Pang!: far scoppiare palloncini non è mai stato così divertente

Ad ogni generazione di console l’”asticella” che rappresenta il limite raggiunto finora dal software e dall’hardware viene alzata.
La maggior potenza computazionale consente agli sviluppatori di dare vita a giochi sempre più complessi dal punto di vista tecnico, con una grafica ed una fisica le quali cercano di approssimare il mondo reale.
Eppure, tutto sommato è ancora il game-concept a fare da ago della bilancia, a stabilire se possa essere o meno un successo tra il pubblico di potenziali acquirenti.
Ed è per questo che, nella storia, ci sono stati titoli dalla meccanica estremamente così semplici ma dannatamente accattivanti; così accattivanti da catturare il cuore degli appassionati e diventare assoluti top-seller.

Uno dei casi più eclatanti da citare è senz’altro Tetris, la creazione russa senza tempo, legata indissolubilmente al trionfo del Game Boy, scimmiottata qualche anno dopo da Columns e dal Game Gear.
Sul fronte orientale, come dimenticare Gals’ Panic (quel gioco in cui l’utente dove cercare di far apparire la donnina in abiti discinti), che univa la vena “puzzle” con la tradizione hentai.
Bene, oggi parleremo di Pang!.
Il nome potrà sul momento non dirvi granché, ma questa immagine sono sicuro risveglierà la vostra memoria.

Ve lo ricordate ora? Vi ricordate i ragazzini armati di cappellino ed arpione il cui obiettivo era quello di far scoppiare le bolle presenti sullo schermo?
Ho parlato al plurale perché il team della Mitchell Corporation, software house sviluppatrice e publisher del gioco, aveva dato la possibilità di utilizzare due personaggi contemporaneamente, in pieno stile coin-op.
La prima versione, rigorosamente arcade è datata 1989 mentre i porting, opera di Ocean Software altrettanto di successo su Amiga, Amstrad, Atari ST e Commodore 64 compiranno proprio quest’anno il loro primo ventennale.
Seppur si trattasse di un titolo piuttosto semplice a prima vista, garantiva una longevità notevole da una parte con la strutturazione dei livelli, dall’altra con gli ostacoli e meccanismi di power up tipici della tipologia platform.
L’obiettivo era quello di fare piazza pulita delle sfere ospitate all’interno dello stage; sparando loro si dividevano fino ad arrivare all’unità indivisibile e quindi “scoppiabile” dai nostri personaggi.

Gli stage erano così costruiti: sedici Paesi ospitavano a loro volta diciassette aree geografiche, scelte tra le sette meraviglie del mondo ed altri luoghi famosi per il loro fascino sui turisti (ed in effetti l’abbigliamento dei protagonisti riporta alla mente proprio il tipico vestiario da turista giramondo), tra cui le piramidi di Giza, New York e la Statua della Libertà, Atene con il Partenone o il Monte Fuji in Giappone.
L’area viene contraddistinta da un’immagine, tipo cartolina, nel background che ricorda proprio questi luoghi. Ogni area poi può avere tre schemi i quali seguono lo scorrere del tempo quotidiano, il giorno assolato tipico delle ore diurne, il tramonto ed infine la notte.
Le tre tipologie moltiplicate per le aree disponibili vanno a comporre il totale di cinquanta livelli presenti nel gioco.
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, come anticipato in precedenza, i protagonisti di Pang non dispongono soltanto dell’arpione, arma default, ma anche la pistola (più simile a un uzi a dire il vero) o la dinamite, ciascuna con pro e contro ed adatta a seconda della situazione. Ad esempio la rivoltella se risulta la più indicata all’inizio quando le bolle molto grandi  vagano lente nello schermo, è la più scomoda se si tratta di distruggere le bolle microscopiche capaci di infilarsi negli anfratti dello schermo e rimanere a molto basse rispetto al terreno.
Non vanno dimenticati poi i power up, dalla possibilità di fermare lo schermo per qualche secondo e quindi fare piazza pulita senza rischiare di essere colpiti (la collisione con una bolla determina la perdita di una vita) o il classico meccanismo di difesa dato da una barriera che circonda il nostro protagonista.

Dopo il successo nelle sale giochi tra l’home computing e nelle console casalinghe di terza generazione, innumerevoli sequel si contano anche successivamente, tra i quali spicca Super Pang ospitato manco a dirlo sul Super Nintendo.

A testimonianza della verve senza tempo di questo titolo, va segnalata la presenza su Virtua Console, il servizio disponibile sul Nintendo Wii e da non molto anche nell’iTunes Store, facendo felici i possessori dell’iPhone.


D’altra parte quando i giochi divertono, non sentono il passare degli anni.

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