20 anni fa sbarcavano i paperi sul Nintendo NES

Duck Tales Box NESLa scorsa settimana ci siamo occupati di una delle console che hanno segnato la storia dei videogiochi, non solo per aver fatto segnare numeri da record per il periodo (la terza generazione, ovverò dalla metà degli anni ’80 fino all’inizio ’90), ma soprattutto per aver portato alla ribalta una quantità notevole di ottimi titoli poi portati su altre piattaforme e divenuti saghe dal successo ventennale.

La Disney, icona dell’intrattenimento per i più piccoli, è sempre stata attenta ad altri mercati quali l’industry per amplificare la propria immagine ed esercitare il fascino dei propri personaggi anche attraverso la tecnologia.
In onore del ventesimo anno scoccato con il rilascio della versione NTSC americana, parleremo di Duck Tales, uno dei titoli a mio modo di vedere più divertenti disponibili per il NES.

Dopo la pausa e la necessaria introduzione della storia sulla piattaforma Nintendo, rituffiamoci sul panorama software, perché in fondo di questo parliamo quando ci riferiamo ai videogiochi. Ed è tramite il software, i giochi che da bambini passavamo qualche ora spensierata diversa dal solito. Giusto?

Il nome del titolo in questione ricalca perfettamente il nome scelto dalla produzione disneyana per una serie di cartoni animati prodotta nel 1987 negli Stati Uniti e poi trasmessi anche in altri Paesi.
In Italia, se qualcuno di voi rimembra, la RAI acquisì i diritti e lo spazio del palinsesto scelto per la visione fu all’interno Rai1 prima e poi di Rai2 con un programma chiamato Solletico. Ricordi vaghi?

Duck Tales, ovvero storie di paperi, con una struttura solitamente autoconclusiva per ogni episodio salvo eccezioni dove le puntate venivano spezzate in due parti perché contenenti una trama un po’ più complessa.
Le storie vertono sostanzialmente intorno alla figura di Scrooge McDuck (Zio Paperone nel corrispettivo italiano) che deve difendersi dagli assalti degli storici nemici come la Banda Bassotti, Amelia o Cuordipietra Famedoro.

DT

Lo sviluppo del titolo fu preso in carico dalla giapponese CapCom, con un team che aveva già mietuto successi proprio sulla piattaforma Nintendo di riferimento dell’epoca, tra i quali è giusto ricordare almeno MegaMan.
E’ probabilmente il periodo d’oro della software house originaria di Osaka, basti pensare ai vari Final Fight e Street Fighter, rilasciati negli stessi anni.
Ed il risultato del buon lavoro si vede.

Dal punto di vista grafico Duck Tales risulta uno dei giochi meglio realizzati su NES, spremendo al limite le potenzialità della console con un livello di fedeltà davvero notevole rispetto al character design tipico della Disney.

Una menzione d’onore va fatta anche per il comparto musicale, opera di Yoshihiro Sakaguchi, vero totem, per aver prodotto alcune delle sonorità più famose in casa CapCom.

Anche il gioco si focalizza sulla figura di Zio Paperone, il quale, armato del proprio inseparabile bastone, è chiamato a superare gli ostacoli che caratterizzano il suo cammino per raccogliere tutti i tesori sparsi per il mondo e diventare sempre di più il papero più ricco del globo.

Una critica imputata al titolo riguarda proprio questo aspetto, ovvero la giocabilità.
Soprattutto nelle fasi del passaggio al livello successivo e gli immancabili scontri con i boss di fine stage, la difficoltà non era stata calibrata benissimo, rendendo difficile (soprattutto per un pubblico qual’era) di piccoli e piccolissimi giocatori il proseguimento all’interno della storia.

Resta però anche a livello di vendite un successo che ha portato alla scrittura di capitoli successivi, porting anche per altre piattaforme o veri e propri titoli creati ex novo quali DuckTales: The Quest for Gold.
Se siete appassionati di retrogaming e ricordate con nostalgia i tempi in cui guardavate i cartoni della Disney questo è un titolo che non può mancare nella vostra soft-teca.

Conoscete il detto vero? Papero avvisato…

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