30anni Electronic Arts, il nuovo millennio

Terzo ed ultimo appuntamento con la storia di EA.

Il nuovo millennio

Il 2000 si apre con quello che sarebbe diventato poi un vero e proprio fenomeno di costume: The Sims, semplicemente il gioco PC più venduto di tutti i tempi.

 

The Sims

Inoltre le nuove sfide si chiamano XBox, Playstation 2 e GameCube.

Chiaramente EA non può ignorare nessuna delle tre piattaforme ed è costretta a dividere i propri sforzi su ognuna di esse, così come affermato da Frank Gibeau, Label President di EA:

“Our basic competitive advantage is that we can publish games across multiple platforms simultaneously in a cost effective way and in multiple languages and deploy it globally better and bigger than anybody else… you want to have as many platforms as possible out there to publish on.”

[Il nostro principale vantaggio competitivo è che possiamo pubblicare giochi cross-platfrom simultaneamente con costi contenuti, in più lingue e a livello globale…. [EA] disidera pubblicare i propri prodotti su quante più piattaforme possibile.]

Il nuovo millennio vede l’arrivo di nuovi titoli (brand in alcuni casi) che Electronic Arts lancia con grande successo: Burnout, Battlefield, Medal Of Honor e Dead Space, affincati da continue acquisizioni come Black Box Games (2002), il produttore di giochi da corsa Studio 33, NuFX (2003) e Criterion (2005).

Medal of Honor

Nel frattempo un nuovo fenomeno cattura l’interesse dei giocatori occasionali, soprattutto appartenenti al gentil sesso: i Casual Game. Si tratta di giochi caratterizzati da un regolamento molto semplice e da un utilizzo immediato senza particolare impegno. Electronic Arts approccia il nascente mercato con l’ormai consolidata prassi delle acquisizioni, facendo proprie Pogo.com (2001) e Jamdat Mobile (2005), poi rinominata in EA Mobile.

Nel 2007 Probst lascia il ruolo di CEO (ma non da presidente) in favore di John Riccitiello che si trova a gestire la delicata acquisizione di BioWare (2007), famosa per videogiochi di ruolo come Baldur’s Gate e Neverwinter Nights: Riccitiello è anche fautore della svolta del 2009 (novembre per l’esattezza) segnata dall’acquisizione Playfish, software house regina nel settore dei Casual Games con 150 milioni di giochi installati sui social network come Facebook, MySpace e iGoogle e 60 milioni di giocatori attivi con i vari Pet Society, Country Story, ecc..

L’operazione viene così commentata da Barry Cottle, senior vice president di EA Interactive:

“Il social gaming, con l’enfasi sugli amici e la community, sta crescendo in maniera considerevole, per cui è il momento giusto per investire in questo settore. Attraverso l’esperienza accumulata da Playfish, Electronic Arts sarà in grado di stabilire nuovi punti di riferimento nel settore del social entertainment”.

 

Pet Society

Nonostante tutti gli sforzi, EA non è però ancora riuscita (per fortuna?) a ritagliarsi il ruolo da leader nel settore di Casual Games, diventanti anche Social Casual Games. Lo stesso Riccitiello a maggio di quest’anno ha affermato che la compagnia è ancora indietro:

“Quando si parla di Facebook, noi siamo da considerare dei numeri due molto distanti dai competitor. Voglio dire, la concorrenza ci ha doppiato tre volte: le compagnie concentrate esclusivamente sui social games pensano alla loro attività come una sorta di analisi dei dati degli utenti. Non sono veramente nel business dell’entertainment. Penso che alla fine scompariranno. I consumatori vogliono essere intrattenuti, non essere trattati come dati”

Il CEO non è nuovo a critiche sull’operato della propria società, tanto da aver già affermato che Electronic Arts ha sbagliato completamente strategia con le software house acquisite in passato, non valorizzandole e disperdendone il potenziale:

“E’ stato un fallimento creativo, ma prometto che finché sarò presidente Bioware non farà la stessa fine degli altri”

Nel frattempo, nel mondo “non Casual” la nuova sfida di EA si chiama Spore, l’evolution gamaing creato dal geniale Will Wright, già autore di Sim City e The Sims. Spore arriva con deciso ritardo sul mercato (2008) e mette decisamete in cattiva luce lo stesso Riccitiello che rumors dell’ultima ora danno ormai in uscita in favore di Peter Moore, meglio conosciuto come mr. Xbox.

Spore

Will Wright

E mentre Wright guarda al futuro e parla del free-to-play:

“La gente ha così tanti dispositivi che portano in giro. Hanno tablet, smartphone, e a casa PC e Xbox. Penso che avere un gioco che sia accessibile su tutte queste piattaforme in qualunque momento sarà molto più attraente di qualcosa per cui devi andare a casa e giocare solo su PC o solo su iPhone”.

si conclude qui la nostra serie di post dedicati ad Electronic Arts e ringrazio quanti hanno arricchito gli stessi con commenti particolarmente interessanti e, a volte, nostalgici.

le dieci peggiori creature di Spore

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