La scienza di Phelps e degli altri campioni di nuoto

Dopo il Campionato Mondiale di nuoto, svoltosi a Roma dal 26 Luglio al 2 Agosto, possiamo tirare le somme sulle lunghe discussioni che hanno girato attorno alle nuove regole per i costumi usati dai nuotatori olimpionici. Sebbene il campione Michael Phelps non sia stato la vera stella del campionato (soprattutto per noi italiani, che di sicuro siamo rimasti più colpiti dalle performances di Federica Pellegrini ), non si è smentito nemmeno questa volta, portandosi a casa ben 5 medaglie d’oro .

Sebbene a prima vista il nuoto possa sembrare uno sport molto “naturale”, nel senso che un uomo seminudo buttato in acqua può, con sola la forza dei propri muscoli, superare il record mondiale, non è proprio così. Innanzi tutto vi è un’importantissima tecnica alle spalle. I 4 stili di nuoto principali sono studiati con accuratezza, sviluppandosi nel tempo , per imitare i movimenti dei pesci e degli altri animali acquatici.  Un’esempio molto chiaro di questa tendenza nella tecnica del nuoto è quello che viene chiamato “dolphin kick ” che, imitando i movimenti dei delfini, permette al nuotatore di andare molto più veloce in fase subacquea.

Inoltre l’uomo non ha la forma ideale per muoversi in acqua, come hanno per esempio i delfini, e deve quindi studiare come sfruttare il proprio corpo per muoversi in un fluido. Per esempio si può osservare che Phelps ha un’apertura delle braccia superiore a quella media umana. Da punta a punta, infatti, le sue braccia misurano 203 cm, mentre la sua altezza è di “soli” 193 cm. Se guardiamo la nostra monetina di 1 euro, però, possiamo vedere che l’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci mostra come la lunghezza dalla testa ai piedi e da punta a punta delle braccia debba essere pressocché la stessa. Questi dieci centimetri in più potrebbero aiutare Phelps a darsi una spinta in più rispetto agli altri. Inoltre i suoi piedi (di taglia 47!) possono piegarsi di circa 15 gradi in più rispetto agli altri nuotatori, fornendolo praticamente di ottime pinne per una spinta in più. Con questo non penso che Phelps sia fuori dalle taglie umane, ma queste piccole differenze rispetto alla media, lo rendono decisamente il candidato ideale per diventare il campione che è.

Aldilà della forma fisica, che non può essere alterata dal singolo individuo, i nuotatori devono sempre cercare di essere il più idrodinamici possibili. Per questo hanno sempre fatto uso di costumi attillati, si sono sempre depilati tutto il corpo e hanno sempre cercato di ridurre ogni tipo di attrito con l’acqua. Nel 1974 il mondo è rimasto a bocca aperta davanti all’efficienza del tessuto Lycra, che rende il corpo molto più immune alle microturbolenze che si formato durante il nuoto. Un’altro obiettivo fondamentale per i nuotatori è aumentale al massimo il loro VO2 , ovvero il volume massimo di ossigeno che un essere umano può consumare nell’unità di tempo per la contrazione muscolare. Questo equivale a ottimizzare gli sforzi muscolari verso la velocità, pur mantenendo la corretta posizione tecnica.A venire a soccorso degli sportivi, in questi campi, è la tecnologia, soprattutto quella dei costumi.

L’anno scorso sono cominciate le discussioni riguardo l’abbigliamento sportivo in uso alla squadra di nuoto degli Stati Uniti, sponsorizzata dalla Speedo. L’intera squadra si è infatti presentata alla Olimpiadi di Pechino con il costume Speedo LZR. Lo scopo di questo costume è proprio quello di minimizzare le turbolenze, aumentare la spinta nell’acqua, impostare il corpo del nuotatore nella posizione più corretta. Il costume copre la maggiorparte del corpo, dal collo alle caviglie, coprendo la pelle umana con una sorta di finta pelle, che ricalca la pelle degli squali. Per raggiungere il massimo di idrodinamicità, riducendo attrito e turbolenze, la Speedo ha fatto uso della consulenza della sezione aerospaziale della NASA, testando il costume tramite i “wind tunnels” dell’agenzia spaziale. Per ridurre la resistenza fluidodinamica del corpo, la Speedo si è servita dei canali artificiali dell’Università della Nuova Zelanda, le migliori menti in questo campo. Inoltre dei rivestimenti in poliuretano sono stati aggiunti nelle zone del corpo dove la resistenza è maggiore. Tali rivestimenti aumentano anche il galleggiamento del corpo. Così, grazie a questi sostegni, e grazie alla resistenza del costume che mantiene il corpo nella posizione corretta, è molto più semplice per il nuotatore mantenere la parte inferiore del corpo verso la superficie, e puntare lo sterno verso il basso, imitando così la posizione dei pesci. Questa posizione richiede generalmente un grande sforzo muscolare, per cui un aiuto in questo senso è certamente benvenuto.

Come si può notare dal 50% di sconto applicato nel sito della Speedo, il costume LZR è ormai cosa passata, dell’anno scorso, e sembra ormai essere surclassato dal’Arena X-glide del tedesco Biederman, che ha superato Phelps e il suo record nei 400m stile libero. Secondo l’atleta in persona, questo costume gli ha regalato almeno 2 secondi in fase di gara. E se guardiamo i suoi risultati alle olimpiadi dell’anno scorso potremmo pensare che siano anche più di due. L’X-glide della marca italiana è molto simile allo Speedo LZR, ma composto esclusivamente di poliuretano.

A questo punto sorgono abbastanza spontanee le discussioni su quanto l’intrusione della tecnologia nello sport sia legale, quanto si tratti di una sorta di “doping tecnologico” che fa vincere atleti migliorando le loro prestazioni ingiustamente. È un discorso molto difficile, perché sebbene siamo d’accordo che sia contro le regole fare una gara ciclistica con una moto, nessuno si sognerebbe di partecipare al Giro d’Italia  con una graziella . Dove mettere il limite? La Federazione Internazionale di Nuoto (FINA), sta preparando nuove regole secondo le quali il costume maschile non potrà coprire di più che dalla vita alle ginocchia. Dovrà inoltre essere composto interamente di materiale tessile, niente più poliuretano quindi.

Secondo me è molto difficile porre dei limiti alla tecnologia sportiva, anche perché innovazioni che oggi ci sembrano così avanzate da essere illegali, un domani potrebbero essere a disposizione dei bambini nella piscina condominiale (come i costumi in Lycra). Una regolamentazione va senz altro fatta, ma da pura spettatrice credo che parte del piacere nel guardare lo sport sia anche ammirare questi prototipi di tecnologia che portano al massimo le prestazioni umane.

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