1985: la CPU che doveva “stracciare” il 68000

Come ho ripetuto spesso, sono un grande appassionato della trasmissione televisiva Computer Chronicles, andata in onda fa la metà degli anni ’80 e i primi anni 2000 (oggi disponibile su archive.org).

Come sa chi ne ha visto qualche episodio, la trasmissione si compone di due parti: la prima è propriamente dedicata al contatto con nuovi prodotti e servizi, presentati da rappresentanti delle aziende produttrici, con cui i conduttori (fra cui il grande Gary Kildall) interloquiscono.

La seconda, che dura circa 8 minuti, è dedicata alle news, ed è qui che trovo spessissimo croccanti ispirazioni per qualche pillola di retrocomputing da dare in pasto ai tanti nostalgici che frequentano Appunti Digitali.

La notizia che mi ha incuriosito riguarda stavolta una CPU, annunciata nel 1985, che si presentava come “10 volte più veloce di un 68000” e sembrava avere le carte in regola per segnare un punto di svolta nella storia informatica. Inutile dire che non se n’è mai più sentito parlare.

Si tratta del NOVIX NC4016, a 16 bit, ottimizzato per l’esecuzione delle primitive del linguaggio Forth. Non essendo in grado di valutare tecnicamente l’architettura, mi sono prontamente rivolto al nostro esperto in materia, Cesare Di Mauro, segnalandogli lo strano ritrovato.

La risposta di Cesare non si è fatta attendere, e ha puntualmente spiegato i motivi del flop di questa CPU, annunciata sul mercato con toni tanto ambiziosi. Sveliamo dunque il “giallo”:

Si tratta di una soluzione realizzata ad hoc per il linguaggio Forth, che non ha avuto molto successo (è un linguaggio di livello medio-basso che all’epoca faceva concorrenza a C e ad assembly). Di conseguenza questa CPU ha seguito le sorti del linguaggio…

Sulla velocità di esecuzione, beh, ci starei attento. Sarà stato sicuramente 10 volte più veloce del 68000 nell’eseguire… programmi Forth. :) E per gli altri? Ho i miei forti dubbi che fosse altrettanto veloce. ;)

Tra l’altro è una CPU a 16 bit, e con uno spazio di memoria a 16 bit (quindi massimo 64KB di memoria gestibili). Estenderla a 32 bit non sarebbe stato affatto semplice.

Diciamo che è una sorta di microcontroller estremamente semplice come tipologia di prodotto, e questi non competono nel mercato dei desktop, ma si ritagliano, quando va bene, una piccola nicchia di mercato.

Si tratta dunque della classica “scommessa sul cavallo sbagliato”, un errore comune in mezzo a quello sciame di prodotti desaparecidos più o meno illustri, che costellano la storia dell’informatica.

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