Silverlight 2 ha tagliato il traguardo. Il punto della situazione

Silverlight LogoQ3 Gates dixit e Q3 è stato. Se proprio analizzassimo le date con la fiscalità e formalità in “modalità svizzera” allora dovremmo concludere che in realtà il termine non è stato rispettato; ma in fondo si tratta di un paio di settimane, assolutamente trascurabili rispetto agli obiettivi iniziali e l’evoluzione del progetto.

E fa piacere sapere che anche nell’Informatica, così come per i treni, a volte si riescano a rispettare le roadmap e le scadenze.
Il 13 ottobre corrente anno è stato annunciata al mondo la seconda major release di Silverlight, tramite un comunicato stampa e un annuncio sul blog di Scott Guthrie, nome che probabilmente non vi suonerà nuovo (anche perché è uno dei maggiori esperti per quanto riguarda le tecnologie Microsoft nel campo delle webapplication).
Il giorno seguente è stato reso disponibile il download del plug-in che consente la visualizzazione di applicazioni realizzate con questo aggiornamento.

Qualche mese fa abbiamo accennato ai cambiamenti apportati in questa versione 2.0 e alle possibili implicazioni commerciali. Cerchiamo ora, con il prodotto finito tra le mani, di entrare nei dettagli delle funzionalità e di capire i possibili scenari futuri.

All’alba della Beta 2 ci siamo addentrati nello sviluppo e nelle novità presentate con questa major release. Ma quali sono i concreti passi in avanti che dovrebbero diminuire il gap con le altre tecnologie presenti sul mercato e quali invece i pro totalmente a favore del prodotto Microsoft?

Uno dei punti sui quali il team interno ha dovuto enormemente lavorare è stato il set di controlli e il look&feel; indubbiamente Flash, che ha fino ad adesso dominato la scena, può contare su un enorme plotone di grafici e webdesigner che trovano non solo gli strumenti di sviluppo adatti alle proprie esigenze ma anche un ambiente che consente di mettere su “carta” (in questo caso su schermo) il proprio talento e le proprie attitudini nel personalizzare le applicazioni web.
Tutte necessità e contingenze hanno portato ad un ampliamento del set di controlli e funzionalità (tra le quali citiamo lo strafamoso DeepZoom) che ricordano anche dal punto della semantica la tecnologia ASP.NET quindi familiari a sviluppatori di vecchio o nuovo corso del “lato oscuro”.
Ma chi di codice non vuole sentire parlare? Può agire sull’interfaccia e lo strato presentazione semplicemente dando le proprietà delle operazioni eseguibili sulla GUI tramite file XAML (della onnipresente famiglia XML e dotato quindi una grammatica comprensibile anche a chi non ha mai masticato linguaggi di programmazione).
L’immagine sottostante rappresenta un possibile esempio di questo scenario.

 Silverlight 2 Controls

Grossi passi in avanti sono stati compiuti poi nell’ambito streaming, sia con il supporto di un maggior numero di formati audio/video sia con la possibilità di usare flussi a bitrate variabili, particolarmente appetiti nella fruizione di contenuti real-time (perché consentono un abbattimento del carico di dati scambiati tra client e server).

Quali sono invece i punti di forza?
Si racchiudono essenzialmente in una parola di tre lettere: NET.
Rispetto ad altre tecnologie RIA come Flex dove non solo i tool sono sviluppati dalla casa madre o derivano da altri progetti, seppur validi (FlexBuilder), ma anche la convivenza tra gli stessi ambienti dato che non provengono da un’unica entità risulta ovviamente più difficile, le facilitazioni per un qualunque dev sono enormi.
Microsoft mette a disposizione un framework, un DBMS affidabile e un’intera struttura che consente praticamente in toto lo sviluppo di una webapplication verticale senza appoggiarsi a strumenti terzi.
E non è poco. In più ed è questo il vero vantaggio se confrontati con quel che offrono i competitor, lo sviluppatore che vuole utilizzare Silverlight indipendentemente dall’ambito, sia Enterprise o Consumer, utilizzerà il medesimo linguaggio con cui tradizionalmente lavora.

Fino ad oggi è stato C#, il principe della infrastruttura NET ma in futuro potrà essere concretamente qualsiasi altro.
E’ possibile già oggi con i linguaggi per cui è disponibile un cross-compiler (IronPython per esempio), ma domani, con il DLR le cose si faranno decisamente più interessanti.
E a questo proposito rimanete sintonizzati.

Sì ma nel concreto, direte voi? Lasciando perdere i proclami Microsoft per cui si parla di un plugin installato di default già in un terzo se non più delle macchine del pianeta (e io ho i miei dubbi), gli accordi presi in precedenza con Nokia per la distribuzione della tecnologia su device mobili, l’utilizzo da parte di NBC per le trasmissioni tramite webcast e streaming dei contenuti delle recenti Olimpiadi (le quali non hanno registrato particolari disservizi) dimostrano che una valida alternativa al predominio Adobe/Macromedia è in piedi e promette bene.

Era ora che si vedesse un po’ di sana concorrenza. E fa anche piuttosto sorridere che per muovere le acque da una situazione stantia servisse l’ingresso proprio di Microsoft.
Di solito si dice avvenga il contrario.

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