L’editoria italiana contro Google

La class action statunitense contro Google va avanti, alla ricerca di un accordo definitivo tra il servizio Google Books, gli autori e gli editori.

Si procede per la ricerca di un accordo e sono stati invitati a dire la propria i detentori dei diritti di tutto il mondo, o almeno quelli che hanno pubblicato opere attualmente indicizzate da Google Books. Tra queste ci sono quelle tutelate dalla SIAE, società che si sta impegnando nella promozione della conoscenza dell’azione legale in corso, spiegando ai diretti interessati i termini dell’accordo.

Google, mentre inizia la distribuzione, insieme a Sony, di vecchie edizioni libere da diritti d’autore gratuitamente, sembra tuttavia cercare di mantenere dei buoni rapporti con gli autori ancora in vita, i quali hanno tempo fino al 5 maggio per decidere se accettare o meno la proposta.

Il servizio Google Books, mantiene digitalizzato e indicizzato l’intero contenuto di uno sterminato numero di pubblicazioni editoriali presenti sul mercato statunitense, in cui naturalmente figurano i testi pubblicati da autori ed editori di tutto il mondo, anche italiani. Il servizio prevede la possibilità di compiere ricerche all’interno di tutti i libri indicizzati, permettendo una preview di un numero limitato di pagine.

Quello che non è mai andato a genio alle controparti della carta stampataè il non essere mai stati interpellati e, naturalmente, non guadagnare nulla dal servizio offerto da Google.

L’accordo prevede il pagamento di 60 dollari per ogni libro indicizzato, fornendo poi a chi detiene i diritti di pubblicazione il 63% dei guadagni ottenuti dall’utilizzo di ogni opera da parte degli utenti.
Google però non regalerà niente: attualmente il servizio ha la sola funzione di anteprima per i libri coperti da copyright, ma a Mountain View pretendono di sfruttare commercialmente le opere, permettendo la consultazione di libri ritenuti non più reperibili all’interno delle biblioteche, attraverso formule di abbonamento per la consultazione dell’intero archivio da parte di varie istituzione (scuole, biblioteche, università ecc.) e tramite la vendita di ebook ai consumatori privati.

Una proposta che non piace a molti, poiché è vista come un ulteriore atto di forza da parte di Google, che dopo aver digitalizzato le opere senza aver chiesto alcun consenso ora propone un accordo che implicitamente mirerebbe a dettare le regole del mercato dell’editoria futuro, scostando le case editrici dall’importante compito della distribuzione dei testi.

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