Accordo Fiat-Opel: il marchio Lancia verrà soppresso davvero?

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Qui su Appunti Digitali continuiamo a seguire le manovre di espansione del gruppo Fiat , visto anche l’interesse suscitato. Mentre si attendono notizie certe riguardo l’evoluzione delle trattative con GM e istituzioni tedesche per la fusione con Opel, siamo tutti alla ricerca dello scoop, col rischio di farci prendere la mano.

Il settimanale automobilistico tedesco Automobilwoche ha sparato una notizia che deve aver stretto il cuore di tanti appassionati di auto italiani, immediatamente ripresa dalla stampa nostrana: Se andrà in porto la fusione Fiat-Opel, non vi sarà più spazio per Lancia, che andrebbe a sovrapporsi agli altri marchi del gruppo e sarà quindi cancellata.

La stampa automobilistica tedesca, pur sofferente di un campanilismo tanto marcato da sfociare spesso nella goliardia (poi dicono di noi), ci ha abituato ad essere sempre in prima linea negli scoop, tanto da essere una regolare fonte di notizie anhce per la stampa italiana. Per questo motivo forse la stampa italiana, sia quella di settore che quella generalista, si sono affrettati a riportare per buona la notizia. Ma la fretta potrebbe essere cattiva consigliera.

Sinceramente non me la sento di essere lapidario e di dare una smentita definitiva a questa diceria. Una fusione tra i due costruttori necessità una riorganizzazione tale da non poter dare nula per scontato, ma dire che la morte del marchio Lancia sia già stata decisa forse è un tantino azzardato.

Automobilwoche afferma di aver avuto una soffiata da informatori vicini ai vertici Fiat, uan soffiata che se analizzata risulta decisamente poco credibile. Il settimanale teutonico descrive una riorganizzazione del nuovo gruppo alquanto fantasiosa e decisamente poco attuabile.
Lancia dovrebbe scomparire perché non troverebbe spazio nelle sinergie industriali da instaurare tra i brand coinvolti nella fusione. Fiat se ne dovrebbe rimanere per i fatti suoi, mentre Alfa Romeo “beneficerà” della tecnologia Opel per continuare il suo rilancio.Infine Saab dovrebbe essere accorpata alla Chrysler.

Se ancora non state ridendo vi spiego io cosa c’è da ridere. Il giornalista tedesco parte dal presupposto che la riorganizzazione dei marchi partirà da una razionalizzazioni delle forze ingegneristiche ed industriali, i marchi però non avvitano bulloni ma lavorano soltanto sull’immaginario dei clienti. La vita di un marchio quindi dipende dal mercato e non dalle risorse industriali.

Comunque ipotizziamo che il discorso fi n qui ancora tenga e andiamo ad analizzare i dettagli. Fiat non potrebbe rimanere per i fatti suoi, nonostante i grandi sforzi effettuati negli ultimi anni la gamma dei modelli soffre di un ricambio generazionale dei modelli ancora troppo lento, è chiaro quindi che Fiat vorrà sfruttare a pieno la possibilità di sviluppare motori, pianali e componentistica congiuntamente con il brand tedesco, ma se fosse vero quanto detto dalla rivista, vi sarebbe un motivo in più per non sopprimere Lancia, continuando a proporre le meccaniche Fiat anche nel segmento definito sub-lusso.

Ma la parte davvero insensata riguarda i marchi Saab e Alfa Romeo. La prima sarebbe accorpata alla Chrysler, sempre secondo il giornale tedesco, peccato solamente che la produzione delle due case siano troppo diverse per unire le due produzioni sotto un unico disegno, a meno che Saab non iniziasse a commericalizzare pick up 4000 benzina con sospensioni a balestra. C’è poi da dire che non è ancora detto che Saab possa essere ceduta alla Fiat insieme ad Opel. GM ha fatto sapere recentemente di credere molto nel successo della nuova generazioni di modelli ormai non lontana dal debutto.

Riguardo all’accorpamento Opel-Alfa Romeo resta da capire in che modo la casa del biscione possa crescere grazie alla tecnologia di una casa automobilistica che monta principalmente motori Fiat, che perderà la possibilità di utilizzare i pianali sviluppati da General Motors, che monta su quasi tutta la gamma sospensioni posteriori a bracci longitudinali interconnessi e che se deve realizzare auto sportive compra i telai in Inghilterra.

Per ora insomma gli affezionati ai marchi italiani non hanno motivi per allarmarsi, perché mancano voci autorevoli a confermare la manovra paventata in questi giorni, anche se ribadisco, non si può essere certi di nulla al momento.

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