L’isola che non c’è

Lost logoSe proprio non volessimo scomodare il romanzo di Barrie (o il memorabile cartone Disney) dovremmo per forza di cose rivolgerci a qualcosa di un po’ più vicino a noi, almeno temporalmente; quindi parleremmo di una misteriosa isola, capace di scomparire, oppure di essere invisibile.

Sto parlando naturalmente dell’isola di Lost, e mi serve per introdurre una invenzione la cui origine è abbastanza inusuale, ma le cui applicazioni sono molto pratiche: tutto parte dalla deviazione dei raggi di luce e termina con un sistema per prevenire i danni degli tsunami.

L’origine di questo propotipo è da far risalire agli studi sulla deviazione delle radiazioni elettromagnetiche, proprio quegli studi sui quali più o meno tutti abbiamo ironizzato tramite un altro personaggio della fantasia. Chi non ha sentito dire o ha letto qualche titolo come “gli scienziati studiano il mantello di Harry Potter“? Il primo passo fu la deviazione di una microonda intorno a un anello di rame, in seguito venne il più difficile esperimento di deviazione di un raggio luminoso intorno a un oggetto solido a tre dimensioni, esperimento solo parzialmente riuscito ma che ha scatenato la fantasia dei giornalisti.

Applicando la medesima idea uno scienziato francese ha ideato un sistema in grado di prevenire l’abbatimento di uno tsunami su una piccola isola o su una piattaforma petrolifera; poiché le onde marine sono solo bidimensionali, i calcoli sono più semplici ed effettivamente il prototipo funziona.

Dispositivo anti tsunami

Basandosi sul principio del vortice (più sei vicino al centro e più veloce ruoti) questa serie di ostacoli concentrici permetterebbe a un’onda di penetrare da un punto qualsiasi e di uscirne da tutti i lati, ma principalmente dal lato opposto, senza passare per il centro, per via della forza radiale impressa dai condotti più stretti al centro.

Il prototipo di dieci centrimetri costruito da Stefan Enoch all’università di Marsiglia ha dato ottimi risultati, e la prima applicazione pratica potrebbe essere proprio intorno alle piattaforme petrolifere offshore, che da sempre sono in balia degli agenti atmosferici e delle onde anomale. Certo, magari non sarà proprio possibile costruire un sistema simile intorno a un’isola o a una costa, per via dei costi proibitivi, ma chissà, magari tra qualche tempo qualcuno troverà davvero il modo per far sparire un’isola ruotando un ingranaggio dentro a una grotta…

[fonte: Newscientist]

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