Cambio Euro-Dollaro, i conti non tornano

Extortion - Dvorak BlogPrendo spunto da un articolo di The Inquirer – ahimè orfano del titanico Mike Magee – per trattare un problema che da anni mi ronza per la testa. Vorrei affrontare questo problema con la vostra collaborazione, per capire se davvero, come sembra, siamo vittima di una serie di furbacchioni o se piuttosto la “globalizzazione” è più stupida e inefficiente di quanto credessimo.

In questi giorni apprendiamo che l’intervento di sostituzione della batteria per il Macbook Air, costa in Europa solo il 50% in più di quel che costa negli USA (in sterline, 66 contro 103). Già da tempo vado raccogliendo dati riguardanti le inaccettabili differenze di prezzo fra gli stessi beni venduti. Vediamo qualche esempio.

Per comodità riporterò tutti i prezzi in Euro, al cambio odierno secondo Yahoo Finance.

Apple TV: USA € 158, EU € 299

Macbook: USA € 760, EU € 1049

Macbook Pro: USA € 1383, EU € 1899

Leopard: USA € 89, EU € 129

Sony DSC T70: USA € 207 (sito Sony), EU € 270 (Kelkoo)

Sony VAIO TZ: USA € 1937 (sito Sony), EU 2463 (Kelkoo, prodotto di pari caratteristiche)

Sony BDP-S300: (Lettore Blu Ray): USA € 276, EU 472 (Kelkoo, miglior prezzo)

Sony Playstation3: USA € 276 (Spiderman3), EU € 399

Adobe CS3: USA € 1245, EU € 2639

Microsoft Vista Home Premium: USA € 168, EU € 359

Insomma, potrei andare avanti tutta la giornata. Con i prodotti finora presi in considerazione abbiamo aumenti in media per il 60%, con punte del 113%.

Cerchiamo di capire in che modo l’attraversamento dell’oceano carica le merci di questi sovrapprezzi. A mia conoscenza, ma è gradito il vostro contributo, i fattori che comportano un aggravio strutturale sono:

– garanzia europea, più impegnativa per i produttori;

– IVA

– dazi doganali

– spese di spedizione (pressoché irrilevanti su grandi quantità)

Tra l’altro la VAT – l’IVA americana che vediamo già inclusa nei prezzi al pubblico – viene scorporata, per cui l’IVA si applica sul prezzo al netto della VAT.

La non omogeneità degli aumenti indica di per sé che è rilevante la discrezionalità del produttore sui prezzi nei vari mercati. Che alcuni ci marcino mi pare pure abbastanza evidente: desidero sottolineare che nei confronti fatti sono stati sempre applicati i prezzi ufficiali per gli USA, mentre per gli equivalenti europei, ove impossibile accedere ai prezzi ufficiali, è stato rilevato il prezzo su strada, solitamente più basso. Se dovessimo prendere i prezzi da siti di e-commerce americani assisteremmo ad un ulteriore drastico aumento del gap a causa dell’elevatissima concorrenzialità di quel mercato rispetto a quello nostrano.

Che dire, mi sento un po’ preso per fondelli. Se mai mi verrà data opportunità di acquistare dagli USA con qualche escamotage legale (tipo quello segnalato da Markingegno), non me la lascerò sfuggire.

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