Project Eve: una console eclettica molto fumo e poco arrosto

Una delle macroscopiche differenze dell’industry pre e post-Millennium Bug è la composizione dei principali vendor impegnati nel mondo dei videogiochi.

Abbiamo già evidenziato qualche spia importante negli appuntamenti precedenti e mano a mano che ci avvicineremo ai giorni nostri, capiremo il come ed i perché nomi importanti del settore decisero di passare la mano e ritirarsi dalla competizione hardware.

Alcuni, come Atari e Sega travolti dal peso dei fallimenti delle piattaforme di punta o progetti sostanzialmente mai nati (Mirai, Neptune e via discorrendo), scelsero di ripiegare solo sul business software; altri, come Panasonic, meteore cariche di speranze e di potenziale innovazione nel mercato delle console, tornarono ad occuparsi di ciò che sapevano fare e vendere al meglio (elettronica di consumo audio/video).
Ciononostante, ogni tanto qualche nome nuovo tenta di affacciarsi sulla scena.
Oggi è il turno di Eve.
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Il settore video ludico legato al mondo dell’entertainment è diventato un business enorme. Solo negli Stati Uniti nel 2007 si calcolava un giro d’affari prossimo ai 20 miliardi, sottolineo miliardi, di dollari.

La crescita dei potenziali guadagni per le hardware/software house è corrisposto però ad un aumento esponenziale dei costi da sostenere, tant’è che il budget stanziato per lo sviluppo di un videogioco non si discosta di molto dalle cifre dell’industria cinematografica.

Questo ha comportato da una parte la scomparsa di molti piccoli devteam in favore delle big company come Ubisoft, EA, Vivendi, dall’altra il consolidamento, per quanto riguarda le console, di storici produttori (Nintendo e Sony) con l’ingresso di uno dei pochi nomi in grado di sostenere gli enormi investimenti iniziali: Microsoft.

La crescente convergenza delle architetture utilizzate dalle console e dai personal computer ha permesso però ad alcuni intraprendenti e coraggiosi visionari di elaborare progetti più o meno interessanti, dedicati a coprire soprattutto quelle nicchie di inguaribili smanettoni in giro per il mondo.

Emblematica è la storia della coreana GamePark e dei progetti GP32 e GP2X, imperniati sull’Open Source e focalizzati in particolar modo verso gli amanti dell’emulazione “tascabile”.

La disponibilità di pacchetti software, Linux in particolare, modificabili ad hoc ha invogliato aziende terze ad entrare in questa sorta di business parallelo.

Due giovani californiani, Andrew Hung e Nikki Justis , laureati al MIT, sorti alle cronache mondane per aver violato il codice di protezione della Playstation, decisero di buttarsi.

Dopo aver fondato una start-up chiamata Ministry of Mobile Affairs, si presentarono all’E3 2004 con un progetto affascinante ma oltremodo ambizioso.
L’idea era quella di sviluppare un nuovo dispositivo portatile che andasse oltre i concetti di console proposti dalla PSP e dal DS e ancora più versatile del Nokia N-Gage stesso.

Il cuore infatti era la versione embedded di Windows XP, in grado, in teoria, di garantire una flessibilità d’utilizzo molto vicina a quella di un personal computer, compatibilmente con le prestazioni hardware per l’epoca comunque di tutto rispetto:

  • CPU: Via Eden-N con clock a 533 Mhz
  • RAM: 128 MB DDR e 166 MB SDRAM
  • Video: Schermo LCD da 4″ con risoluzione 640*480 px gestito dalla GPU integrata S3 Unichrome a 128 bit, in grado di decodificare flussi MPEG2/4 e supporto alle DirectX
  • Audio: 5.1 controllato dal chip dedicato Via Vynil
  • Supporto: HD da 20GB e possibilità di espandere la memoria fisica con le memorie Compact Flash
  • Connettività: WiFi 802.11.b
  • Uscite: S-Video come TV-Out

Nonostante i buoni propositi e il tentativo di accordarsi con aziende terze per la produzione di Eve, le difficoltà apparirono subito insormontabili e la presentazione all’E3 finì per costituire non  molto di più di un grazioso esercizio di stile.

Il sito www.ministrymobile.com chiuse nell’estate del 2005 sostituito dall’annuncio di vendita del dominio.

Chissà però se tra qualche anno, con l’ingresso possibile di Microsoft nel segmento portable, i due californiani non potranno essere rivalutati come anticipatori delle mosse del gigante guidato da Gates.

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