Fare brutte foto potrebbe non essere mai stato così bello

yashica_polaroid.jpgNella storia della fotografia analogica, l’evoluzione delle tecnologie e la volontà di produrre macchine fotografiche sempre più a buon mercato hanno creato degli strani prodotti dalla resa tutt’altro che fedele, che però sono riusciti a ritagliarsi delle nicchie di appassionati, tanto che oggi appassionati e professionisti della fotografia dedicano ore alla post-produzione per cercare di imitare la resa di tali macchine.

Vecchie macchine analogiche come la Lomo o la Holga sono ormai ambite da tanti appassionati, disposti a pagare molto più di quanto costavano originariamente, visto che erano nate proprio per essere economiche, e non si possono non citare le Polaroid, con particolare menzione per la SX-70.

Mettendo piede nella fotografia digitale, se pariamo di prodotti di scarsa qualità c’è davvero l’imbarazzo della scelta ma, per quanto si tenti di sviluppare filoni alternativi, legati ad esempio all’utilizzo di telefonini dotati di camera, nessuno sembra avere le caratteristiche per stimolare realmente una produzione artistica che lasci il segno.

Sarà per questo che le vecchie glorie analogiche non solo non sono state dimenticate ma spingono per avere la loro dignità anche nel nuovo mondo. Per questo dopo il salto vi parlerò di una nuova fotocamera digitale di Yashica che somiglia alla Holga, che dovrebbe caratterizzarsi anche per il prezzo abbordabile e di un software che trasforma le vostre foto in autentiche Polaroid digitali.Partiamo prima dall’hardware. Yashica, storico produttore di fotocamere analogiche che ha perso il treno del digitale, cercherà con la EZ F521 (foto in alto) di crearsi una nuova immagine nel nuovo mondo fatto di bit, in cui finora è riuscita a proporre solo banali fotocamere estremamente economiche e di scarsa qualità.

Anche la nuova nata, viste le caratteristiche tecniche (sensore da 5Mpx, filmati in risoluzione 640×480 e nessuna possibilità di intervento sui parametri di scatto), probabilmente avrà un prezzo di acquisto abbordabile. Al di là dell’estetica sicuramente vintage che le dona un certo fascino, quello che realmente è interessante di questa macchina è l’ottica.

Concepita alla vecchia maniera, a differenza delle compatte odierne e dei cellulari, ha una lente di grandi dimensioni e la possibilità di selezionare manualmente le modalità “macro” e “landscape”. La fattura economica del vetro (che vetro non è probabilmente) ricalca quella delle vecchie Holga e tende a restituire gli stessi risultati in termini di saturazione dei colori. Di questo nuovo giocattolo è disponibile una video-recensione di cui consiglio la visione. Nella seconda parte vengono mostrate molte foto scattate dalla Yashica per permettere di valutarne il lavoro.

Passiamo ora al software: si chiama Poladroid, è in beta e, almeno per il momento, completamente gratuito. Disponibile per Mac e Windows, una volta installato ed avviato mostrerà una macchina fotografica Polaroid sul vostro schermo. A questo punto non dovrete fare altro che trascinare i file delle vostre immagini sulla macchina fotografica, per trasformarsi in pochi istanti in una Polaroid fresca fresca, appoggiata sul vostro desktop a svilupparsi.

Sì perché l’output non è costituito da file, non immediatamente almeno, ma di Polaroid sparse sullo schermo. Da queste poi potrete ottenere il vostro file qualora lo vogliate, che potrà essere generato non solo dal risultato finale, ma anche durante lo sviluppo virtuale della foto, in modo da immortalare l’immagine non completamente sviluppata.
Attraverso le opzioni è possibile incidere su alcuni parametri che influenzano la resa finale delle immagini generate.

Sia nel caso della Yashica che di Polaroid non stiamo parlando di niente che non si possa ottenere facendo buon uso di un buon programma di fotoritocco e la giusta lunghezza focale, ma a volte è il diverso approccio allo strumento che permette di partorire nuove idee.

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