La rete isola l’individuo?

Qualche giorno fa riflettevo su alcune ripercussioni che la diffusione massiccia della grande rete ha portato nella vita di tutti i giorni ed in particolare su una sorta di “tendenza all’isolamento” che nasce da alcuni meccanismi comportamentali che forse inconsapevolmente si stanno diffondendo tra il pubblico più o meno vasto.

loneliness

Non voglio inutilmente demonizzare social network e simili, lascio il compito a tutta quella stampa generalista che ben poco ne sa di queste cose ma che comunque si sente sempre in diritto di poter salire in cattedra per puntare il dito contro le streghe del terzo millennio.

Pensavo più alla diffusione di svariati servizi online che permettono di espletare tutta una serie di commissioni direttamente da casa, siano esse per necessità o per pura voluttà.

Insomma, ormai si può comprare praticamente tutto tramite Internet e anche sul suolo Italiano alcuni supermercati di generi alimentari hanno attivato un servizio di consegna della spesa a domicilio. La burocrazia, seppur con estenuante lentezza, sta pian piano trasferendosi nel mondo telematico (ad esempio ormai da qualche anno pago il bollo dell’auto tramite il portale ACI).

Viaggi e soggiorni di ogni genere sono organizzabili tranquillamente online. Il gaming online è da diverso tempo arrivato anche su console, mandando in soffita i tempi in cui si andava dall’amico portandosi appresso il joypad per trascorrere insieme un pomeriggio di videogiocate. I biglietti del cinema si prenotano tramite Internet, scegliendo addirittura il posto preferito. Anche lo skipass di alcuni blasonati comprensori sciistici sono acquistabili sulla rete.

Generalmente si tratta di indubbie comodità e, per chi è accidioso come il sottoscritto, sono comodità “impagabili”. Il rovescio della medaglia è però l’annichilimento di un certo tipo di rapporto e interazione umana di cui tutti gli episodi citati sopra sono intrisi quando condotti in maniera “tradizionale”.

Qualcuno dice che l’homo sapiens sia un animale sociale; l'”homo tecnologicus” tenderà ad esserlo sempre meno?

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