Ci sarà ancora STMicroelectronics nel futuro di Nintendo? Riflessioni su Wii e futuri controller

A quattro anni di distanza credo che ci siano ben pochi dubbi sul fatto che Nintendo sia la regina incontrastata dell’ultima generazione di console (la settima), con 56 milioni di Wii vendute contro i 31 milioni di XBox 360 di Microsoft e i 27 della Playstation 3 di Sony.

E’ stata una scommessa audace, una partita a poker che a mio avviso il nuovo CEO di Nintendo, Satoru Iwata, ha saputo giocare bene cosciente del fatto che la sua azienda, reduce da vendite al di sotto delle aspettative per Nintendo64 prima e GameCube poi, non avrebbe potuto competere con gli altri due colossi in termini di investimento sull’hardware, e intuendo che il successo del DS (altra sua creatura), dovuto all’innovativo controller, poteva essere in qualche modo portato anche sulle console casalinghe.

Riciclato l’hardware della precedente console e sfruttando un processo produttivo moderno (90nm, che ha portato a un innalzamento del clock del 50% e una diminuzione dei consumi), con l’aggiunta di un po’ di memoria di sistema, un bel po’ di memoria non volatile (per conservare dati e giochi scaricati dallo store online) e i favolosi MEMS che a marzo del 2005 STM le presentò per il nuovo controller, a novembre del 2006 esplose il fenomeno Wii rappresentato dal suo Wiimote

E’ innegabile che il cuore del Wii sia il wiimote, che ha aperto la strada dell’intrattenimento digitale anche a chi non aveva mai impugnato un joystick o un joypad, forte del fatto che “a sbattere a destra e manca un cosino così sono capaci tutti“, dal poppante attaccato ancora al biberon alla nonnina novantenne che magari ha difficoltà già col telecomando.

Complice anche, ed è bene rimarcarlo, la storia e l’enorme esperienza accumulata da Nintendo nello sviluppo dei videogiochi e di quello che è il suo pensiero, il suo modo di affascinare e di portare per mano il giocatore in mondi meravigliosi (curati spesso nei minimi dettagli) tanto quanto a farsi un giretto spensierato sul kart o un paio di tiri con la racchetta.

Cuore del wiimote è, a sua volta, il MEMS sviluppato da STMicroelectronics, che come ho già detto bussò alla porta di Nintendo per proporle un innovativo strumento di input: un accelerometro che permetteva di riconoscere l’accelerazione nei tre assi, e che l’azienda italo-francese, grazie a investimenti mirati e persone capaci, è stata in grado di ridurre a un chip di piccole dimensioni e bassi consumi.

Personalmente sono stato scettico (e lo sono tuttora) sull’hardware del Wii prima e sul wiimote poi. In particolare su quest’ultimo perché rilevare variegati movimenti nello spazio non è cosa semplice (suscettibile a errori di interpretazione), richiede librerie specializzate o comunque molto smanettamento a carico degli sviluppatori per trovare il giusto assetto. Soprattutto c’è il problema della latenza.

Per latenza intendo il tempo impiegato per il corretto riconoscimento del movimento e gli effetti che esso provoca poi sul gioco. Per intenderci, è il tempo che passa fra il movimento di una scudisciata e la sua rappresentazione a video con relativi danni provocati (se la mira è stata buona).

Non ho esperienza diretta, ma con tanti giochi che ho visionato ho notato che la latenza è troppo elevata (anche di un paio di secondi!) e questo può compromettere l’esperienza di gioco, o per lo meno irritare chi è abituato a una maggior velocità di risposta agli input forniti (ad esempio Mortal Kombat per me sarebbe ingiocabile).

Dalle specifiche tecniche il problema non sembra essere causato dai MEMS (che trasmettono informazioni nell’ordine del Khz), per cui può essere attribuito alla libreria o al codice specifico sviluppato dai programmatori, oppure intrinsecamente al gioco (che prevede necessariamente dei movimenti complessi e/o che richiedono più tempo per essere eseguiti e, quindi, riconosciuti). Difficile, quindi, stabilire la precisa causa.

La seconda versione del Wiimote, il MotionPlus, sembra aver migliorato il rilevamento dei movimenti e la precisione. Non so quanto possa far piacere a quanti avevano già comprato il Wii o qualche altro wiimote (giocare da soli non è il massimo con questa console), ma bisogna almeno riconoscere che Nintendo non è rimasta ancorata al successo e ignorato le pecche della sua soluzione (capisco pure che posticipare il rilascio della console sarebbe stato un suicidio commerciale).

Che non sia ferma è confermato anche dalle innumerevoli voci riguardo alla sua prossima console. Non è dato, infatti, sapere se si tratterà di una versione migliorata con supporto all’alta definizione, o un hardware nuovo di pacca, ed è sicuramente prematura ogni ipotesi visto che non c’è benché minima informazione a riguardo, e a volte quelle che circolano sono anche contrastanti.

Fra tante incertezze e supposizioni c’è, però, qualcosa di concreto: STM ha presentato pochi giorni fa una nuova generazione di MEMS, che questa volta mettono a disposizione un giroscopio, sempre sui tre assi, che permette di ottenere misure della velocità angolare e dell’angolo di rotazione (con l’accelerometro si ottengono, invece, misure su accelerazione e angolo di inclinazione).

Sembra che il giroscopio rappresenti il naturale completamento del wiimote, e non è difficile immaginarne l’integrazione nel controller della nuova console della casa nipponica. Questo sostanzialmente per tre motivi. Il primo è che ci si aspetta un (netto) miglioramento dello stesso.

Il secondo è che, come ha mostrato finora, Nintendo è particolarmente attenta alla retrocompatibilità, e difficilmente abbandonerà il wiimote, che finora le ha garantito un immenso successo e vendite ben oltre le sue aspettative, riconsegnandole in mano il mercato delle console (che precedentemente aveva perso con l’avvento della Playstation di Sony).

Il terzo motivo è che l’integrazione di un giroscopio di questo tipo è assolutamente trasparente all’accelerometro già utilizzato, non richiedendo uno stravolgimento del controller né una programmazione diversa (gli sviluppatori avranno questo elemento aggiuntivo a loro disposizione, e potranno riutilizzare il codice già esistente).

Credo che per utilizzare un controller completamente diverso, rinunciando a questi indiscutibili vantaggi, Nintendo dovrebbe presentare un dispositivo veramente rivoluzionario, tale da bissare con assoluta sicurezza quanto già fatto col wiimote.

Il che, beninteso, potrebbe anche avverarsi, visto che la concorrenza sarà molto agguerrita (ricordo che Microsoft ha presentato l’impressionante Project Natal) e servirà ben più di un semplice aggiornamento del wiimote per conservare saldamente lo scettro…

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