PC World solo digitale, la fine di un’era

PCWorld-logoPC World (USA) è una delle riviste simbolo della rivoluzione informatica e la decisione presa circa due settimane fa segna, definitivamente, la fine di un’era: dopo poco più di 30anni la testata non avrà più una versione stampata, concentrando tutte le risorse sull’edizione online. Cinque anni or sono (2008) la stessa sorte è toccata a PC Magazine che, oltre al comune settore di interesse, condivide con PC World il fatto di essere stata co-fondata da David Bunnell.

Si tratta chiaramente di un passo obbligato, visto che i lettori hanno da tempo fatto la propria scelta, così come gli inserzionisti. Basti pensare che le ultime copie cartacee della rivista hanno un numero di pagine pari a circa 1/4 di quelle degli anni scorsi e anche i profitti sono calati drasticamente, tanto da rendere la stampa non più remunerativa.

Il tutto si deve alla darwiniana evoluzione in chiave digitale delle riviste informatiche (e non solo). Infatti, se si escludono pochi nostalgici, perché qualcuno dovrebbe voler comprare e leggere una rivista di approfondimento informatico che viene realizzata con cadenza mensile, quando oggi esistono decine di portali che giornalmente ci tengono aggiornati? Chiaramente la risposta è scontata e le riviste stampate di settore sono ormai un prodotto obsoleto.

bytemagazineFatto sta che siamo ormai entrati in quella che viene definita la terza generazione dei magazine informatici, quelli legati all’era di Internet. La prima generazione è riconducibile a BYTE ed una serie di riviste meno note (Creative Computing, 80 Microcomputing e Compute), mentre la seconda generazione è, appunto, quella di PC World, Pc Magazine e soci.

Ma riscopriamo gli albori di PC World e PC Magazine.

Tutto ha origine agli inizi degli anni ’80 grazie al giovane imprenditore David Bunnell e alla sua attività di stesura di manuali tecnici.

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 David Bunnell ed un giovanissimo Bill Gates

In particolare, Bunnell scrive manuali per l’Altair 8800 e l’Osborne, rendendosi presto conto che i libri associati ad una specifico calcolatore vendono meglio di quelli generici:

“The revelation at Osborne was that you could sell more books if they applied to a specific machine–not just ‘How to Program in Basic,’ but ‘Basic for the Apple II.”

[La rivelazione arriva con l’Osborne che mi permise di vedere come si potevano vendere più libri se gli stessi erano legati ad una specifica macchina. Quindi non “come programmare in Basic”, bensì “Basic per l’Apple II.”]

Quando IBM presenta il PC (1981), Bunnell coglie l’opportunità di creare una rivista specifica: investe una discreta somma e crea una redazione di giovanissimi, pubblicando il primo numero nel 1982. Nasce così…. no, non nasce PC World, bensì PC Magazine!

Il magazine va a gonfie vele tanto che per il quarto numero la redazione stima di vendere oltre 150.000 copie, una tiratura impressionante che rende necessario cercare nuovi finanziatori per sostenere anticipatamente le relative spese. Così, Tony Gold, socio di maggioranza, si mette alla ricerca di un nuovo finanziatore, ed identifica in Ziff-Davis e IDG i migliori candidati. Bunnell e la redazione decidono di optare per IDG che ritengono più “calorosa”:

“Pat McGovern [IDG’s founder and chairman] flew out to meet us, and we liked him, whereas the Ziff-Davis people seemed to him aloof by comparison.”

[Pat McGovern, fondatore e presidente di IDG, è volato da noi per incontrare, e ci piaceva, al contrario le persone di Ziff-Davis sembravano decisamente più distaccate]

Ma nonostante l’accordo fosse stato chiuso venerdì 19 novembre del 1982, il lunedì successivo Bunnell trova in redazione non McGovern (o chi per esso) ma due dirigenti Ziff-Davis che lo informano che le cose sono cambiate e che Gold, dopo una nuova proposta a rialzo, ha ceduto il controllo di Pc Magazine alla propria società.

pcw1983staffLa cosa non va giù a McGovern, che decide di proporre a Bunnell e a Cheryl Woodard (socio del secondo) di creare una nuova rivista per competere con PC Magazine e lavare l’affronto. Bunnell e Woodard accettano di buon grado, essendo tutt’altro che entusiasti di dover lavorare per Ziff-Davis, e, insieme a McGovern, coniano il nome del nuovo magazine: nasce Pc World.

Per lanciare il nuovo progetto, i tre decidono di sfruttare il Comdex di Las Vegas che si sarebbe tenuto ad appena una settimana di distanza e lavorando ininterrottamente riescono a proporsi adeguatamente, soprattutto agli inserzionisti che comprano spazi per oltre 100 pagine.

Il fatto incredibile è che 48 dei 52 elementi dello staff di PC Magazine abbandona il giornale per abbracciare il nuovo progetto. Ciò impone però di lavorare incessantemente al fine di uscire presto con il primo numero e scongiurare che Ziff-Davis possa chiedere un ingiunzione del tribunale per presunta “copia” di PC Magazine, bloccandone l’uscita.

L’operazione riesce e il primo numero (marzo 1983) vanta ben 324 pagine contraddistinte dal logo verde della testata e dalla Cover Story scritta da Karl Koessel.

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La rivista ha una buona prospettiva, anche grazie alla linea editoriale scelta dal direttore Andrew Fluegelman che vuole andare oltre la tecnologia, raccontando come gli utenti possono sfruttare al meglio i computer per le proprie attività.

Nel 1984 (febbraio) la rivista viene affiancata da Mac World, specificamente ideato per gli utenti Mac.

Pc World attraversa molti eventi burrascosi della storia informatica come, ad esempio, la crisi del settore del 1985 e il suicidio di Fluegelman, adattandosi alle nuove aspettative degli utenti e alla nuova esigenza di acquistare non più (o non solo) i computer per passione, ma in funzione di una specifica esigenza di business.

Agli inizi degli anni ’90 il gap con PC Magazine viene definitivamente colmato, e le due riviste si confrontano testa a testa fino alla chiusura del mensile Ziff-Davis. Inoltre, PC World arriva a contare circa 60 versioni localizzate in altrettanti Paesi del mondo (Italia compresa).

In occasione del ventennale della sua fondazione, con grande orgoglio, Bunnell dichiara

“The PC was a great equalizer, just like the pistol in the Old West. True to its subject, this magazine was born in a spirit of rebellion and it will continue to cover disruptive new technologies, those that reshape our professional and private lives, for many anniversaries to come.”

[“Il PC è stato un grande equalizzatore, proprio come la pistola nel vecchio West. Questa rivista è nata con uno spirito di ribellione e continuerà a raccontare le nuove e dirompenti tecnologie, quelle che rimodellano la nostra vita, professionale e privata, per molti anniversari a venire.]

Tale dichiarazione, fatta nel 2003, è valida ancora oggi, con una differenza: il mezzo di diffusione non è più la carta stampata ma la grande Rete.

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Bunnell nel 2003

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