Entri a Londra con il SUV? Paga 35 euro di pedaggio!

210px-kenlivingstone.JPGKen Livingstone, il sindaco di Londra che per salvare il pianeta non tira l’acqua dopo aver fatto pipì , ha recentemente proposto una supertassa per i SUV che intendono entrare nel centro cittadino.

Mentre a Milano si fa fatica a dare piena attuazione all’Ecopass, la versione annacquata della congestion charge londinese, il sindaco di Londra si dice convinto che è necessario triplicare l’attuale tariffa per chi entra in centro con un SUV.

Livingstone si è detto favorevole all’uso di jeep e SUV in campagna e in zone dissestate, ma non ritiene per niente necessario circolare nel centro della metropoli con le ingombranti (ed inquinanti) SUV di ultima generazione.

L’idea è quindi di portare la tassa di ingresso a ben 25 sterline (quasi 35 euro) per chi si ostinasse ad entrare nel centro con automobili così ingombranti, peraltro molto scomode e poco adatte a circolare nei piccoli vicoli e stradine di cui Londra è piena.

Io accolgo positivamente la proposta di Livingstone, che non va letta come una punizione contro chi ha SUV, bensì come un incentivo a tenere comportamenti virtuosi per il pianeta che ci ospita. Un po’ come accade per le sigarette, insomma: meglio alzarne il prezzo così da disincentivarne il consumo. Così come un pacchetto a 10 euro dissuade più delle foto di polmoni divorati dal cancro , così 25 sterline di pedaggio possono convincere più del bellissimo (e tristissimo) documentario di Al Gore.

Quella dei SUV è una moda che proviene dagli Stati Uniti, paese notoriamente più grande e ricco di spazi rispetto alle anguste città europee fatte di viottoli e centri storici pensati, al massimo, per far passare qualche carrozza.

Importare qui questa moda non solo provoca danni all’ambiente del tutto evitabili (che senso ha guidare 200 cavalli di SUV per andare in ufficio?), ma provoca problemi notevoli anche al traffico e alla circolazione, intasata da grossi veicoli difficili da manovrare e parcheggiare.

Per quanto sia un estimatore degli USA, questa volta la teoria del “big is better” fa acqua da tutte le parti. Ci stiamo giocando il pianeta e se per far capire alla gente di darsi da fare, ciascuno nel proprio piccolo, serve una tassa, ben venga questa tassa.

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