PC WORLD elegge Windows Vista “delusione dell’anno”

 

windows vista sotto accusaNon c’è fine all’odissea di Windows Vista in mezzo al mare del dissenso. Ora ci si mette anche PC World che, dall’alto della sua autorevolezza, bolla Vista come la più grossa delusione del 2007. Nel commentare la decisione non ci vanno certo leggeri: “5 anni per svilupparlo: è questo il meglio che la Microsoft sa fare?”. Dopo un’apertura l’autore dell’articolo spiega che in effetti l’interfaccia Aero ha qualcosa in più e fa piacere avere a disposizione qualche strumento in più per la sicurezza, compreso il parental control. Fa  piacere anche la rinnovata gestione delle connessioni wireless, ma poi?

Vista doveva essere rivoluzionario, comprendendo nuove soluzioni all’avanguardia, come WinFS, ma dopo anni di ritardo, viene presentato un sistema operativo pressoché identico al precedente nell’utilizzo, che impone agli utenti alcuni strumenti che vanno a dare man forte ai DRM, e con richieste hardware considerevolmente superiori a Windows XP.

Se non bastasse i primi test effettuati sul Service Pack 3 per XP dimostrano un incremento di prestazioni del 10% rispetto al SP2, aumentando il già notevole gap prestazionale tra i due sistemi.

Pc World non si è espresso con mezzi termini insomma, ma sembra che i fatti gli diano ragione. A quasi un anno dalla presentazione ormai, il mondo non sembra essersi abituato a questo sistema operativo e continua a rifiutarlo. Le vendite sono lente e gli utenti chiedono a gran voce il prolungamento della vita di Windows XP e, ora con non mai, l’unbundling del sistema operativo dai PC. Le aziende stanno timidamente iniziando a considerare la migrazione verso Linux nell’ambito desktop, come dimostra un nuovo interesse per la piattaforma open source da parte dei magazine del settore.
Microsoft fin dal lancio ha sempre minimizzato, spiegando che in fondo nemmeno Windows Xp, a suo tempo, ebbe una partenza fulminante, ma poi venne adottato in massa.

Chi ha un po’ più di memoria probabilmente oggi può notare alcune similitudini tra le critiche che attanagliano Vista e quelle ai tempi del lancio di XP. Le lamentele più pesanti, si riferiscono al prezzo (XP costava il doppio di Windows 98 e molto più di Windows 2000), ad una maggiore pesantezza che non corrisponde ad un aumento consistente della funzionalità e dell’immediatezza di utilizzo e, infine, all’inserimento di guide e avvisi ulteriori che fanno perdere tempo agli utenti che hanno una certa dimestichezza.

Dopo queste considerazioni sembrerebbe una storia che si ripete e che non deve preoccupare la compagnia di Redmond, ma purtroppo per Microsoft non è così. Perché tanto per cominciare XP a suo tempo almeno rappresentava un enorme passo in avanti da un punto di vista della stabilità del sistema operativo (chi migrava da Windows 98 non riusciva a credere che si potesse tenere acceso un PC per un giorno intero senza riavviare), quindi un reale vantaggio rispetto ai suoi predecessori lo aveva: Vista non può vantare la stessa cosa.
Sono cambiati poi i tempi, e con loro la concorrenza. Linux attira sempre più capitali e sta raggiungendo la massa critica dal punto di vista degli investimenti e la semplicità di utilizzo di questo sistema operativo (ormai quasi paragonabile alla concorrenza) supera nuovi traguardi ogni giorno.
MacOS in questi anni si è evoluto, e non poco, mostrandosi sempre innovativo e attirando l’ammirazione e l’invidia di tanti utenti Windows sia dal punto di vista prestazionale, che dell’esperienza di utilizzo offerta.

Vorrei poi spingermi oltre, e cercare di capire quali sono i motivi di questa… chiamiamola crisi di ispirazione da parte degli sviluppatori di Windows.
Microsoft, in tutta la sua storia non è mai stata molto innovativa, e questo lo sappiamo, ma è sempre stata sottovalutata la capacità di quest’azienda di riuscire a mettere insieme efficacemente in un unico prodotto le conquiste dell’evoluzione informatica, e sempre nel segno della continuità per non spiazzare i propri clienti. Continuità che a volte è mancata alla concorrenza, costringendo l’utenza a maggiori sforzi di adattamento: ricordate la migrazione da MacOS 9 a MacOS X?
Ora però Windows fatica ad evolversi, mentre la concorrenza è sempre più scatenata: per quale motivo?

Non so a voi, ma a me balza subito in mente quella che è la principale differenza tra il modo di sviluppare software da parte di Microsoft rispetto agli altri: l’uso esclusivo di codice proprietario, contro l’open source dei rivali.

Sviluppare un sistema operativo moderno è una lavoro a dir poco faraonico. Tecnologie sempre più innovative, complessità crescente dell’hardware, e l’esigenza degli utenti di avere già pronto e funzionante un nutrito parco software di qualità, adatto ad ogni bisogno, hanno fatto crescere il numero di righe di codice necessarie per lo sviluppo, più che esponenzialmente negli anni.
Le compagnie che investono su Linux, potendo contare sulla filosofia open source, riescono a sviluppare distribuzioni di qualità, con bassissimi budget, ridistribuite poi gratuitamente o con contratti di assistenza vantaggiosi.
OS X utilizza un kernel open source basato su freeBSD, questo consente alla società di alleggerire i costi di sviluppo e di concentrarsi con maggior impegno ed efficacia in altri componenti del sistema operativo.
Micorsoft, non solo fin’ora non ha mai considerato tale possibilità sviluppando software in proprio o al limite acquistando componenti da inserire nei propri software da società terze, con costi di sviluppo sensibilmente più alti, ma anche volendo cambiare direzione in tal senso, non potrebbe abbracciare l’open source a cuor leggero, non dopo le proprie aspre campagne planetarie contro il software libero e l’open source.

Da qualche tempo però non volano più insulti e ogni tanto Microsoft, cercando di non dare troppo nell’occhio, mette gli occhi su soluzioni aperte. Che si stiano preparandosi ad una lenta ma inesorabile svolta?

Press ESC to close