Strider: un solo ninja per salvare la Terra

Strider CoverIl ventesimo compleanno del Game Boy è stato recentemente celebrato da praticamente tutti gli addetti ai lavori, ma non è l’unico evento importante per quanto riguarda il retrogaming.
Se andiamo a osservare con la lente d’ingrandimento scopriremo che il 1989 è stato uno degli anni più prolifici nella storia dei videogiochi: Duel – Test Drive II, Golden Axe, Populous, Prince of Persia, Sim City sono solo alcuni dei capolavori usciti dalle fucine delle software house dell’epoca.
Tutto nasce con la volontà da parte di CapCom di sviluppare un sistema che non fosse ancorato all’utilizzo di un solo gioco ma consentisse di poter far girare più titoli sullo stesso hardware.
In seguito a svariati progetti nasce finalmente, nel 1988, il CPS-1 (o CapCom System 1) e fa il suo debutto con Forgotten Worlds.
Dopo Ghouls’n Ghosts ospiterà Strider e sarà uno dei primissimi successi della casa giapponese anticipando i vari Final Fight e Street Fighter II, ospitati anch’essi, guarda caso, sullo stesso sistema.

Strider Screenshot

L’industry si accorge immediatamente della bontà del prodotto soprattutto in merito allo stile di gioco ed al character design (vero e proprio marchio di fabbrica CapCom) ed iniziano nel giro di qualche mese i porting verso le altre piattaforme.

A marzo l’arcade e, mentre US Gold si prende cura della parte “computer” (Amiga, C64, Atari ST e ZX Spectrum) a luglio esce la versione NES nel mercato nordamericano.

Merita una citazione a parte perché a differenza degli altri, trarrà ispirazione diretta dal manga Strider Hiryu del disegnatore Tatsum Wada da cui mutuerà lo storyboard.Ma è il 1990 il vero anno di consacrazione, quando consegue il titolo di gioco dell’anno dall’importante rivista americana EGM (acronimo di Electronic Gaming Monthly), recentemente dismessa con l’acquisizione del network 1up.com.

Questo premio e l’assoluto valore del videogioco trasformano Strider nella killer application del momento per il Mega Drive e facendo da traino non solo per la console lanciata da poco e che doveva vincere la battaglia con il Famicom ma anche per tutta la soft-teca Sega di lì a venire.

Il plot comune a tutte le versioni, NES escluso, data l’inizio della storia nel 1998, quando cioè la Terra è teatro di innumerevoli disastri naturali riportando lo stile di vita degli esseri umani ad una continua faida “occhio per occhio” per cercare di sopravvivere.

Qualche anno più tardi, dalla nazione europea denominata Kazafu, comincia l’invasione di creature mai viste prima; i sopravvissuti di questa nuova battaglia vengono resi schiavi.

Si scopre infine che il piano di conquista è stato orchestrato da Grandmaster Maio, un essere leggendario che ha studiato i terrestri dalla sua postazione chiamata The Third Moon.

In una piccola isola dei Mari del Sud chiamata Moralos viene approntata una training location per cercare di riportare l’ordine e scacciare l’invasore alieno.
Tra gli Strider, i difensori della giustizia, viene scelto Hiryu l’unico elemento a conseguire un punteggio di classe A. In un futuristico 2048 ha inizio lo scontro finale.

L’utente dunque, sulla falsariga degli altri videogiochi quali Shadow Dancer, controlla un unico personaggio dotato in questo caso di una sorta di spada al plasma ma il quale potrà estendere i propri poteri o attraverso il classico sistema dei power up oppure giovandosi dell’aiuto di compagni d’avventura robotici come il cane già visto in Shinobi.
Pur configurandosi come un action platform abbastanza tradizionale, Strider mette in campo un ritmo d’azione ed una realizzazione tecnica sia per quanto riguarda la parte grafica che sonora davvero notevole.
La longevità viene compensata da un livello di difficoltà che mette il giocatore sempre sotto pressione per poter poter superare i livelli e gli ostacoli proposti.
La versione Mega Drive resta forse ancora oggi la migliore incarnazione dell’originale su coin-op ma è il videogioco in generale a poter essere considerato come uno dei migliori del suo genere e solo così si può spiegare la sua presenza in praticamente tutte le piattaforme dell’epoca, da quelle già menzionate al porting per il NEC PC Engine, Master System, Playstation ed infine nelle più recenti PS2 e PSP come facente parte del titolo Capcom Classic Collections: Remixed.

Nonostante i capitoli successivi (Strider 2 e Strider Returns) non abbiano avuto lo stesso impatto, Strider insieme a Shinobi , costituisce uno di quei tasselli che non può davvero mancare nella ludoteca di un amante di ninja, shuriken ed azione combinata alle arti marziali.

[image courtesy of IGN]

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