Bushnell e i 40anni di Atari, la caduta di un impero (pt.2)

Continuiamo il nostro viaggio nella storia di Atari e del suo fondatore.

La caduta di un impero

Dopo il successo dell’Atari 400 e 800, Atari comincia a subire una serie di colpi alla propria leadership. Il nuovo 5200 SuperSystem (ottobre 1982) e il 1200XL (marzo 1983) non aggiungono miglioramenti significativi ai modelli precedenti e sono incompatibili con le relative cartucce, cosa che ne frena drasticamente la diffusione.

Inoltre, gli enormi investimenti sul gioco “E.T.” si trasformano in uno spreco di denaro senza precedenti, visto il flop dovuto alla scarsa qualità del risultato finale. Atari, inoltre, deve farsi carico di gestire le quasi 3.5 milioni di copie restituite, con una perdita di oltre 100milioni di dollari a fronte dei 25 incassati.

Atari ET

Neanche i successivi modelli, Atari 600XL (16KB, 199 dollari) e l’Atari 800XL (64KB, 299 dollari), rilasciati nel periodo natalizio del 1983 riescono a risollevare le sorti della società. Questa volta il problema non è la qualità dei prodotti, ma la loro scarsa disponibilità a fronte di una domanda decisamente alta, situazione questa che consegna al Commodore 64 il mercato degli home computer.

A questo punto Warner Communication è costretta a cedere la divisione “computer e console”, mentre quella “game” resta sotto il proprio controllo con il nome di Atari Games, almeno fino al 1986, dopodiché verrà ceduta e scomparirà definitivamente nel 2003.

Ad acquistare la divisione hardware è Jack Tramiel, che la trasforma in Atari Corporation con l’intenzione di renderla lla “nuova” Commodore, creando una nuova gamma di personal computer. Tale visione si concretizza nella linea Atari ST, dotati della CPU Motorola 68000 e del sistema operativo TOS, la cui GUI si aggiudica la palma di prima interfaccia a colori per personal computer.

 

  

Atari 520ST e TOS

Il mondo dei personal computer è però sempre più dominato da IBM e Atari Corp. decide di dedicarsi al settore “portatile”, introducendo la console Lynx (1989, progettata da Epyx) e Lynx 2 (1992), oltre al piccolo gioiello Atari Portfolio (progettato da DIP).

Portfolio

Tutti i tentativi sono purtroppo vani e, nel 1994, per far cassa, Atari Corp. vende quasi tutti i brevetti a Sega, mentre verrà definitivamente acquisita da Hasbro Interactive nel 1998 per 5milioni di dollari. La stessa Hasbro viene successivamente acquisita Infogrames SA, trasformando Atari Corp. prima in Infogrames Interactive SA e successivamente in Atari Interactive. La stessa Infogrames SA diventerà Atari SA e detiene tutt’ora i diritti sul marchio.

 

Il logo Atari Interactive

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