Apple TV: il flop è ufficiale

appletv.jpgGià qualche mese fa sostenevo, scatenando l’ira di schiere di fanbois inferociti, che Apple TV fosse destinato ad un magro avvenire. Fin dalla sua uscita mi è sembrato che evitasse accuratamente i trend che guidano il mercato dei player video: il supporto DivX-Xvid, che domina la fascia bassa, è indisponibile per motivazioni non dichiarate ma dopotutto facilmente intuibili. L’alta definizione è invece esclusa per la povertà dell’hardware. Il prezzo non è poi amichevolissimo per un oggetto che, piuttosto che adattarsi alle esigenze del consumatore – che magari ha convertito la sua intera collezione di DVD in Xvid – gli richiede di adeguarsi, eventualmente riconvertendo ad hoc la sua libreria di video. Il supporto per i video di Youtube rappresenta senz’altro un punto interessante, ma non abbastanza da giustificare l’esborso richiesto. Ad aggravarne la condizione sul mercato c’è poi stata anche la rivoluzione mancata di iTunes video, a cui il device era legato a doppio filo.

Questi fattori, in larga parte evidenti già al momento del lancio, hanno costruito l’insuccesso del media center di Apple sul mercato, che oggi viene confermato da risultati di vendita che vanno al di là delle più magre previsioni fatte a poche settimane dal lancio.

Confrontando la vicenda di Apple TV con quella di iPod+iTunes, si profila una chiave di lettura interessante. Nella fattispecie è impossibile non considerare che l’esclusione del supporto ai popolari formati DivX e simili – ricordiamo che iPod nasceva innanzitutto come un player mp3 – abbia giocato a sfavore del media center di Cupertino. Di certo Apple TV è un prodotto molto più complesso di un semplice lettore DivX, con funzioni avanzate di registrazione e riproduzione in streaming, oltre a sinergie interessanti con la piattaforma iTunes. Tuttavia, per portare queste funzioni all’attenzione del pubblico di massa, sarebbe forse servito di avvantaggiarsi dei trend consolidati: con iPod Apple ha utilizzato il formato mp3 come un cavallo di troia, per poi dirottare parte della domanda di musica verso il suo store online. Al contrario, con Apple TV sembra non aver imparato dai suoi stessi successi.

Apple TV sembra dunque avviarsi verso una sorte ostile: una piccola lezione di umiltà per Apple, che avrebbe potuto farne un altro gadget di successo, e per qualche fanboy, che ha perso un’altra ottima occasione per tacere.

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