Copyright, venti di protezionismo spirano dalla Gran Bretagna

steal this album Possibile estensione della tutela del diritto d’autore per la musica dagli attuali 50 anni fino a 75 – non 90 come era stato richiesto, ma pur sempre un consistente balzo in avanti; una lettera firmata da gran parte dello star-system britannico per invitare il governo a prendere provvedimenti contro la minaccia del pirateria; l’industria musicale all’attacco contro Myspace e siti simili che consentono la condivisione di file musicali in violazione del diritto d’autore.

Tutti segnali di un nuovo attacco da parte di chi sostiene l’importanza del diritto d’autore come sistema per sostenere “l’industria della creatività” e che accusa Internet e le tecnologie digitali di far passare il concetto che tutto possa essere trovato online gratuitamente.

In testa le etichette discografiche che puntano nuovamente il dito contro gli Internet Service Provider, rei di connivenza con i pirati del peer to peer, e che dovrebbero essere costretti dalle leggi, ad impedire o perseguire chi viola il diritto d’autore.

La storia, si sa, è fatta dai vincitori, e quindi solo tra qualche anno, lustri al massimo, potremo ricordare questa diatriba come una lotta tra buoni e cattivi, in cui hanno prevalso i buoni. Al momento non sembra possibile stabilire chi realmente siano i buoni e chi i cattivi: le etichette che parlano del diritto d’autore come strumento per la tutela dell’industria creativa, o chi sostiene che il peer to peer ristabilisca un equilibrio in risposta a dei prezzi troppo elevati imposti dagli oligopoli presenti nell’industria discografica e cinematografica in particolare.

Arbitro della partita, in un certo, senso la tecnologia, che da un lato ha prodotto una rivoluzione nella maniera in cui vengono fruiti i prodotti multimediali, e dall’altro potrebbe essere lo strumento altrettanto potente da bloccare questa rivoluzione.

Più probabilmente la risposta che la tecnologia può fornire è quella che permetta ad un’industria comunque in crisi, come quella discografica, ed un po’ meno quella cinematografica, di individuare nuovi canali e nuove forme di distribuzione, per produrre utili in maniera equa rispetto al valore del prodotto creativo.

[photo credit: Anirudh Koul]

Markingegno

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