentrare nelle singole voci di consumo di ogni settore, riprendere i tratti generali dell’analisi svolta la scorsa settimana sarà necessario all’inizio di ciascuno dei successivi post.

Sempre facendo riferimento ai dati del 2009, i consumi per i vari settori si ripartiscono grossomodo nel seguente modo:

  • Agricoltura – 5.650 GWh
  • Industria – 130.506 GWh
  • Terziario – 94.835 GWh
  • Domestico – 68.924 GWh
Una rappresentazione grafica di questi consumi, già presentata la scorsa settimana, fornisce un’immagine di maggiore chiarezza della suddivisione in percentuali di questa quantità:

Attraverso il diagramma si individuano le seguenti percentuali:
  • Agricoltura – 2%
  • Industria – 43%
  • Terziario – 32%
  • Domestico – 23%
Riportando per completezza anche i diagrammi relativi all’andamento in termini di consumi di energia e di ripartizione percentuale degli stessi negli ultimi dieci anni si può riprendere l’analisi precedentemente presentata:

(Ripartizione percentuale Consumi Elettrici 2000-2009)

(Andamento Consumi Elettrici 2000-2009)

Dal primo dei due diagrammi si vede chiaramente come in termini percentuali (e sostanzialmente “qualitativi” in quanto dati non normalizzati) l’influenza del settore domestico appare grossomodo costante e non preponderante, mentre a farla da padrona sono i consumi del settore industriale (in forte calo percentuale) e terziario.

Tali variazioni si valutano in maniera più dettagliata con i dati quantitativi del secondo di questi diagrammi, dove si vede chiaramente che tutti i settori (compresa l’agricoltura, anche se con valori assoluti davvero esigui) hanno mostrato un incremento più o meno marcato dei consumi, ad eccezione dell’industria che si è da prima “appiattita” e poi è crollata nell’ultimo periodo esaminato dal grafico, per i motivi ormai evidenti a tutti.

CONSUMI DETTAGLIATI DEL SETTORE INDUSTRIALE

Sempre la scorsa settimana è stata presentata una prima suddivisione per aree dei consumi di ogni settore:
  • Manifatturiera di base (Siderurgica, Chimica, Materiali da Costruzione, Cartaria) – 57.420 GWh
  • Manifatturiera non di base (Alimentare, Tessile) – 55.096 GWh
  • Costruzioni – 1.808 GWh
  • Energia ed acqua – 16.181 GWh
Ognuna di queste aree può venire a sua volta espansa in modo da potere individuare in maniera particolareggiata delle micro aree dei consumi:
Manifatturiera di Base – 57.420 GWh
  • Siderurgica – 15.731 GWh
  • Materiali non Ferrosi – 5.092 GWh
  • Chimica – 14.591 GWh
  • – di cui Fibre – 363 GWh
  • Materiali da Costruzione – 12.631 GWh
  • – Estrazione da cava – 917 GWh
  • – Ceramiche e Vetrarie – 4.648 GWh
  • – Cemento, Calce e Gesso – 4.251 GWh
  • – Laterizi – 798 GWh
  • – Manufatti in Cemento – 655 GWh
  • – Altre Lavorazioni – 1.362 GWh
  • Cartaria – 9.376 GWh
  • – di cui carta e cartotecnica – 7.640 GWh
Manifatturiera non di Base – 55.096 GWh
  • Alimentare – 12.558 GWh
  • Tessile, Abbigliamento e Calzature – 6.197 GWh
  • – Tessile – 4.412 GWh
  • – Vestiario e Abbigliamento – 690 GWh
  • – Pelli e Cuoio – 607 GWh
  • – Calzature – 487 GWh
  • Meccanica – 19.105 GWh
  • – di cui apparecchiature elettriche ed elettroniche – 3.109 GWh
  • Mezzi di Trasporto – 3.630 GWh
  • – di cui mezzi di trasporto terrestri – 2.838 GWh
  • Lavorazione Plastica e Gomma – 8.411 GWh
  • – di cui articoli in materie plastiche – 7.194 GWh
  • Legno e Mobilio – 3.804 GWh
  • Altre manifatturiere – 1.390 GWh
  • Costruzioni – 1.808 GWh
  • Energia ed acqua – 16.181 GWh
  • Estrazione Combustibili – 392 GWh
  • – Raffinerie e Cokerie – 5.979 GWh
  • – Elettricità e gas – 3.528 GWh
  • – Acquedotti – 6.282 GWh
Questo lungo elenco, per certi versi prolisso, rappresenta “tutto” quanto viene prodotto dall’industria in Italia, pertanto da una fonte così dettagliata è possibile individuare con una certa precisione le modalità di intervento per un miglioramento nei consumi a parità di produttività in quanto esistono settore per settore è possibile individuare i consumi elettrici strettamente dipendenti dalla fisica dei processi (e pertanto scarsamente riducibili salvo cambiamenti, se possibili, nei processi impiegati) e quelli legati alle caratteristiche degli impianti e delle ottimizzazioni dei processi.
La suddivisione dei consumi tra Manifatturiero di Base e Manifatturiero non di Base è grossomodo del 50% per parte, pertanto ricordando che il settore industriale da solo rappresenta (sempre al 2009) il 43% dei consumi elettrici nazionali, tale suddivisione porta a circa il 21 – 22% per parte.
Tra i consumi più elevati si individuano, come ampiamente prevedibile, il consumo del settore siderurgico, notoriamente energivoro, e quello del settore chimico, mentre può apparire a prima vista come una sorpresa quello del settore dei materiali da costruzione, ma analizzando il dettaglio delle voci si comprende il perché, infatti oltre i due terzi di tali valore è attribuito ad attività ceramiche e vetrarie oltre che ad attività di produzione di cemento, calce e gesso.
Anche l’industria cartaria, tra le attività manifatturiere di base, presenta consumi elevati, mentre tra le attività manifatturiere non di base i maggiori consumi si individuano nell’industria alimentare (con un valore simile a quello dell’industria siderurgica), nell’industria meccanica, nella lavorazione della plastica e della gomma e nel settore indicato come Energia ed acqua.
Proprio esaminando quest’ultima ingente voce di consumo si vede chiaramente come le raffinerie e cokerie e gli acquedotti rappresentino le voci di consumo più elevate del settore.
Con questi numeri e con le molte considerazioni che sarà possibile sviluppare in attesa del prossimo post (dove verranno proposte ulteriori considerazioni ed analisi sui dati finora esposti), vi rinnovo l’appuntamento alla prossima settimana, sempre su AppuntiDigitali, sempre con la rubrica Energia e Futuro.

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