Il citizen journalism di Current Tv

current tv

Lo scorso giovedi 8 maggio, il premio Nobel Al Gore, ha prsentato a Roma presso il teatro Ambra Jovinelli la sua nuova web tv, Current Tv. Cosa è e come funziona nell’articolo di Fabio per Hardware Upgrade. Qui vorrei invece approfondire un paio di questioni che ritengo siano determinanti per lo stesso successo del progetto:

  1. la maniera in cui sarà favorita – se lo sarà – la qualità dei contenuti
  2. la maniera in cui saranno risolte eventuali, molto probabili, problematiche legali.

Currenti Tv si basa per un 30% su video caricati dagli utenti, i cosiddetti pod. Questi saranno votati dagli utenti, ed i più votati accederanno alla programmazione sul canale 130 di Sky, generando quella commistione tra canali che è la caratteristica più rilevante ed innovativa offerta da Current.

Bisogna notare che fino ad ora, in tv, i programmi più premiati dal pubblico, nella maggior parte dei casi non sono stati quelli “di qualità”. Al contrario, il trash trionfa. Il popolo della Rete si comporterà effettivamente in maniera diversa? Current cosa farà, se farà qualcosa per incentivare e premiare contenuti realmente interessanti e “rivoluzionari”, rispetto alla televisione tradizionale?

Current è uno strumento per il citizen journalism. Le notizie trovate e diffuse dai cittadini. Ipotizziamo ora che un podcaster abbia l’occasione di realizzare uno scoop, scoprendo, solo per fare un esempio, un presunto caso di corruzione. Inserisce la news nel circuito e questa viene votata, passando anche su Sky.

Ovviamente ci saranno reazioni da parte delle parti lese, colpevoli o no che esse siano. Cosa succede? Chi deve far fronte ad eventuali azioni legali, il podcaster o Current Tv?

Al Gore ha chiaramente detto che, in casi come questo, Current e l’utente “sono sulla stessa barca”. È una notizia importante, ma non esaurisce l’argomento.
Gore ha infatti anche detto, che un caso del genere non si è mai verificato in tre anni di programmazione negli USA. Però l’Italia non è negli Stati Uniti, ed è il primo Paese di lingua non anglosassone in cui sbarca Current. Un Paese in cui i processi durano molto, molto di più che oltreoceano, e prima che si risolvano impongono costi economici e sociali che possono cambiare, in negativo, la vita di un comune cittadino.

Questi due argomenti, secondo me, sono prioritari anche rispetto all’altro argomento che in più hanno sollevato, ovvero le possibili interferenze e contraddizioni, insite nel fatto che una web tv che vuole aprire alla condivisione il mondo dell’informazione, si appoggi ad una televisione satellitare a pagamento.

Punti chiave che Current non può trascurare, per eliminare una base di incertezza negli utenti, che altrimenti potrebbero essere frenati.
Il progetto Current Tv è per il resto ambizioso ed affascinante, per questo va fatto il miglior in bocca al lupo a Tommaso Tessarolo e a tutto lo staff.

Markingegno

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