Battletoads: il grido di battaglia delle rane guerriere

Ciascuno di noi ha uno o più titoli nel cuore. Piacevoli ricordi di infanzia, un regalo di una persona speciale, possono esserci mille motivi. Battletoads è uno di questi, almeno per il sottoscritto.
Me l’ha ricordato proprio ieri dal nulla il mio fratellino, mio abituale compagno di giochi, con un link sulla bacheca di Facebook.

Bolliva in pentola da un po’ ma tra un capolavoro e l’altro si fa fatica a scegliere, sapete com’è. Iniziamo quindi? Spero che la scelta non vi dispiaccia.

Facciamo un salto nel passato, verso la fine degli anni ’80. Il fenomeno delle tartarughe ninja aveva contagiato l’Occidente tanto quanto l’Oriente, dando un assaggio al mondo ed all’industria dell’entertainment di quel che potessero diventare dei personaggi costruiti sull’antropomorfizzazione di animali a noi familiari.
Più avanti scopriremo che non è l’unico punto in comune con le TMNT.
Nintendo decise di proseguire su questa direzione affidando il progetto alla Rare, instaurando un rapporto fruttuoso che sfocierà nel 1994 in un contratto d’esclusiva.
Se il nome della software house britannica, nata nel 1982, non vi dice niente, forse Killer Instinct vi tornerà un po’ più familiare.

I protagonisti di questo titolo, originariamente pensato per il NES, sono tre rane guerriere, Pimple, Rash e Zitz, munite di borchie ed una sana dose di cattiveria.
La trama non offre grossi spunti o interpretazioni ma semplicemente l’incipit di una storia che il giocatore dovrà cercare di interpretare al meglio: Pimple, insieme alla Principessa Angelica si trovavano nel più classici del “nel posto sbagliato al momento sbagliato”.
Rapiti dalla Regina Oscura dovranno attendere l’arrivo degli altri due compagni di avventura per essere liberati. Ed è qui che entrate in gioco voi.

Sul piano tecnico il gioco si presenta come un interessante mix di generi: basato sullo stile dei beat’em up a scorrimento orizzontale gli sviluppatori non hanno lesinato nell’inserire elementi tipici dei platform (come gli stage ad ostacoli) e dei moderni action-game.
Dal punto di vista grafico Battletoads decisamente uno dei punti più alti raggiunti dal Nintendo Entertainment System. Nonostante di primo acchito, rispetto alle TMNT, i colori appaiano più cupi e “slavati”, la scelta fu dettata dalle linee guida di sviluppo Rare.
Le atmosfere tetre, la presenza del nero si contrapponevano consapevolmente alle allegre tartarughe ninja.

Le rane guerriere sono antieroi, senza scrupoli pur di eliminare gli ostacoli che si frappongono fra loro e l’obiettivo finale; fanno uso di armi trovate durante il loro cammino (a volte pezzi dei nemici usati come bastoni), mosse finali devastanti quali pugni o calci giganti che riempiono buona parte dello schermo.
Anche la colonna sonora, frenetica e quasi snervante negli schemi di corsa rispecchia decisamente l’imprinting dato al titolo.
Tutto questo fu possibile, nel 1991, riempiendo la cartuccia per ben 2 Mbit di dati, uno dei massimi storici NES.

Si sarebbe raggiunta forse la perfezione se il livello di difficoltà fosse stato un po’ più bilanciato.
Il gameplay arricchito dalla possibilità di giocare contemporaneamente (a differenza del primo episodio delle Teenage Mutant Ninja Turtles) risultava però decisamente frustrante in alcuni livelli dove il minimo errore poteva risultare fatale; un esempio per tutti era rappresentato dal Wind Tunnel.
Personalmente non sono mai riuscito ad andare oltre il nono stage, chiamato Terra Tubes. Eppure non credo di essere esattamente definito di “primo pelo”, anzi di titoli mai completati ne ricordo piuttosto pochi.
Senza contare l’infelice decisione di non disabilitare l’opzione “fuoco amico”, utile nell’ evitare di togliere energia al proprio compagno con qualche colpo partito per sbaglio.

Nonostante però qualche pecca di gioventù, il gioco ricevette critiche assolutamente positive dalla stampa ed un buon riscontro commerciale tanto dare il là non solo a porting su buona parte delle piattaforme dell’epoca, a cominciare dal Mega Drive, passando per l’Amiga, Game Boy e Game Gear ma anche un fumetto ed una serie TV.
Proprio come le verdi tartarughe ninja.

Questo fu in realtà solo il primo episodio di una franchise di successo e tutt’oggi sognata sulle console di ultima generazione dai fan dell’epoca .
Verremo prima o poi accontentati? Nel dubbio, se non l’avete mai provato, dovete assolutamente dare una chance a Battletoads, punta di diamante del Nintendo ad 8 bit.

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