Amiga CD 32: il canto del cigno targato Commodore

Amiga LogoAll’insegna della nostalgia e lacrimuccia, il nostro settimanale “back in the days” si sofferma sull’ultimo progetto realizzato dall’amata Commodore prima di venire travolta dai problemi finanziari in cui versava ormai da anni.

Insieme al Philips CD-I di cui abbiamo già parlato, Panasonic 3DO e la futura Playstation, rappresenta il tentativo di far convergere il videogioco con il desiderio di “multimedialità”, mercato in forte ascesa con il diffondersi delle nuove tecnologie audiovisive digitali.


Amiga CD32

Sebbene l’Amiga CD32 venga riconosciuta come la prima macchina della sua specie, lo spartiacque tra la quarta e la nascente quinta generazione, dovessimo considerare il solo mercato nipponico, sarebbe forse giusto attribuire la palma al FM Marty che anticipò la creatura Commodore di qualche mese.

Il condizionale è d’obbligo poiché vi è tutt’oggi una diatriba mai risolta sulla questione “true 32 bit”.
La console giapponese utilizzava al proprio interno, come CPU, il processore AMD 386SX, versione economica dell’Intel 80386, dal quale si differenziava nell’utilizzo di un bus dati a soli 16 bit mentre lo spazio di indirizzamento era di 32 bit.

Ad ogni modo, dopo essere stata presentata al Museo delle Scienze di Londra nel luglio 1993, a settembre del medesimo anno fa finalmente la comparsa nei negozi.

L’accoglienza è molto buona in Europa, tanto da superare le richieste delle piattaforme competitor dotate di lettore CD-ROM, tra cui il Sega Mega CD.

Proprio nel mentre del lancio sul fondamentale territorio nordamericano, un problema di violazione di patent licensing con una società statunitense causò il blocco dell’importazione della componentistica, ingiunzione ordinata da un giudice della Corte Federale.

Il problema è che Commodore nel frattempo aveva già approntato uno stabilimento nelle Filippine per l’approvigionamento dell’hardware.

Nonostante dal Canada i negozianti importassero lo stesso il prodotto “incriminato”, i ritardi fecero sì che le vendite non decollarono mai causando invece un accumulo di debiti fino alla chiusura della fabbrica stessa.

La filiale UK fu l’unica a resistere fino alla fine ma la bancarotta di Commodore International, datato aprile 1994, decretò la fine prematura del ciclo di vita dell’Amiga CD 32 dopo soli sette mesi dalla sua commercializzazione.

Dal punto di vista tecnico sono molte le somiglianze con il modello 1200; basato sul chipset AGA (Advanced Graphic Architecture), poteva diventare a tutti gli effetti un computer tramite l’utilizzo di accessori di terze parti come tastiera, disco fisso e mouse.
Vediamo dunque nel dettaglio le caratteristiche tecniche:

  • CPU: Motorola 68EC020 a 32 bit (ma con spazio di indirizzamento a 24 bit, quindi come va considerata la posizione rispetto all’FM Marty?) con clock a 14.3 Mhz
  • RAM: 2 MB
  • Video: coprocessore Lisa che consentiva risoluzione 1280*512 interlacciata, con una palette a 24 bit per un massimo di 262144 colori utilizzando l’HAM-8 mode
  • Audio: stereo 2 canali + 4 voce controllati dal coprocessore Paula
  • Supporto: CD-ROM
  • Uscite: S-Video, composito, TV out
  • Periferiche: 2x mouse/joypad, tastiera
  • SO: Amiga OS 3.1

Al di là dei problemi finanziari, il denominatore comune di questi flop, come negli altri casi analizzati in precedenza, fu la mancanza cronica di titoli di spessore.

La soft-teca era composta principalmente da riproposizioni di vecchie glorie del parco giochi Amiga ma nessun videogioco in grado di convincere i potenziali acquirenti che, grazie al CD32, sarebbero entrati in una nuova fase generazionale.

E quando killer application come Doom e la serie di giochi “Virtua” vennero annunciati su altre piattaforme, gli addetti ai lavori cominciarono ad obiettare sull’effettiva solidità della console proposta da Commodore.

La storia avrebbe potuta essere diversa?
Forse. La società godeva certamente ancora di notevole seguito, lo dimostra il fatto che in Europa le richieste furono maggiori rispetto alla capacità produttiva e quindi le 100 mila unità vendute sarebbero potute essere decisamente superiori.

Certo lo schiacciasassi Playstation era ormai dietro l’angolo e come perirono gli altri aspiranti concorrenti, probabilmente il CD32 avrebbe fatto la stessa fine.

Ma sarebbe stata una fine un po’ più dignitosa, come per la console anche per Commodore stessa, affossatasi con le sue stesse mani e seguita, seppur a qualche anno di distanza, da quasi tutti gli antagonisti che imperarono nella metà degli anni ’90.

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