Zemmix: Daewoo prova la carta dell’industria dei videogiochi

Daewoo LogoNel nostro consueto appuntamento settimanale con la rubrica La valigia del videogamer parleremo di un prodotto davvero insolito uscito negli anni ’80.
Dopo Earthworm Jim ed il lombrico superintelligente ho pensato di sottoporvi un caso analogo, in merito a stranezze, per quanto riguarda l’hardware seppur decisamente meno famoso e meno di successo, ma non per questo meno affascinante.
Tutt’altro. D’altra parte sono spesso proprio le piattaforme, come i prototipi o i flop, rimasti sconosciute ai più a risultare le più interessanti da riportare alla memoria.

Pensa, ripensa, “lurkando” (lo so per i puristi dell’italiano è un attentato alla lingua ma abbiate pazienza, rende piuttosto bene l’idea) nei vari database di console, il nome Daewoo ha catturato la mia attenzione.
Siamo sicuri? Daewoo? Ma che diavolo c’entra una marca di automobili con l’industry?


Zemmix Turbo

In realtà, ed i più attenti di voi sono sicuro lo avranno già evidenziato, Daewoo è una corporation che opera in svariati campi.
Nata negli anni ’60 dalla fusione di più aziende facenti tutti parte di un polo industriale della Corea del Sud, grazie anche all’opera di finanziamento e di messa a disposizione di risorse logistiche da parte del governo centrale, è diventato in pochi anni uno dei più importanti operatori nell’industria pesante con settori come quello navale, della componentistica meccanica in generale e petrolchimico.
Nel decennio tra anni ’80 e primi ’90, grazie alle larghe intese compiute con i partner europei, la segmentazione dei mercati ha consentito il suo ingresso anche nell’elettronica di consumo e nelle telecomunicazioni.
Ad oggi, per esempio, Daewoo è uno dei marchi più apprezzati per quanto riguarda il condizionamento (sia domestico che industriale).

Ok però, direte voi, dal mercato consumer di elettrodomestici al buttarsi nella console war ce ne passa.
Anche perché nonostante le varie Samsung o LG per citare altri competitor coreani siano riusciti ad imporsi prima nei mercati asiatici e poi occidentali (ai danni dei più blasonati Sony o Philips), nessun marchio coreano ha mai intrapreso esplicitamente questa strada, ma al massimo si sono limitati a fornire componenti come operatori terzi.
Ma qui entra in gioco un progetto di cui Alessio ha parlato circa un mese fa.
Sto parlando dell’MSX, ovvero quel tentativo guidato da Microsoft che aveva come obiettivo la creazione uno standard tra le architetture nell’home computing.
Tra i produttori di questa piattaforma, per la maggiorparte in realtà giapponesi, figurò anche l’outsider Daewoo.
Nel 1983 comincia la produzione della serie Zemmix, il nome scelto dalla casa coreana per contraddistinguere tutte le macchine MSX-compatibili.
Nonostante le difficoltà incontrate fin dal principio da Microsoft e soci, il mercato interno fu piuttosto ricettivo per quanto riguarda le soluzioni Daewoo e soprattutto verso la fine degli anni ’80 (1989 in particolare) il sistema era divenuto assai popolare.
A differenza però del caso del Giappone, non si sviluppa un forte mercato parallelo che mette in comunicazione la Corea con gli Stati Uniti e l’Europa e quindi la console finisce rapidamente nel dimenticatoio.
Ma proprio questo fatto crea contemporaneamente il mito dello Zemmix.
Ad oggi si conoscono quattro versioni, entrambe accumunate dall’essere NTSC ed avere il power switch 110/220V (estremamente comodo in quanto permette di utilizzare l’oggetto sia con le tensioni nel Sol Levante che italiane per esempio).
Il comparto di accessori (periferiche soprattutto) è quello classico dell’MSX ma estremamente interessante fu l’esperimento della casa Zemina (uno dei publisher di videogiochi), cioè l’adattatore che permetteva di giocare con le cartucce del FamiCom 8-bit proprio sulla console Daewoo.
Dicevamo, sei versioni (senza calcolare le varianti di colore differente), ovvero il CPC-50, CPC-51, Superboy, Kobo, CPC Victory  ed il Turbo.
Gli ultimi due modelli sono i più interessanti in assoluto perché entrambi MSX2 compatibili (la piattaforma dove nacquero i capolavori Kojima-Konami come Metal Gear o Snatcher).
Il Victory in particolare veniva venduto in bundle con una versione non licenziata di Super Mario chiamata Mario Brothers.

Zemmix CPC-61W Victory

Era piuttosto comune a quel tempo soprattutto nell’ambito dell’home computing che le software house sviluppassero titoli hacked o comunque non ufficiali e che questi poi si diffondessero in barba ai detentori dei diritti, anche perché il controllo non era di facile attuazione soprattutto in un mercato in assoluto divenire come quello dei videogiochi con decine e decine di player e “regole del gioco” non sempre condivise.
Tra l’altro sono proprio quelle situazioni in cui nascono le chicche da collezione qual’è il Tetris per Sega Mega Drive di cui abbiamo già parlato.
Il Turbo invece, quell’oggetto grigio con un mattone al posto dell’alimentatore e la forma a metà tra un robot ed un disco volante è l’assoluto pezzo pregiato del contest.
Alcuni lo definiscono il Santo Graal del collezionismo abbinato al retrogaming perché come altri oggetti introvabili o quasi spunta dal nulla ogni tanto in Rete per poi sparire, con un valore stimato in qualche centinaio di Euro.

Il consiglio dunque è sempre lo stesso: controllate bene nelle vostre cantine o mansarde, non si sa mai ;) .

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