Il ruolo degli user generated video

citizen news

L’enorme successo di Youtube e la diffusione della banda larga hanno determinato le condizioni per il diffondersi dei video prodotti dagli utenti. Nei primi tempi le finalità erano quasi esclusivamente ludiche, poi si è iniziato a parlare anche di citizen journalism; ovunque accada qualcosa nel mondo è probabile che ci sia una telecamera, un telefonino in grado di riprendere per testimoniare quello che accade.

Si pensi ad esempio alle drammatiche immagini del maremoto in Asia, che ci sono giunte in molti casi proprio grazie ai turisti sopravvissuti che hanno ripreso la catastrofe mentre si realizzava.

Questa tendenza si è sviluppata ed affermata, youtube gli ha dedicato un canale apposito, citizennews , è arrivata Current Tv, che ricerca una esplicita commistione tra il web e la televisione, e più in generale, oggi non c’è programma, comico, sportivo, di notizie o gossip, che non riservi uno spazio al materiale inviato dagli utenti, molto spesso video.

Molto interessante a questo proposito, perché ci permette di fare delle anticipazioni di quello che potrebbe accadere qui da noi in un prossimo futuro, è l’analisi del New York Times , su come i video realizzati da freelance stiano avendo un impatto significativo sulla campagna presidenziale negli Stati Uniti.

Si cita ad esempio, tra gli altri, il video realizzato dal signor Greenwald, che, pur non facendo parte dello staff elettorale di alcun partito, ha realizzato un video in cui s alternavano le immagini del signor Parsley, sostenitore di McCain, mentre attaccava duramente l’islamismo sostenendo addirittura che “gli Stati Uniti sono stati fondati in parte con l’intenzione di vedere distrutta quella religione“, e quelle dello stesso candidato alla Casa Bianca, mentre elogiava Parsley indicandolo come una guida spirituale.

Il video si è diffuso in maniera virale fino ad essere ripreso dall’ABC, [emittente nazionale statunitense], tanto da costringere il Senatore McCain a respingere il sostegno di Parsley.

Questo non è un caso isolato di video che con un investimento economico irrisorio, realizzati da persone non direttamente coinvolte nell’attivismo politico, hanno portato forti scossoni nella campagna elettorale americana.

Questa è la probabile direzione che abbiamo imboccato, nel bene e nel male; anche se siamo ancora ad un livello intermedio, in cui si ha l’impressione che tutti vogliano ricevere video dagli utenti, salvo poi non sapere esattamente come gestirli.

Sono fiducioso che tutta l’energia e il desiderio di partecipazione almeno di una certa fascia di utenti trovi uno sbocco più elaborato, o se vogliamo “alto”, rispetto al video buffo da caricare su Youtube. La fiducia diventa sfacciato ottimismo quando penso che Internet possa rappresentare uno strumento di riequilibrio di una situazione ai limiti del paradossale per quanto riguarda la distribuzione delle reti Tv nazionali.

Markingegno

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