Ora legale: buona idea o uno stress inutile?

Domenica scorsa, in tutta Europa, si è ritornati all'”ora solare”, ovvero l’orario dei nostri orologi coincide di nuovo con l’ora corrispondente al fuso orario terrestre. La pratica convenzionale di spostare le lancette dell’orologio in Primavera, per guadagnare un’ora di luce serale, è un’abitudine relativamente recente, implementata atorno alla prima guerra mondiale. Non tutte le nazioni al mondo seguono questa tecnica, e la data scelta per cambiare le lancette non è la stessa dappertutto. In Europa, la Russia, l’Islanda e la Bielorussia, per esempio, non applicano mai l’ora legale. Gli Stati Uniti, invece, la applicano ma con una settimana di differenza rispetto all’Europa. Ma come nasce questa tradizione e perché?

Il primo a pensare ai benefici dell’ora legale (che in inglese si chiama “Daylight Saving Time”, dando maggiormente l’idea del suo scopo: sfruttare al massimo la luce diurna) è stato il famoso Benjamin Franklin, durante un suo soggiorno a Parigi. Una mattina, Franklin racconta, si è svegliato alle sei del mattino, osservando che il Sole era già sorto. Ha quindi realizzato quanto si poteva risparmiare spostando la propria vita di un’ora, cominciando la propria attività lavorativa in anticipo, e andando a dormire prima, senza dover usare lanterne ad olio o altri mezzi di illuminazione artificiale. Sebbene Franklin si rendesse conto dei vantaggi portati da questa convenzione, come ricorda il suo proverbio  “Early to bed, and early to rise, makes a man healthy, wealthy and wise”, non gli era chiaro come implementarla praticamente. Questo anche perché nell’ottocento non è che si andava in giro con degli orari ben precisi e che gli uffici seguivano l’orario 9-17. Ha però pensato di proporre la pratica di svegliarsi prima e di sfruttare meglio la giornata. Nel tempo altri scienziati e pensatori hanno osservato i vantaggi di svegliarsi prima per sfruttare al meglio la luce del giorno, ma non è che a partire dal 30 Aprile 1915 che la Germania e gli altri stati alleati con essa hanno deciso di applicare in modo concreto l’ora legale, al fine di ottimizzare l’uso di carbone durante il periodo di guerra. Non ci è voluto molto perché anche gli altri paesi europei e oltreoceano seguissero questo esempio.

Ma i vantaggi previsti da Frenklin sono ancora validi ai giorni nostri?

Da un punto di vista energetico, la conclusione è molto controversa. Il principale risparmio energetico lo si ha nell’uso domestico, poiché si va a dormire prima. D’altro canto l’elettricità domestica non rappresenta qualche percento dell’energia totale usata dai paesi. Se da un lato è vero che si spengono le luci prima, uno studio del National Bureau of Economic Research, negli stati uniti, mette in luce che in realtà si aumenta l’uso di aria condizionata, facendo perdere ogni vantaggio. Infatti con l’ora legale si va a casa dal lavoro un’ora prima, accendendo quindi l’aria condizionata per rinfrescarsi (o almeno questo succede negli Stati Uniti).

Questo vuol dire che il risparmio è veramente molto risicato, e per molti non è sufficiente per giustificare i disagi che questo cambio d’orario porta. Una cosa, per esempio, a cui io personalmente non avevo mai pensato sono i disagi che subiscono gli agricoltori. Mi è capitato recentemente di parlare con una signora che vive unicamente dalla vendita del latte delle sue mucche e che produce la maggior parte delle cose che mangia. Per lei il cambio dell’ora, il passaggio all’ora “estiva” è una grande seccatura, perché in realtà le mucche e le piante non sono interessate alle nostre convenzioni, e i cicli vitali continuano seguendo l’ora solare. In contrapposizione a questo svantaggio, però, si osserva come l società moderna tragga invece un vantaggio economico dall’ora legale. Infatti stastistiche alla mano risulta che le persone facciano più sport la sera prima di tornare a casa dopo il lavoro (questo ha anche conseguenze positive sulla salute), facciano più shopping e in generale allunghino la propria vita sociale. A fronte dei disagi per chi lavora nel settore primario della produzione agricola, abbiamo quindi un netto vantaggio nel settore terziario e dei servizi.

Se da un lato fare più sport porta a un miglioramento della propria salute, molti ritengono che il cambio dell’ora abbia conseguenze negative sulla nostra salute. Sembra infatti che il cambio dell’ora possa causare diversi problemi nel ciclo di veglia e sonno delle persone, anche con conseguenze gravi, come stress, depressione e addirittura un aumento degli infarti. L’idea è simile al ben noto jet lag: quando ci spostiamo in un diverso fuso orario il nostro corpo è sballato e ci vuole del tempo per abituarci ad un nuovo ritmo di sonno e in generale ad un nuovo orario biologico. La differenza tra il normale jet-lag e l’ora legale, è che quando ci spostiamo in un nuovo fuso orario abbiamo dei punti di riferimento della società che vediamo attorno a noi per abituarci al nuovo ritmo, mentre i detrattori dell’ora legale sostengono che in questo caso il nostro corpo fa più difficoltà ad abituarsi al nuovo ritmo.

Tra la lista dei pro, però, dobbiamo aggiungere che durante il periodo dell’ora legale si osserva una sostanziale diminuzione di incidenti stradali, tanto da proposse un Single/Double Summer Time (SDST), ovvero una doppia ora legale: un’ora di anticipo rispetto al sole in inverno, e due ore di anticipo in estate.

Il tutto è condito, come si può immaginare, da una buona dose di complessità. Infatti è molto difficile in un mondo globalizzato come quello in cui viviamo tenere conto di tutte queste convenzioni, spesso diverse in paesi diversi, già complicate dai molteplici fusi orari. Ci ricordiamo infatti delle differenze d’orario con gli Stati Uniti, ma a queste differenze dobbiamo aggiungere le convenzioni di ora legale, che non sempre capitano nella stessa settimana. Nei giorni passati, per esempio, noi siamo già tornati all’ora solare, mentre gli americano erano ancora nell’ora legale, che è finita solo questa Domenica. Alle solite 6-7-8 ore di differenza, quindi, dobbiamo aggiungere un’ulteriore ora di sfasamento, che però da lunedì non c’è più.

Inoltre non dimentichiamoci che nel mondo moderno non sentire la sveglia (o avere la sveglia indietro di un’ora) può causre gravi problemi, per cui è veramente importante che gli orologi rimangano tutti sincronizzati. Non molti di noi si appoggiano più unicamente ad orologi meccanici, affidandosi invece a orologi digitali integrati nei nostri cellulari o computer. Questi ultimi si aggiornano automaticamente all’ora esatta, ma spesso la nostra fiducia è mal riposta…

Insomma, quale sarà la scelta finale? Annullare l’ora legale? Annullare del tutto l’ora solare e mantenere sempre l’ora legale? In questo modo ne potremmo conservare i vantaggi eliminando la maggior parte degli svantaggi legati al cambio dell’ora. O passare alla “doppia ora legale”?

Di certo, secondo me sta diventando chiaro come anche la definizione del tempo sia ormai una pura convenzione sociale.

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