Wikipedia nella lista nera dei siti pedofili in UK, 20.000 collaboratori tagliati fuori

jay_walsh_may_2008.JPGWikipedia è il fulcro di una controversa vicenda che si sta svolgendo nel Regno Unito. Tutto è cominciato quando l’IWF, un’organizzazione di volontari che esiste per segnalare materiale illegale sul web, ha chiesto ai provider inglesi di bloccare la pagina dedicata a Virgin Killer: un album degli Scorpions, che raffigura in copertina una bambina di dieci anni nuda quasi integralmente.

La pagina in questione è attualmente censurata dagli ISP britannici, ma i problemi causati all’enciclopedia libera sono ben più gravi. Dall’inizio del provvedimento, Wikipedia arriva agli utenti tramite un proxy, rendendo impossibile per i server che ospitano il sito tracciare gli indirizzi IP dei collaboratori, che non essendo riconosciuti non hanno accesso al proprio account. Sono ben 20.000 (circa un quarto dei collaboratori per la wikipedia in inglese) i collaboratori talgliati fuori.

Come potete vedere anche da soli, la foto incriminata non è ancora stata rimossa e la modifica alla pagina è stata disabilitata dagli amministratori. Jay Walsh (in foto), quindi non vuole cedere ma contemporaneamente è in contatto con gli ISP inglesi per risolvere il problema.

Mentre io mi chiedo cosa ci sia di pornografico nel nudo di una bambina in età prepuberale, soprattutto se inserita di un contesto documentale in cui viene raccontata la storia della copertina al centro di polemiche da 30 anni, qualcuno fa notare che  il disco e la sua copertina sono regolarmente in vendita in tutti i negozi di dischi britannici dal 1976.

Questa vicenda fa tornare in primo piano il tema della pedofilia, che così come la conosciamo oggi è un fenomeno nato con la rete. La violenza sessuale contro minori è giustamente considerata una pratica terribile, soprattutto alla luce delle conseguenze psicologiche presenti e future che in un sistema culturale come il nostro la vittima deve affrontare, ma nell’epoca degli scandali per i traffici di materiale pedopornografico sul web anche altre perversioni si sono fatte strada.

Sull’onda dell’indignazione, la solita stampa sensazionalista ha sempre spinto l’acceleratore su un argomento facile da far fruttare, mietendo vittime e danni ovunque. Articoli che proclamavano lo scandalo sbattendo nei giornali le foto di mostri che “gestivano traffici internazionali di foto pedopornografici”, quando la realtà era fatta di reti P2P primitive in cui due volte su tre il materiale scaricato non corrispondeva al nome file, hanno mietuto troppe vittime innocenti, suicidatesi per la vergogna o comunque rovinate per sempre nella reputazione.

Troppi danni sono stati apportati però anche culturalmente, con la creazione di un nuovo moralismo perverso, che ha sostituito l’innocenza dell’immagine di un bambino con pensieri raccapriccianti.

L’immagine oscena di un bambino come oggetto sessuale, mentre in passato era presente in una minoranza di persone disturbate, ora viene continuamente sbattuta in faccia a tutti, rendendola parte del nostro immaginario quotidiano, spingendo questa perversione a manifestarsi in quelle persone in cui è latente e in cui non si sarebbe mai manifestata altrimenti. Gli “psicologi” da talk show pomeridiano però questo non lo dicono quando affrontano l’argomento, per non sputare nel piatto in cui mangiano.

Gli unici a godersela in tutta questa faccenda sono gli Scorpions, che hanno l’onore di aver pubblicato l’album più controverso della musica contemporanea e gli amanti della musica metal, che a ridere di moralisti che inciampano su stupide provocazioni ci sono abituati.

Spero che un giorno potremo tornare a percepire il nudo di un bambino come simbolo di innocenza e purezza, sorridendo di una sciocca provocazione, e mi auguro che la pedofilia non sia un altro pretesto per minacciare il libero scambio di idee.

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