Steve Jobs è morto, anzi no

Coccodrillo in forma cartacea

Quello di preparare in anticipo i coccodrilli per i più prossimi candidati all’altro mondo, è uno sport che i giornalisti praticano da sempre, particolarmente da quando le notizie viaggiano alla velocità di Internet.

Quando si preme un po’ troppo sul pedale dell’acceleratore, capita che arrivino notizie dal futuro – un futuro speriamo remoto, beninteso – come quella pubblicata da Bloomberg in cui si piange la scomparsa del CEO di Apple e Pixar, l’amato Steve Jobs.

La notizia, finita online per un errore (tant’è che era accompagnata dalla scritta HOLD FOR RELEASE – DO NOT USE), è ovviamente rimbalzata per tutta la rete, seminando massicce dosi di panico – e, a giudicare da certe idiozie che si leggono in giro, anche qualche stappo.

Panico tra l’altro che affonda le radici in un fiume di illazioni circolate in seguito al macroscopico dimagrimento di Steve Jobs negli ultimi mesi, che ha preoccupato  investitori e analisti fino al punto di causare un crollo azionario di qualche rilievo.

Dalle mie parti si dice che quando qualcuno ti dà per morto, ti si allunga la vita. Sommando i milioni di persone che per qualche minuto hanno creduto nella notizia di Bloomberg… beh, meglio tacere.

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