OGM nel bene e nel male

Nota dell’autore:  Prima di parlare dell’argomento del post, vorrei sottolineare il mio appoggio a tutti coloro che parteciperanno alla protesta contro la legge bavaglio che ormai è così spudorata da raggiungere anche blog, social network, forum e pagine personali dei cittadini italiani. La limitazione della libertà di espressione in Italia ormai sta raggiungendo livelli inaccettabili, e tra un po’ non ci sarà più permesso comunicare nemmeno tramite messaggini twitter come succede ora in Iran. Spero che gli Italiani, specialmente le persone giovani che hanno in mano le sorti del paese, oltre che le proprie, trovino il coraggio e la forza di ribellarsi.

Ho spesso avuto la sensazione che la discussione sugli OGM sia strumentalizzata e talvolta faziosa. Per me quindi è un grande sollievo leggere un testo come quello messo a disposizione nel sito Libero da OGM ,  scaricabile qui in formato pdf. In questo post cercherò di riassumere in modo molto molto stringato alcune delle idee presentate, ma suggerisco a chiunque sia interessato di leggere il dossier.

Inoltre, come suggerisce Dario Bressanini, è consigliabile per chi è favorevole agli ogm leggere questo dossier, e per chi è contrario il numero dei Quaderni di Darwin dedicato agli OGM. E’ sempre una buona idea leggere documenti con opinioni diverse dalle nostre, sooprattutto se sono ben documentati.

Ma parliamo dell’ottimo documento prodotto dal dott. Michele Pisani, specializzato in Biotecnologie vegetali e microbiche. Come spiegato nell’introduzione stessa, questo documento è stato messo a disposizione dalla Coalizione ItaliaEuropa – Liberi da OGM. In questo lavoro l’approccio è decisamente molto diverso dai soliti pamphlet e siti web contrari agli OGM: si utilizza un approccio scientifico.

Ci sono sicuramente spiegazioni e documenti di cui io non sono a conoscenza, ma per quanto mi riguarda questo è il primo lavoro veramente serio che ho letto contro l’utilizzo degli OGM in Italia. Come dice l’autore: “Abbiamo tentato una strada alternativa rispetto alla moltitudine di documenti che si possono reperire in rete circa l’argomento in questione, dalla cui lettura emerge spesso una visione troppo ideologica e molto fuorviante sul piano tecnico-scientifico, sommata alla tendenza ad associare in modo univoco il termine “biotecnologie” agli organismi geneticamente modificati.”

Ed è proprio questa frase che mi ha convinto ad armarmi di pazienza e leggere le 56 pagine del documento. Mi ha incuriosito enormemente, perché, a livello scientifico, non ci sono molte argomentazioni valide contro gli OGM. La mia opinione precedente alla lettura di queste pagine è che le argomentazioni di chi è contrario agli OGM crollano miseramente di fronte alle spiegazioni scientifiche, chi parla di superinsetti, supererbaccie, chi crede che mangiare della verdura modificata geneticamente possa in qualche modo influenzare la nostra digestione o il nostro corpo, non ha nessun fondamento scientifico per dire queste cose. Diverso è il discorso economico. Su quello c’è da discutere e si deve discutere.

La prima parte del dossier spiega la differenza tra biotecnologie e OGM. Le biotecnologie, in forma di base, sono sempre esistite, fin da quando l’uomo si è prodigato per far lievitare il pane, far fermentare l’uva e il malto per produrre vino e birra, trasformare il latte in formaggio e così via.

Inizialmente però queste lavorazioni erano quasi inconsce,  solo nell’ultimo secolo l’uomo ha capito come modificare il DNA di una forma vivente per modificarne le caratteristiche fisiche. Il primo esempio di prodotto generato tramite l’ingegneria genetica risale al 1982, quando è stata immessa sul mercato l’ Insulina.

Se l’ingegneria genetica, in particolare la tecnica di ricombinazione dei DNA (ovvero quando viene inserito parte di un dna in un dna diverso), modifica il DNA di un organismo vivente, allora si dice che quell’organismo è geneticamente modificato. Visto che solo i gemelli omozigoti hanno il dna uguale al 100%, basta modificare il dna di un qualsiasi essere vivente con quello di un altro, anche della stessa specie, per poter parlare di OGM (per cui anche portando il dna di una pianta di grano a un’altra pianta di grano).

Il processo ha dei risultati abbastanza simili rispetto alla modifica del dna attraverso incrocio naturale, o riproduzione sessuale, ma ha delle differenze sostanziali:

  • È molto più specifico, ovvero permette di modificare tutte e sole le caratteristiche del dna a cui siamo interessati
  • Non è possibile sapere in anticipo in che posizione del dna si andrà ad inserire il frammento esterno che viene inserito. La legislazione attuale, però, obbliga ad uno studio approfondito delle conseguenze in base a tutte le posizioni possibili che potrebbe assumere.

