La parola all’esperto: rinnovabili, nucleare e inquinamento – 2

Come promesso, ecco la seconda parte (qui la prima) dell’intervista gentilmente concessaci da Armando Tarquini, esperto di valutazioni investimenti e ricerca finanziamenti per energia rinnovabile e risparmio energetico.

In questa seconda tranche di domande proseguiremo sul discorso energetico per sconfinare in alcuni temi caldi collegati. A nome della redazione di AD e dei lettori desidero ringraziare Armando per il tempo che ci ha dedicato.

Appunti Digitali Per raggiungere l’obiettivo della progressiva marginalizzazione delle centrali a olio e a carbone, quale ritieni sia la combinazione migliore fra le tecnologie oggi a disposizione?

Armando Tarquini Per i prossimi 10/15 anni temo che la marginalizzazione non possa avvenire: anche ricorrendo massicciamente al nucleare il tempo necessario per costruire una centrale è di circa 10 anni. Si pensa che a quella data il solare fotovoltaico e le biomasse (alghe, lignocellulosiche) possano essere competitive o addirittura meno costose del combustibile fossile

AD In Italia viviamo un’emergenza rifiuti di proporzioni ormai drammatiche. Superata in qualche modo la fase più acuta, in quale direzione ritieni si debba procedere per imboccare un percorso sostenibile sul lungo termine?

AT Come si fa in tutto il mondo (ed in buona parte dell’Italia): riciclaggio + termovalorizzazione + riduzione della produzione di spazzatura (meno imballaggi, più riutilizzazione dei contenitori, etc.)

AD Il trasporto privato incide significativamente sui livelli d’inquinamento atmosferico. Vedi – tendenzialmente – nella migrazione a modelli elettrici/ibridi una soluzione sostenibile in un futuro di medio/lungo termine o piuttosto una buona occasione che le case automobilistiche usano per propellere i cicli di rinnovamento del parco auto?

AT Entrambe: a Londra la congestion charge fa sì che la macchina più diffusa sia la Toyota Prius; penso che si debba sfruttare il mercato per promuovere la protezione dell’ambiente. Bisogna ormai accettare il fatto che l’automobile con motore a scoppio è nociva per l’ambiente e spingere verso la riduzione del suo uso. La tecnologia ibrida o elettrica, se sfrutta energia prodotta con fonti rinnovabili, potrebbe consentire il mantenimento della mobilità senza danneggiare l’ambiente.

AD A proposito della Toyota Prius, qualche anno fa circolava un’inchiesta secondo la quale, nell’intero ciclo di vita (produzione-uso-smaltimento) una Prius richiederebbe più energia di una Hummer. Lo studio, parzialmente smentito in seguito, mette in evidenza un tema significativo: la sostenibilità delle tecnologie alternative di propulsione. Qual è la tua opinione in merito?

AT Non conosco il caso specifico, tuttavia è vero che in qualche caso c’è un problema, credo che la manifattura dei pannelli in silicio policristallino richieda in energia l’equivalente di 5/6 anni della produzione che genereranno; le biomasse statunitensi (mais) consumano più energia di quanta ne producano. Però ci sono casi in cui questo non avviene; per la mobilità in particolare c’è comunque da dire che l’inquinamento nelle città è particolarmente dannoso, e non credo che la Prius sia costruita nel centro di Tokio.

AD Cosa pensi del CO2 come parametro europeo di misurazione dell’inquinamento atmosferico?

AT La CO2 non è sufficiente, il danno peggiore alla salute dell’uomo lo fanno le polveri sottili. Bisogna prendere come riferimento tutti gli inquinanti.

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