Le zone remote dell’Alaska si mettono in rete

NUNATVivere nelle zone più remote dell’Alaska durante l’inverno è un po’ come essere soli in mezzo al nulla. Quindi, come fare se si nota qualche cosa di strano accadere in natura e sapere se anche altre persone si sono imbattute nella stessa esperienza?

Semplice, come riporta il Cordova Times: con un web site dedicato.

In Alaska, i nativi hanno deciso di non essere più primi a notare profondi cambiamenti genetici e comportamentali in specie animali e vegetali in relazione al cambiamento climatico. Perciò hanno dato vita a questo sito che, come si può notare dal link alla fine del post, è di per se semplice, ma l’idea di base sembra sia davvero efficace e soprattutto utile al monitoraggio di determinate zone.

Uno spazio del portale è dedicato all’upload di immagini per mostrare a tutti cosa di insolito si è trovato, oltre a un calendario con gli eventi futuri e una board di discussione.

Dibattiti su strani comportamenti degli animali, mappatura delle variazioni di temperatura e, cosa più importante, una popolare sezione dedicata alle mutazioni genetiche del pesce pescato. Sembra infatti che il trovare pesce dai colori strani o dalla forma non “normale” stia diventando sempre più comune e, tramite il sito, gli abitanti di piccoli villaggi distanti fra loro possono confrontano le varie anomalie riscontrate. Si parla inoltre di contaminazione, inquinamento e possono essere inseriti report di cambiamento climatico da compilare con regolarità.

Pesce “anomalo”:

ALASKA

Le zone più a nord del mondo, sono le prime a venir colpite da fenomeni relativi al cambiamento climatico. Sappiamo di orsi polari e pinguini che si perdono, però, ed è quello che si propone il sito, anche i piccoli e apparentemente insignificanti cambiamenti devono essere notati: fiori che ogni anno nascono sempre più piccoli, animali che non riescono ad adattarsi alle stagioni, mutazioni genetiche ecc.

Il nome del sito è Nunat che, in lingua locale, significa terreno.

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