La marina USA dietro al ritrovamento del Titanic

Relitto del TitanicSu questo blog abbiamo spesso detto che il settore militare, a causa dei suoi ingenti investimenti in ricerca, è trainante per lo sviluppo tecnologico con cui poi noi veniamo a contatto dopo qualche tempo; che la cosa possa piacere o meno questa è una verità inconfutabile e con essa ci dobbiamo misurare ogni giorno, ma spesso questa verità prevarica anche le nostre più ferree convinzioni: ad esempio quando veniamo a scoprire che Robert Ballard, l’uomo che ha ritrovato il Titanic, ha avuto i fondi per la sua missione dalla marina statunitense per cercare due sottomarini dispersi e ha usato “il resto” per la sua passione.

Robert D. Ballard è un oceanografo esperto in ritrovamenti famoso appunto per aver ritrovato il relitto del Titanic, ma anche di navi da guerra come la Bismarck, la John F. Kennedy e la portaerei Yorktown. Della sua epica impresa del 1985 so praticamente tutto anche senza documentarmi in rete, poiché possiedo innumerevoli libri sulla storia del Titanic prima e dopo il suo affondamento, almeno due dei quali scritti proprio da Ballard. Quel che fino ad oggi non ci ha detto, perché coperto da segreto militare e solo recentemente declassificato, è che la sua impresa fu finanziata dalla marina USA principalmente per ritrovare due sottomarini scomparsi durante la guerra fredda, e soltanto in un secondo tempo, se fossero avanzati fondi, per dedicarsi alla sua passione.

Il sottomarino nucleare Thresher ebbe un problema tecnico nel 1963 e affondò senza controllo fino a implodere, mentre lo Scorpion – scomparso nel 1968 presumibilmente per via di un attacco sovietico – fu ritrovato in migliaia di pezzi e la colpa venne attribuita a un proprio missile fuori controllo. Inviati questi dati alla marina a Ballard rimasero solo 12 giorni per ritrovare il relitto del Titanic, cosa che poi effettivamente gli riuscì e che lo rese famoso. Però questo fatto toglie gran parte della poesia romantica che personalmente ho sempre attribuito alla storia: nella mia mente e in quella di tante persone ritrovare quel relitto era un atto dovuto per sanare una grande sconfitta della tecnologia dei primi del 1900, l’affondamento di una nave ritenuta – a torto – inaffondabile. Un peccato di superbia pagato a caro prezzo che ci ha tolto nel giro di una notte uno degli oggetti tecnologicamente più all’avanguardia del 1912.

Considerazioni personali a parte è sicuramente indubbio che il ruolo della marina è stato fondamentale: Ballard aveva ideato e costruito un sommergibile senza equipaggio per grandi profondità, ma senza l’apporto dei militari probabilmente non avrebbe mai potuto terminarlo e testarlo in una reale operazione. La lunga ombra dei finanziamenti militari si è portata via anche un pezzetto di storia che nessuno immaginava legasse con loro, ma ha comunque contribuito ad un avanzamento tecnologico nel settore dell’oceanografia.

(sempre a proposito del ruolo della marina, è di ieri la notizia che un robot automatico creato per trovare mine subacquee ha individuato durante dei test un relitto sconosciuto precedentemente. Il connubio è molto più forte di quel che si possa pensare anche dopo la lettura di questo articolo).

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