Pownce is shutting down

pownce

Con una mail dal titolo “Pownce is shutting down” lo strumento di microblogging creato da Kevin Rose, il fondatore di Digg, per intenderci, ha comunicato ufficialmente ai suoi utenti che dal prossimo 15 dicembre non sarà più attivo.

We are sad to announce that Pownce is shutting down on December 15, 2008. As of today, Pownce will no longer be accepting new users or new ro accounts.
To help with your transition, we have built an export tool so you can save your content. […]

In molti avevano espresso giudizi positivi sulla piattaforma, ed io stesso ne sono ero un estimatore , tra gli altri, sul sito Mashable leggiamo:

Pownce was the Twitter fan’s dream come true

Pownce come realizzazione dei sogni dei Twitter-fan, grazie alla possibilità di creare gruppi, condividere file e molte altre feature che l’uccellino azzurro non offre. Anche Stan Schroeder, l’autore del post, era convinto che Pownce offrisse un servizio migliore, ma conclude che evidentemente si sbagliava.

Beh, non sono affatto d’accordo. Troppo facile dire che chi vince ha ragione. Mi ricorda l’atteggiamento di alcuni pseudo-giornalisti sportivi, capaci di dare dell’incomptente ad un allenatore per novanta minuti, salvo poi cambiare completamente il proprio giudizio se la sua squadra vince anche per un autogol degli avversari.

Il livelli di analisi sono almeno due, e bisogna essere capaci di tenerli separati. Un conto sono le caratteristiche del prodotto/servizio offerto, le sue potenzialità e quanto sia utile per l’utente. Altro invece è il livello puramente aziendale, di business, dove contano i budget a disposizione e le scelte di marketing.

Chiaro, i due livelli sono comunicanti ed in stretta relazione l’uno con l’altro. Può succedere, come nel caso di Twitter, che un prodotto, ancorché non affidabile e soggetto a continui down, si regga sulla simpatia e sulla fedeltà degli utenti. Può accadere anche che un servizio, evidentemente più efficiente, e più completo sotto numerosi aspetti, sia costretto a chiudere i battenti. Tutto questo può succedere, ma non può e non dovrebbe modificare il giudizio complessivo su quel servizio.

Pownce non chiude perché le feature che ha proposto siano sbagliate, ne sono convinto. Less is better? In alcuni casi evidentemente si, ma state pur certi che neppurela fedeltà a questo principio garantisce il successo. Troppo facile dire “sapevo che sarebbe andata a finire così”, ora, quando i giochi sono chiusi.

Markingegno

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