Basta un po’ di civiltà e rispetto reciproco…

AD

Proprio nel giorno in cui gli iscritti al feed di Appunti Digitali superano la soglia dei 4000, voglio cogliere l’occasione per fare un riassunto del percorso che ci ha portati qui, e soprattutto, sottolineare i principi e le regole a cui desideriamo ispirarci nei mesi a venire.

Dal settembre 2007 l’interesse da voi mostrato nei confronti di Appunti Digitali cresce stabilmente, il che ci ha permesso di raggiungere risultati di traffico ragguardevoli. È mia personale opinione che a questa crescita contribuisca il livello qualitativo che tutto il team di AD cerca di perseguire, innanzitutto nei termini di documentazione delle affermazioni fatte e competenza nel trattare gli argomenti affrontati.

Si tratta di un approccio alla scrittura molto distante dallo spirito amatoriale, “marchettoso”, votato nient’altro che alla cattura di click e/o molto personale che ispira la maggioranza dei blog. Un approccio mette al primo posto il rispetto per i lettori, espresso in termini di competenza di chi scrive e citazione delle fonti, negli argomenti più leggeri così come in quelli più tecnici.

Da lettori credo avrete notato che, per quanto si possa non essere sempre d’accordo con le tesi esposte, in esse è sempre possibile cogliere uno sforzo teso alla documentazione delle affermazioni fatte e una riflessione – onerosa e impegnativa in termini di tempo – che scaturisce dalla competenza più che dalla volontà di affermare le proprie “verità” preconfezionate. A volte abbiamo anche toppato, ce ne scusiamo e nel frattempo lavoriamo per evitare ulteriori imprecisioni.

L’impegno che mettiamo nella stesura degli articoli, e i requisiti di qualità che c’imponiamo – i quali ci hanno costretto a fare a meno del contributo di alcuni autori – ci fanno sperare nella nascita di discussioni informate e civili, nelle quali il lettore possa confrontare le proprie idee, ed eventualmente anche esprimere dissenso, applicando alle sue opinioni gli stessi criteri di “tracciabilità” che gli autori applicano alle proprie: solo da questi presupposti lo strumento del commento diventa un valore aggiunto per il post, un ausilio per chiunque cerchi materiale per formarsi un’opinione su una materia che non conosce.

È d’altronde una bella discussione, più di un codazzo di lodi (men che meno d’insulti!), il miglior risultato che personalmente posso sperare per un pezzo.

Di converso troll e i polemisti incalliti, sacerdoti di qualche religione informatica, e in generale tutti coloro che, protetti da un nickname, si sentono in diritto di non applicare a se stessi i criteri di rispetto dell’interlocutore a cui chi scrive è imprescindibilmente vincolato, qui non sono i benvenuti, e, dopo un “cartellino giallo”, faremo – come abbiamo finora fatto – tutto quanto in nostro potere per allontanarli.

In un paese in cui testate dal nome prestigioso scrivono panzane e inesattezze inaccettabili senza lasciar spazio a commenti, o con stingentissime e selettive politiche di moderazione, non possiamo permetterci, noi che scriviamo e voi, che con la vostra attenzione avete fatto di AD un esperimento di successo, di sprecare lo spazio riservato ai commenti consegnandolo all’inciviltà di pochi, i quali rischiano di vanificare l’utilità che una discussione serena e documentata può portare alla testata e ai suoi lettori.

Non possiamo permettercelo e non ce lo permetteremo, pur sapendo che l’ospitalità nei confronti dei troll e i colossali flame che ne derivano – come alcuni “colleghi” ricordano bene – rappresenta uno strumento di provata efficacia per l’incremento del traffico.

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