Wimax e digital divide

Più volte annunciato negli ultimi mesi, dovrebbe finalmente essere arrivato il momento del bando per l’assegnazione delle frequenze per il Wimax [Worldwide Interoperability for Microwave Access].

Da Wikipedia:

Wimax è una tecnologia che consente l’accesso a reti di telecomunicazioni a banda larga e senza fili (BWA – Broadband Wireless Access)

Il Wimax ha la capacità di coprire aree fino a circa 50 km di raggio, ad una velocità di connessione di 70 Mbit/s. Purtroppo non è tutto così bello, perché difficilmente questa tecnologia radio è in grado di fare entrambe le cose contemporaneamente; bisogna tenere presente anche che la capacità di banda dovrà essere ripartita tra tutte le connessioni attive, ed inoltre in aree urbane, i molti ostacoli presenti ridurrebbero sensibilmente raggio d’azione e disponibilità di banda.

senza cavi

Perché nonostante questo il Wimax è tanto atteso e potrebbe essere estremamente importante per il superamento, o quantomeno la riduzione del digital divide?

E’ presto detto, il Wimax può sopperire alla mancanza di connessione ad internet a banda larga, soprattutto nelle aree rurali e per i circa 5.800 comuni con meno di 5.000 abitanti sparsi soprattutto nell’arco Appenninico e tra le Alpi.
Tutte queste aree, dove sono presenti imprese, famiglie, associazioni, sono vittime del “fossato tecnologico“, ovvero quel divario che separa le zone, che si avvantaggiano di connessioni ad alta velocità alla Rete, e quelle aree in cui tali infrastrutture non sono disponibili. Queste aree fanno comunque parte del macrosistema Italia, e non possono essere abbandonate, nell’interesse di tutti.

Chi si aggiudicherà le frequenze per la gestione del Wimax sul territorio?

Le frequenze saranno assegnate sulla base di un’asta al rialzo, da qui il timore che alla fine la spuntino i soliti noti, le grandi società di telecomunicazioni, limitando i possibili benefici derivanti dalla concorrenza.
Proprio per questa ragione un gruppo di società avrebbe impugnato il regolamento emanato dall’AgCom per l’assegnazione delle frequenze, rilevando alcuni “profili di illegittimità“.

Con ogni probabilità dunque siamo alla vigilia di un ulteriore rinvio del tanto atteso bando, staremo a vedere, l’importante sarebbe che il caro prezzo di un ulteriore ritardo che grava anche sull’economia della nazione, sia alla fine ripagato da una equa distribuzione delle risorse, a tutto vantaggio degli utenti, come dovrebbe essere in un mercato realmente libero e aperto alla competizione.

Markingegno

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