Nuovi Macbook da Apple: fascino dal retrogusto un po’ amaro

macbook_apple_trackpad.jpg

L’hype per la presentazione di nuovi prodotti Apple, raramente fu così alto. Il rinvio dal 29 settembre al 14 ottobre, voluto forse per allontanare la presentazione dei nuovi Macbook e MacBook pro dalla fase calda delle polemiche sulle GPU difettose di nVidia, ha scaldato ancora di più gli animi, e ha permesso di far “scappare” qualche indiscrezione in più, aumentando ancora la febbre degli estimatori.

Finalmente le nuove linee di portatili sono state presentate, talmente nuove da rappresentare una rivoluzione, con innovazioni talmente interessanti da garantire alla Apple ancora qualche tempo di tranquilla e beata superiorità rispetto alla concorrenza in termini di usabilità.

Quando però si desidera tanto e per troppo tempo qualcosa, come si sa, si rischia di rimanere delusi a priori. Per questo motivo, a giudicare dai primi commenti a caldo degli utenti, la nuova linea non è piaciuta a tutti. Forse per alcune cose basterà fare l’occhio e l’abitudine, ma alcuni particolari hanno fatto arrabbiare tutti.

Dal mio punto di vista, l’impatto iniziale con i nuovi portatili della mela è entusiasmante.
La novità principale e fondamentale è rappresentata dal nuovo chassis in alluminio monoblocco, ricavato dal pieno. Tale soluzione, vociferata da tempo con il nome in codice “brick”, cambia radicalmente l’estetica, riduce la complessità costruttiva e il peso e permetterà ad Apple di scalare la classifica ecologica di Greenpeace, che giudica le aziende del settore informatico e quello dell’elettronica di consumo.

Finalmente anche la casa della mela abbandona le lampade a incandescenza per la retroilluminazione dello schermo per passare ai LED e ora è protetto da un vetro che si estende fin sopra la cornice, che diventa nera per migliorare l’esperienza visiva del display. La nuova tastiera è disponibile con la retroilluminazione e quando il portatile viene chiuso ed entra in standby, una piccola luce si fa strada attraverso il bordo esterno in alluminio.

Scusate ma questo particolare mi fa impazzire. Una parte del bordo viene microforata con il laser. I fori sono talmente piccoli da non essere visibili ad occhio nudo, e di fatto la superficie appare liscia e senza interruzioni, ma quando la spia LED posteriore si accende, l’alluminio sembra brillare di luce propria. Stupendo.

La novità principale però è rappresentata dal nuovo trackpad. Visto che a questo mondo erano in tanti a sostenere che un solo tasto non era sufficiente, si è deciso di eliminare anche quello, potendo così aumentare del 37% la superficie del trackpad stesso, che ora è di vetro.

Chiunque usa il portatile sa che la maggior parte delle operazioni di puntamento possono essere eseguite sostituendo alla pressione dei tasti con un click sul trackpad stesso. Soluzione questa non praticissima ma a volte preferibile. Apple ha esteso questo concetto, trasformando tutta la superficie in un unico grande tasto clickabile. Ora si possono usare fino a quattro dita e i click possono avere una diversa valenza a seconda di quante dita sono appoggiate sulla superficie al momento della pressione.

Sotto l’alluminio arriva il consueto aggiornamento dei componenti hardware, tra cui spicca l’adozione della GPU 9400M di nVidia, con memoria condivisa, ma quello che fa molto più rumore è quello che non c’è.

In molti non hanno apprezzato la mancanza del supporto dei dischi Blu Ray da parte dell’unità ottica, ma quello che ha scatenato l’ira dei fan della Mela è l’assenza della porta Firewire 400 da entrambi i nuovi modelli presentati. Nel pro è presente solo la porta Firewire 800, mentre i futuri utenti del notebook di fascia “bassa” dovranno accontentarsi delle porte USB.

Mi piacerebbe tanto conoscere le motivazioni di una tale scelta. I possessori del modello Pro potranno facilmente arrangiarsi acquistando in caso di necessità utilizzando appositi adattatori, ma la mancanza di una qualsiasi Firewire nel fratello minore impedirà limita non poco il range di utilizzo di una buona fetta della clientela affezionata.

Molti che già possiedono dispositivi, spesso dischi esterni, da utilizzare con questa interfaccia e che necessitano di sfruttarne la maggiore efficienza, per il cambio generazionale si troveranno costretti al grande salto verso il MacBook Pro.

Altra delusione è il prezzo: 1200 euro per il modello di ingresso di nuova generazione, sembrano tanti, e non solo a me da quel che leggo in giro. È vero che i notebook della Mela non sono mai stati così abbordabili, ed è vero che rimane in listino il modello precedente con “carrozzeria” in plastica ad un prezzo leggermente più basso, però negli ultimi tempi, per via di alcune dichiarazioni che annunciavano un cambio di strategia e un assottigliamento dei margini sul venduto per un certo periodo di tempo, in tanti speravano in una nuova politica dei prezzi, che di fatto non c’è stata. Peccato.

Chiudo menzionando ciò che non è stato presentato e che alcuni attendevano: manca all’appello il vociferato netbook che avrebbe dovuto entrare nel segmento dell’eeepc.
Un netbook made in Cupertino non era plausibile, per quanto tanti possano averlo desiderato, innanzitutto perché una caratteristica essenziale in questa categoria è un prezzo interessante, che possa giustificare le limitazioni nel range di utilizzo rispetto ad un notebook, mentre Apple è abituata a farsi desiderare.

Va anche considerato poi che Apple ha già diversi prodotti che possono soddisfare questo compromesso tra mobilità e usabilità: iPhone e iPod Touch si possono tranquillamente considerare più versatili della maggior parte dei palmari e degli smartphone in circolazione, e poi c’è il MacBook Air, che in quanto a trasportabilità non ha niente da invidiare a nessuno e che offre un’esperienza di gran lunga pi completa rispetto ai nettop, anche se ad un prezzo enormemente più alto.

Press ESC to close