Ivanpah Solar – il più grande impianto Solare Termodinamico al mondo

Nonostante le difficoltà e la discontinuità, la rubrica Energia e Futuro prosegue e per il post odierno andiamo a ritrovare un argomento già esposto diverso tempo fa, ovvero il “Solare Termodinamico“, di cui avevamo già parlato in questi due post (qui e qui).

IL PIÙ GRANDE IMPIANTO SOLARE DEL MONDO

L’occasione per riparlare di Solare Termodinamico è stata la recente notizia dell’entrata in servizio del più grande impianto del genere mai realizzato, l’impianto Ivanpah Solar Electric Generating System realizzato negli Stati Uniti al confine tra gli stati della California e del Nevada (Google Maps).

Se la prima particolarità di questo impianto è il suo essere il più grande, la seconda è quella di essere stato realizzato da un consorzio di aziende che vede, oltre a Brightsource ed NRG, anche il colosso di Mountain View, ovvero Google.

Tale impianto è costituito in realtà da tre impianti a torre solare, e l’estensione complessiva è di circa 3500 acri, ovvero circa 1416 ettari (14.16 km2).

Complessivamente il numero di eliostati installati supera le 300.000 unità e le tre torri sono alte circa 140m ciascuna.

Una volta a regime l’impianto dovrebbe essere caratterizzato da una Potenza Nominale pari a 377MW, prodotti attraverso la trasformazione dell’energia termica assorbita dal fluido vettore (acqua opportunamente trattata) in energia elettrica attraverso i tre impianti di conversione, sostanzialmente degli impianti termoelettrici a vapore con condensazione ad aria, a disposizione delle tre unità.

Purtroppo dal sito del progetto non sono disponibili molte altre informazioni tecniche, come ad esempio disponibilità di sistemi di accumulo ed il numero di ore/anno di funzionamento dell’impianto previste, dati che aiuterebbero a valutare meglio la validità di tale soluzione, ma rimane comunque importante ricordare che l’effettiva energia prodotta si discosta da quella producibile dal dato di potenza nominale in quanto strettamente dipendente dall’insolazione raccolta, pertanto anche considerando un valore elevato (utilizzato come valore di esempio, superiore al valore degli impianti esposti nei link) come 4000 ore/anno si otterrebbe una produzione di Energia Elettrica pari a circa 1.5TWh/anno, valore considerevole ma comunque sensibilmente inferiore rispetto a quanto attualmente prodotto con gli impianti tradizionali.

Ecco alcune immagini dell’impianto:

close-up-first-flux

(Particolare della torre solare )

Steam-Blows-900

(Vista di una delle unità)

Unit-1-9001

(L’unità 1 vista dall’alto)

Prima di chiudere il post vorrei riportare le considerazioni in calce al secondo dei post sul termodinamico (sono del 2009, ma ancora attuali) presentati nei link all’inizio di questo post:

Dai due esempi appena presentati, e senza volere entrare in discussioni particolarmente complesse, ritengo sia doveroso sviluppare alcune considerazioni su questa tecnologia, in particolare trovo sia importante contrapporre agli indubbi vantaggi in termini di emissioni inquinanti che tale soluzione comporta, quelli che sono i suoi limiti tecnici, in particolare bisogna tenere in considerazione che tali impianti, pur se soggetti a continui miglioramenti tecnologici, richiedono superfici libere estremamente elevate in rapporto alla produzione elettrica, pertanto non possono venire installati ovunque ed in presenza di attività che richiedano l’uso del terreno per altri fini, inoltre la possibilità di produrre in condizioni di assenza di insolazione è subordinata ad una produzione superiore all’immissione in rete, ovvero l’energia che l’impianto è in grado di accumulare è energia che è stata precedentemente prodotta ma non consumata, e pertanto la si può utilizzare in maniera differita.

Appare d’altra parte evidente che un impiego massiccio di tale tecnologia in sostituzione a tecnologie tradizionali appare piuttosto complesso e problematico, in quanto i consumi energetici risultano di ordini di grandezza estremamente differenti con la capacità produttiva di tale tecnologia, mentre la necessità di territorio diventa difficile da soddisfare a meno di disporre di superfici disabitate con condizioni di insolazione adeguate, condizione ovviamente non presente in maniera diffusa.

Tutto ciò vuole semplicemente stimolare i lettori a valutare con spirito critico ogni annuncio sensazionalistico sui temi energetici ed ambientali, in quanto ogni tecnologia e soluzione presenta pregi e difetti, e la loro applicazione richiede quindi sempre e comunque delle scelte di compromesso che ne rendano valido l’impiego.

Con questo anche per oggi è tutto, vi rinnovo l’appuntamento a lunedì prossimo con la rubrica Energia e Futuro, naturalmente sempre su AppuntiDigitali.

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