2012 Odissea nel digitale Terrestre

Non ho resistito alla tentazione di citare il celeberrimo film di Kubrick nel titolo del post, ma tutti ci auguriamo che il passaggio alla tecnologia digitale terrestre che l’Italia ha già iniziato, non si riveli una odissea, in ogni caso, come ripete ossessivamente lo spot on air in questi giorni “Ci siamo”:

Avranno avuto l’impressione di vivere una Odissea, forse, quella minoranza di utenti della Sardegna che nel passaggio verso una tecnologia che promette migliore qualità visiva, maggiore offerta di canali e interattività, si sono ritrovati invece a non riuscire a vedere niente. Purtroppo o per fortuna il digitale è così, fatto di zero e uno, o si vede bene o non si vede affatto.

Ma sebbene i diritti di quella minoranza vadano assolutamente rispettati e tutelati, bisogna pur sempre tenere presente che si tratta di una percentuale minoritaria, e che eventuali problemi riscontrati durante lo switch, dovranno essere risolti, si spera nel più breve tempo possibile.

Dopo la Sardegna, a passare al digitale non sono state delle regioni, ma due canali: Rai Due e Rete Quattro; non ovunque però, queste reti, sono già trasmesse esclusivamente in digitale, in alcuni comuni della Valle D’Aosta, 104 della provincia di Trento, ed altri delle provincie limitrofe.
Entro il 20 maggio effettueranno lo switch anche in 568 comuni del Piemonte, e 4 delle provincie limitrofe. Il 16 giugno toccherà a 166 comuni del Lazio e 8 della provincia di Terni.

Il Ministero per le Comunicazioni ha pubblicato il calendario di come è stato programmato il passaggio al digitale terrestre anche per tutte le altre reti televisive, entro il 2012, secondo 15 macro-regioni. Per essere pronti ci vuole almeno un decoder. Si, almeno uno perché ad ogni televisore il suo, altrimenti non sarà possibile guardare contemporaneamente due o più televisori.

Secondo gli entusiasti di questa tecnologia, i benefici che ne verranno non saranno solo di tipo tecnico. Ci sarebbe da aspettarsi un miglioramento anche della qualità della programmazione, non solo per effetto della maggiore concorrenza, dovuta all’enorme numero di canali in più che sono disponibili grazie al digitale, ma anche per effetto delle caratteristiche intrinseche alla nuova televisione interattiva.

L’idea sarebbe che gli autori dei programmi dovrebbero essere stimolati e motivati a cercare idee innovative per sfruttare le possibilità di interazione con l’utente, attraverso il telecomando.

Io non sono così ottimista, lo vediamo accadere tutti i giorni sul web: non è la disponibilità di una tecnologia a determinarne l’adozione, ma numerosi altri fattori, tra cui è sicuramente molto importante la facilità di accesso, ma non è l’unico.

Speriamo che gli autori, o chi per loro sappiano andare oltre il televoto, perché se tutta questa tecnologia e il denaro speso e che spenderemo per adottarla, dovesse servire solo per passare dal votare con il telefono a votare con il telecomando, direi che non ne vale la pena.

Markingegno

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