Crusader: un’immersione nel mondo cyberpunk

Crusader: no remorseIn questo freddo venerdì di gennaio, torniamo ad occuparci di vecchie glorie videoludiche per PC con un gioco che ha sottratto al sottoscritto, come penso a molti altri videogiocatori dei tempi del DOS, innumerevoli ore di sonno. Un gioco che non esito a definire un capolavoro in quanto a dettaglio grafico, longevità, immersività, profondità della trama, colonna sonora: Crusader: No Remorse.

Sviluppatore di questo luminoso capitolo della storia videoludica è nient’altro che la Origin, autrice di altri capolavori fra cui ricordiamo la saga di Ultima .

In giochi come Ultima e per l’appunto Crusader, scopriamo che il motto “We create worlds”, è per Origin una vera vocazione, supportata da genio e creatività, non uno sterile payoff composto abbinando parole ad effetto.

Entriamo dunque nel mondo di Crusader e scopriamo come il nostro eroe, si dovrà adoperare per mandare all’aria i piani dell’onnipotente e onnipresente WEC.

La trama di Crusader attinge a piene mani all’universo del cyberpunk e della science fiction, trasportandoci in un mondo dal vago gusto dick/huxleyano, dominato da una corporazione – il WEC, World Economic Consortium – che, oltre ad esercitare un controllo totale ed autoritario sul mondo, si serve abbondantemente di tecnologia e manipolazioni genetiche per creare le sue truppe d’elite.

Nemico giurato del WEC, nonché unica speranza per l’umanità, è un gruppo di ribelli denominato senza troppo sforzo creativo “la resistenza”, che conosce la crudeltà che si nasconde dietro l’apparenza patinata della WEC e perciò la combatte con ogni mezzo.

Avviato il gioco, previa creazione di un boot disk con gestione della memoria XMS – meraviglie di MS-DOS! – un filmato in full motion ci presenta una scena inquietante: tre soldati di un corpo d’elite della WEC, subiscono un’imboscata da parte di un’unità mech, sempre della WEC, dopo essersi rifiutati di eliminare dei civili.

Per il capitano, unico superstite, la fedeltà alla WEC è compromessa: come può eliminare i suoi stessi uomini? La decisione di passare alla resistenza è per il nostro Silencer – la più formidabile unità speciale della WEC – immediata.

Gli ex amici da eliminare sono molti e ben equipaggiati, ma cadono a centinaia sotto il fuoco delle numerose e sofisticatissime armi che il contrabbandiere di fiducia della resistenza, “the weasel”, ci vende in cambio dei crediti accumulati durante le missioni.

Crusader: no regretUna triste scoperta attende il nostro Silencer nelle ultime missioni: i Silencer – come i replicanti di Blade Runner – non hanno genitori, non hanno passato: sono prodotti in serie nei laboratori della WEC al solo fine di essere degli ottimi soldati.

Come avrete capito, il gioco si articola in missioni, intervallate da momenti di “relax” nella base ribelle, dove troviamo il nostro fido contrabbandiere, pronto a venderci munizioni e l’ultimo grido in fatto di armamenti: mitragliatori, cannoni al plasma, sfiziosissime granate telecomandate.

Durante le missioni la prospettiva isometrica – una versione evoluta di quella di Ultima VIII Pagan – consente di sollazzarsi con gustosissimi agguati, ed è altrettanto straordinaria la possibilità di distruggere con proiettili o esplosivi, praticamente tutto ciò che si trova sullo schermo.

Da non dimenticare la possibilità di controllare da remoto mech, mitragliatrici a torretta e cannoni automatici, per sterminare preventivamente ogni resistenza nemica.

Di Crusader, capace di girare su un 486 DX2 da 66Mhz, sorprende ancora la grafica, dettagliata all’inverosimile, e accompagnata da una colonna sonora che contribuisce enormemente a costruire l’angosciante ambientazione postmoderna del gioco.

Altro segnale della grande cura usata nella realizzazione del gioco, è la presenza di numerosi spezzoni di video in full motion, durante tutto lo svolgersi del gioco: dai briefing del comandante fino ai colloqui con infiltrati durante la missione, o alle trattative con “the weasel”, innumerevoli video sono stati girati, con veri attori reclutati all’uopo.

Dall’apertura della scatola – contenente un dettagliato “manuale della resistenza” – in poi, Crusader rappresenta un’esperienza di gioco coinvolgente e ricca. Assieme al suo seguito, Crusader: No Regret, merita un posto nella memoria dei videogamers e non solo, per aver contribuito a chiarire che l’arte in un videogioco, oltre che su una dimensione visuale e sonora, può esprimersi anche sull’asse della regia creativa, che in Crusader assume un ruolo predominante.

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