Caso Alpi: Internet per non dimenticare

Lo scorso venerdì 16 ottobre su Rai Tre è andata in onda la trasmissione Blu Notte , condotta da Carlo Lucarelli, che con il suo ormai inconfondibile stile di narrazione, e le immancabili sagome di cartone in studio, ha ricostruito il caso Ilaria Alpi, giornalista del TG3 uccisa con l’operatore Miran Hrovatin nel 20 marzo 1994 nei pressi di Mogadiscio, in Somalia.

ilaria e miran

Nonostante la commissione  parlamentare di inchiesta presieduta dall’avvocato Carlo Taormina sia giunta alla conclusione che l’assassinio dei due giornalisti sia frutto di un “atto banditesco” il cui unico scopo era quello di rapire Ilaria e Miran per ottenere un riscatto, molti sono in punti oscuri e le incongruenze evidenziate dalla trasmissione, che lasciano forti perplessità.A cominciare dall’incongruenza logica del fatto che siano stati uccisi i due giornalisti disarmati, che il commando di rapitori avrebbe dovuto tenere in vita per sperare di ottenere il riscatto, e siano invece stati fatti salvi i due somali di scorta che erano armati, i primi che, in teoria, avrebbero dovuto essere neutralizzati, se si fosse trattato di un rapimento.

Ma questa incongruenza logica è poca cosa, rispetto alla ripetuta e misteriosa scomparsa di documenti incredibilmente non custoditi o custoditi male, rispetto al coinvolgimento e all’interesse mostrato da parte della malavita organizzata rispetto a questo episodio, e rispetto all’ombra dei servizi segreti, che aleggia (è un eufemismo) su tutto il caso.

Perché parliamo di questa trasmissione, e di questo caso, pur sapendo di non disporre dei mezzi e della competenza giornalistica della redazione di Blu Notte?

Perché nel 1994 Internet non era ancora un media così capillarmente diffuso, e così potente. La sua forza sta nella capacità di ricordare, alimentata dal desiderio di persone come Luciana Alpi, la madre di Ilaria di arrivare a conoscere la verità.

Internet e tutte le persone che parleranno della storia di Ilaria e Miran contribuiranno a fare in modo che non ci si dimentichi di loro, degli interessi occulti che la commissione parlamentare ha ritenuto non rilevanti, preferendo piuttosto accusare alcuni giornalisti di ordire un “complotto di depistaggio”, arrivando anche a perquisire la casa di quei giornalisti, salvo poi vedersi archiviare il caso perché nessuna evidenza è stata trovata.

Allora, se non era vero che quei giornalisti ordivano trame di depistaggio, non potrebbe essere invece vero il contrario, ovvero che qualcos’altro si nasconda dietro la morte di Ilaria e Miran?

E’ così inverosimile pensare che la pista emersa, è proprio il caso di dire, nelle ultime settimane, legata alle navi cariche di rifiuti tossici fatte affondare nella costa calabrese, sia un possibile movente di quella che a tutti gli effetti si presenta come l’esecuzione di una condanna a morte?

Ilaria e Miran non saranno dimenticati, grazie anche al lavoro di giornalisti veri, come Carlo Lucarelli, la redazione di Blu Notte e quella di IlariaAlpi.it,  grazie alla dignitosa ostinazione dei genitori di Ilaria, e con il piccolo contributo di chi non farà finta di niente, ma seguirà questa storia e testimonierà la propria presenza: aspettiamo che sia fatta chiarezza su tutti gli aspetti di questa vicenda.

[Per chi se la fosse persa, è possibile rivedere online la puntata di Blu Notte]

Markingegno

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