Quando i regali erano radioattivi

Cattura Mentre cercavo un argomento per il post di questa settimana mi sono imbattuta in un originale e curioso articolo del mensile Scientific American, che, come quasi tutte le testate in questo periodo dell’anno, si diletta a suggerire regali di Natale ai lettori con poca fantasia.

Ma questa volta l’articolo si è rivelato molto interessante perché, invece di suggerire i gadget di ultima generazione più alla moda ha fatto un passo indietro, e ha suggerito i 7 prodotti più desiderati degli anni ’50.

Fa certamente riflettere come, soprattutto negli Stati Uniti, la gente fosse affascinata dalla radiazione ionizzante, una scoperta scientifica resa celebre dalle tragiche applicazioni di quegli anni, senza pensare troppo ai danni che un’esposizione eccessiva ha causato in Giappone alla fine della Seconda Guerra Mondiale e nei loro stessi territori, durante i vari test che sono stati fatti.

Eppure ci si era fatti l’idea che una moderata dose di esposizione al Radon e ad altri elementi radioattivi potesse addirittura essere tonico e salutare per l’uomo. Nell’ articolo si sottolinea come le dosi di esposizione fossero così basse da non rivelarsi dannose per gli sprovveduti utenti di questi gadget modaioli, ma per quanto mi riguarda penso che eviterei volentieri di correre il rischio.

Sono rimasta molto sorpresa quando, lavorando per un museo della scienza qui in Italia, abbiamo dovuto togliere le lancette da una vecchia sveglia fluorescente degli anni ’50, poiché altrimenti avrebbe superato la soglia di radioattività consentita dalla legge in un luogo pubblico…. Sapere che qualcuno dormiva con tale quantità di Radio a pochi centimentri dalla testa non è rassicurante, come viene spiegato dal libro “The deadly Glow” .

Per sapere quali erano i gadget più desiderati dei primi anni ‘ 50 consiglio di sfogliare la galleria di Scientific American, ma devo dire che alcuni di questi giocattoli farebbero gola ancora oggi. Per esempio il kit Gilbert U-238 Atomic Energy Lab, che permette di misurare la radioattività di alcuni campioncini di ioni pesanti fa impallidire i microscopi e i telescopi giocattolo dei bambini di oggi….

La maggior parte di questi articoli però sono stati eliminati dal commercio molto velocemente, spesso a causa delle tragedie che hanno causato, come la morte di Eben Byers alla prematura età di 51 anni, per aver seguito il consiglio del suo medico di curare una ferita al braccio con un liquido chiamato “Radithor”, pieno zeppo di Radon disciolto.

Anche il Radiendocrinator, una tavoletta radioattiva da mettere vicino alle parti intime maschili per aumentare le prestazioni sessuali, non credo avrebbe molto successo al giorno d’oggi…

Ma questo fenomeno non è da considerarsi confinato agli Stati Uniti. Da piccola mi affascinavano i racconti di mia nonna e mia mamma, che ricordavano come fosse desiderata l’ acqua minerale radioattiva anche qui in Italia, come potete vedere nella locandina qui sopra. Per non parlare dell’ uso della parola “radioattivo” o “atomico” con accezione non solo positiva, ma soprattutto di tecnologia moderna e utilissima.

Per esempio, almeno nella zona del Friuli Venezia Giulia, l’ancor utilizzata pentola a pressione o pentola di papin si chiamava “pentola atomica”, forse a causa dell’alta temperatura che viene raggiunta all’interno, o del forte fischio che viene emesso dalla valvola di sfogo.

Si pensava infatti che la radiazione alfa (per chi fosse nuovo della mia rubrica consiglio di “ripassare” le radiazioni ionizzanti in questo post) avesse grandi proprietà benefiche per il corpo umano, come lo stimolo delle prestazioni sessuali, capacità vasodilatatrici e rilassanti, e chi più ne ha più ne metta.

La cosa che però mi ha lasciata maggiormente perplessa è che queste credenze sembrano perpetrarsi fino ai giorni nostri. Facendo delle ricerche per scrivere questo post ho trovato che alcuni siti sponsorizzano ancora le acque radioattive in zone termali, sostenendo che l’energia ceduta ai tessuti da parte della radiazione ionizzante sia in effetti positiva per il corpo umano e che il Radon, avendo una vita media di soli 3 giorni e mezzo, non può essere pericoloso per l’uomo.

Dimenticano di dire che, sebbene il Radon in sè sia un gas inerte e innocuo, decade presto in Polonio e Piombo, che sono invece molto pericolosi per l’uomo. Respirare e ingerire Radon è estremamente pericoloso e rappresenta una delle principali cause di tumore ai polmoni.

Purtroppo il Radon è estremamente diffuso, poiché è presente in quantità in molti materiali di costruzione e in molti terreni naturali, ma è anche molto facile difendersi. Proprio a causa della sua natura gassosa e della breve vita media di decadimento, è sufficiente arieggiare i locali dove si sospetta possa esserci del Radon (per esempio materiali di costruzione porosi o scantinati con pavimentazione non schermante) una volta ogni due/tre giorni, per scongiurare ogni rischio.

Senza causare allarmismi, io sconsiglio di lasciarsi affascinare da presunte proprietà del Radon presente in acque termali o minerali poiché, anche se la legislazione permette la vendita di tali prodotti (al giorno d’oggi la legislazione europea in tali campi è estremamente restrittiva, e quella italiana è ancora più conservatrice di quella europea) vuol dire che le dosi in gioco sono al di sotto dei limiti considerati pericolosi, penso che se sono così bassi, sono del tutto ininfluenti per il corpo umano, quindi non sono di certo benefici.

Insomma, spero che quest’anno, per i regali di Natale, abbiate optato per un bel maglione o un più modaiolo lettore mp3!

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