Pericolo cellulari: le piattaforme “open” sono più vulnerabili

Le possibilità di utilizzo a disposizione dell’utente con i telefoni odierni sono diventate enormi, rispetto a qualche anno fa.

Con la potenza computazionale di smartphone e PDA-Phone siamo in grado di utilizzare suite office, navigare, comunicare tramite videoconferenza perché racchiusi in pochi centimetri di spazio ci sono dei veri e propri computer a permetterci queste operazioni.
Ma è altrettanto vero che maggiori sono gli usi e maggiori sono i pericoli a cui noi utenti siamo esposti.

Oltre ai tradizionali dati sensibili come la rubrica telefonica si sommano anche tutti quelli tipicamente memorizzati sui pc come gli indirizzi di posta elettronica, numeri di carta di credito per le operazioni di homebanking e acquisti online.

I recenti scandali sulle intercettazioni operate da mariti o moglie gelose hanno portato alla luce il fenomeno chiamato snoopware, cioè quella forma di spyware che è in grado di raccogliere informazioni sulle conversazioni e messaggi di testo.

In questo quadro di potenziali pericoli, il fatto che il mercato sia enormemente frammentato di certo non aiuta.

Gli operatori telefonici esercitano spesso e volentieri un controllo molto stretto sulle applicazioni da installare, il che apre di conseguenza le porte all’utilizzo, da parte dei produttori, di piattaforme aperte o di kit che renda la creazione di applicazioni homebrew.
Prima il rilascio del Software Development Kit per l’iPhone, il nascituro Android di Google e il futuro OpenSymbian di cui abbiamo recentemente parlato.

Gli sviluppatori sono diventati improvvisamente uno degli obiettivi primari per le politiche strategiche, influenzate dal modello Open Source che si è rivelato vincente anche nei modelli di business recentemente proposti.
Ma questo richiede anche un maggiore equilibrio tra le vocazioni di apertura e di ispirazione “open” e le necessità di sicurezza e di controllo delle applicazioni durante tutto il processo di deployment.

Symbian 7 e 8 avevano utilizzavano un’architettura che rendeva particolare semplice l’installazione e l’esecuzione di programmi compatibili senza alcun controllo di provenienza tramite firma digitali e accorgimenti affini e che avrebbe comportato una crescita esponenziale del malware disponibile nel breve-medio periodo. Per ovviare a questa situazione, Symbian 9 è stato progettato per essere molto più chiuso, una conseguenza che però, secondo Khoi Nguyen product manager Symantec, ha provocato enormi difficoltà da parte delle software house impegnate nell’ambito della sicurezza a fornire soluzioni ad hoc per device mobili.

Recentemente si è tenuto il CTIA Wireless I.T. & Entertainment show a San Francisco, dove Mark Kominsky, CEO di Bluefire Security Technologies ha affermato in 12-18 mesi saremo davanti ad uno importante spartiacque, qualcosa di simile a quel che coinvolse il settore dei notebook circa 20 anni fa’.

Banda larga, piattaforme open, poco controllo sull’installazione di software, utilizzo massiccio da parte di centinaia di milioni di utenti, sono gli elementi critici di un mercato che grazie all’espansione di Paesi emergenti come la Cina e l’India appare florido con più di un miliardo di unità venduti l’anno scorso.

Per questo si rende necessaria formazione da parte di utenze aziendali  e la creazione di una consapevolezza sui pericoli che si possono verificare specialmente in spazi pubblici con connessioni fornite da hot-spot.

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