Il pericolo della diffusione dei rapporti sociali virtuali

Oggi non mi occuperò di ciò che normalmente tratto, cioè di “Multimedia & D’intorni”, ma di una riflessione che è da qualche tempo che mi preoccupa e della quale vorrei rendervi partecipi: la diffusione dei rapporti sociali virtuali.

Parto immediatamente con una premessa. Io sono classe 1983 e posso dire di aver vissuto in prima persona da appassionato di informatica e tecnologia quale sono, l’evoluzione dei rapporti sociali scaturita dalla diffusione di internet.

Ho sempre osservato con entusiasmo tutte le novità che si sono susseguite man mano più velocemente nel corso degli anni senza mai badare più di tanto alle conseguenze che tali innovazioni comportano, ma concentrandomi prevalentemente sul capire in cosa si è innovato.

Quando iniziai a navigare in internet, parliamo del 1996, il popolo di cui entrai a far parte era abbastanza esclusivo, almeno in Italia. Del resto la diffusione della connettività era molto limitata sia a causa della ridotta velocità, che dei prezzi piuttosto esosi, specie in relazione ai ridottissimi servizi a cui si aveva accesso.

Mi ricordo che all’epoca se escludiamo la classica navigata sul sito di 3dfx per scaricare gli ultimissimi driver della nuovissima Voodoo Graphics, le prime notizie ricercate in anteprima (rispetto alle riviste mensili di cui mi circondavo letteralmente) e qualche chattata con i client IRC, ben poco rimaneva da fare, almeno al sottoscritto. Chiaramente in questa situazione parlare di impatto sociale di internet è poco più di una barzelletta visto l’esiguo numero dei partecipanti.

Gli anni sono trascorsi e la diffusione della banda larga, così come il crescere delle opportunità che internet offre, hanno portato alla situazione attuale in cui non solo si ha accesso a tantissimi servizi e comodità, ma essere online ha profondamente cambiato soprattutto il modo di comunicare di molte persone.

Non è, infatti, la possibilità di prenotare rapidamente un aereo oppure pagare le bollette o eseguire un bonifico che, a mio parere, ha un forte impatto sulla socialità (benché anche in questi casi si rinuncia ad incontri fortuiti all’ufficio postale o in banca), ma l’aver introdotto una forma di comunicazione radicalmente diversa rispetto a quanto possibile fino a pochi anni fa.

L’elemento scatenante di questa mia presa di coscienza è stato una serata passata con quattro amici in un pub durante la quale, in un determinato istante, ognuno era online su Facebook, MSN et simila attraverso il suo iPhone, Windows Phone, ecc…, scrivendo al mondo quello che stava facendo, cioè bevendo una birra in compagnia.

Immaginatevi la scena: quattro ragazzi in un pub seduti attorno al tavolo senza parlarsi, tutti intenti a comunicare con l’esterno e non con chi avevano di fronte. Chiaramente la situazione può sembrare comica, ma in quel momento, quando alzai gli occhi e mi resi conto di quello che stava accadendo, vi garantisco che non ne ero felice ma stupito, quasi preoccupato, al punto che inviai i presenti a piantarla.

Non è mia intenzione essere retrogrado ed avverso alle novità, anzi la mia passione per l’informatica e la tecnologia da sempre mi hanno spronato ad accogliere tutte le evoluzioni del mio tempo, ma di fronte alla rivoluzione nella comunicazione ed alla diffusione dei rapporti virtuali, mi chiedo se qualcuno si sia mai posto un interrogativo sulle conseguenze a cui tutto ciò ci porterà e se forse non è il caso, non dico di regolamentare l’evoluzione della comunicazione, ma almeno di studiarne l’impatto al fine di arginare i risvolti più preoccupanti.

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