Tra gli anni 80 e 90 si ha il boom delle coltivazioni e della ricerca sulla vegetazione modificata geneticamente. Una delle bibbie di chi è contrario agli OGM è l’articolo pubblicato su Nature nel 99 da parte dell’ entomologo John Losey (Losey, J.E., L.S. Rayor, and M.E. Carter. 1999. Transgenic pollen harms monarch larvae. Nature 399:214. ), in cui accusa le piantagioni di mais OGM di creare gravi danni alle popolazioni di farfalla monarca. La comunità scientifica è subito stata molto scettica su questo punto, e ben presto lo stesso autore ha dovuto ritirare la sua tesi sostenendo che non vi erano prove sufficienti per collegare la piantagione di mais con i problemi della farfalla monarca.
Le principali ragioni che stanno dietro all’introduzione di piantagioni OGM sono le seguenti:

  1. Massimizzare la produzione di piante coltivabili;
  2. Migliorare la qualità nutrizionale di alcuni prodotti agricoli;
  3. Generare resistenza a parassiti e altri patogeni;
  4. Sviluppare linee capaci di crescere in condizioni ambientali avverse quali siccità, alta salinità del terreno e gelo;
  5. Produrre molecole farmaceutiche con proprietà terapeutiche e profilattiche per l’uomo e gli animali non naturalmente presenti nelle piante, dando quindi la possibilità di utilizzare sistemi e tecnologie agronomiche di larga scala
  6. Proporre una soluzione al problema della fame nel Mondo

Le principali risposte di chi è contrario all’utilizzo degli OGM sono le seguenti:

  1. I paesi capitalistici stanno già avendo una superproduzione di prodotti agricoli che vengono spesso sprecati o distrutti per farne aumentare il costo al consumatore
  2. La resistenza delle piante non è assicurata, visto che ricerche in tal senso dovranno per forza di cose sostenere prove e controlli al fine di mantenere la salubrità del prodotto
  3. Stesso discorso per quanto riguarda la qualità nutrizionale del prodotto: il successo non è garantito e il lavoro per raggiungere buoni risultati è enorme
  4. Attualmente sono pochissimi i paesi e ancora meno le varietà vegetali OGM che hanno trovato il loro spazio nel mercato. Dopo molti sforzi sono quindi pochi i risultati.

Personalmente credo che queste critiche lascino un po’ il tempo che trovino. Innanzi tutto noto con piacere che nessuno scienziato in buona fede può discutere sull’utilità di produrre molecole farmaceutiche utili per l’uomo. Vorrei aggiungere che la produzione di massa della colza e dell’olio di colza, potrebbe rappresentare un grande aiuto nel campo automobilistico, come tampone mentre si studiano soluzioni alternative di trasporto ecologico.

Per quanto riguarda gli altri punti, mi sembra un discorso capzioso dire che non vale la pena investire sulla ricerca degli OGM perché ottenere risultati positivi è difficile. Questa difficoltà va quantificata, e bisogna capire veramente quanto l’uomo è disposto a spendere per avere piante che crescono nel deserto o nei paesi più freddi, quanto siamo disposti a spendere per avere delle piante che non hanno bisogno di pesticidi chimici e altri veleni per sopravvivere, e che quindi potremo mangiare senza la paura di ingoiare anche veleni cancerogeni e di altra natura.

Secondo me, il gioco vale la candela. E’ vero che attualmente sono pochi i paesi che producono in massa prodotti OGM, ma questo è vero anche a causa del volere popolare, generalmente contrario a queste attività. Inoltre anche se le varietà più comuni sono solo grano, cotone, soia e colza, solo in Italia sono stati studiati molti altri prodotti, quali Cicoria, Ciliegio, Cocomero, Colza, Dimorfoteca, Fragola, Geranio, Ginestrino, Kiwi, Grano, Lampone, Lattuga, Mais, Melanzana, Melone, Olivo, Patata, Pomodoro, Riso, Soia, Statice, Tabacco, Vite, Zucchine.

Se si desse un via alla ricerca, l’Italia potrebbe assumere una posizione di rilievo e contrastare il principale problema del mercato OGM: i bevetti (costosi) in mano di pochi. Io non credo che la cultura OGM sia tout court la soluzione a tutti i nostri problemi. Ritengo però che sia una possibilità che la scienza e la tecnologia ci offre e dobbiamo essere estremamente attenti a sfruttarla nel modo migliore per l’uomo e per la natura.

Il discorso è sempre lo stesso. La dinamite è stata un’invenzione che si è rivelata estremamente pericolosa e letale. Ci permette però di costruire gallerie, aumentare le nostre possibilità edilizie e molte altre cose. Non è la dinamite in se che uccide le persone, sono le persone che se la lanciano addosso.

Analogamente, per quanto riguarda gli OGM, i rischi ci sono, soprattutto a livello economico, ma anche a livello ambientale per la vita di funghi e insetti . Ci possono essere anche degli enormi vantaggi, sia per l’uomo che per l’ambiente. Ho fatto l’esempio della colza, ma non dimentichiamoci i vantaggi di crescere frutta e verdura in situ, senza dover usare camion e aerei per fargli fare il giro del mondo.

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