Sistema Elettrico Nazionale – Risparmio Elettrico nel Settore Agricolo

Dopo avere parlato lungamente di consumi di energia elettrica nei vari settori del Sistema Elettrico Nazionale, svolgendo una sorta di “diagnosi” della situazione attuale, quest’oggi iniziamo a parlare di risparmio energetico, limitatamente all’energia elettrica, per i vari settori precedentemente esaminati.

DISTRIBUZIONE DEI CONSUMI – RICHIAMI

Avendo lungamente trattato il tema dei consumi elettrici nelle serie di post sul Sistema Elettrico Nazionale, è importante richiamare alcuni dati fondamentali per meglio inquadrare, dopo avere discusso del problema, le soluzioni ad esso applicabili.

I consumi complessivi presentavano una distribuzione al 2009 (sostanzialmente invariata anche nel 2010) dei consumi ripartita secondo il seguente diagramma, già esposto in questo post:

Dovendo discutere del contenimento dei consumi nei vari settori, iniziamo dal “primo della lista”, ovvero il Settore Agricolo, del quale non è stata svolta finora una trattazione separata.

RISPARMIO NEL SETTORE AGRICOLO

I consumi elettrici del settore agricolo non sono stati trattati separatamente in quanto particolarmente esigui e privi di voci secondarie da analizzare, ma ciò non esclude che una breve valutazione degli stessi possa qui venire svolta.

Per comprendere la tipologia di tali consumi si deve provare ad immaginare le attività che vengono svolte e successivamente individuare quelle che richiedono energia elettrica.

Di tutte le attività svolte in tale settore ne sono evidenti diverse che richiedono energia meccanica ma non elettrica, una delle quali  è l’attività di aratura, mentre per certe tipologie di prodotti agricoli viene in mente la mietitura, anch’essa con richiesta di energia meccanica, mentre l’irrigazione appare chiaramente come un’attività che necessita di energia elettrica.

Anche l’illuminazione degli edifici utilizzati per il deposito e la lavorazione dei prodotti richiede energia elettrica, così come alcune lavorazioni dei prodotti del campo (ad esempio la lavorazione della vite) richiedono macchinari alimentati con energia elettrica.

Il possibile contenimento di tali consumi richiede essenzialmente il miglioramento dei dispositivi utilizzati, anche se in generale la loro semplicità di funzionamento non permette grandi interventi migliorativi, in quanto il loro effetto utile è strettamente correlato alle caratteristiche di potenza dello stesso.

In alcuni casi si può essere in presenza di dispositivi che operano il riscaldamento di fluidi od edifici di tipo elettrico, ed in questo caso può essere adottata una soluzione che preveda l’impiego di una caldaia al posto dei dispositivi elettrici, con un conseguente risparmio di energia elettrica, ma da un punto di vista del bilancio complessivo delle risorse energetiche bisogna considerare il consumo di combustibile che diviene così presente.

Miglioramenti nei consumi dell’irrigazione possono essere ottenuti mediante progettazione degli impianti basata non sul concetto del “arriva l’acqua a tutte le piante e se non arriva aumento la potenza della pompa” bensì sul concetto dell’impianto bilanciato, ovvero un impianto che utilizza delle condotte costituite come delle maglie opportunamente dimensionate, mediante le quali è possibile ottenere valori di pressione lungo le condotte il più possibile omogenee e pertanto garantendo un adeguato livello di pressione in corrispondenza di ogni erogatore (per impianti con irrigatori) oppure di ogni singolo tratto forato (per impianti a goccia).

Tale metodo realizzativo ovviamente richiede delle competenze e dei costi superiori in quanto richiede un maggiore impiego di condotte, ma permette di utilizzare una pompa di potenza inferiore e di ottenere un primo risparmio sul costo di acquisto della stessa e successivamente un risparmio sui consumi elettrici.

Con questo primo post sul risparmio energetico elettrico è tutto, vi rinnovo l’appuntamento alla prossima settimana per continuare a parlare di risparmio relativamente al Settore Industriale, sempre su AppuntiDigitali, sempre con la rubrica Energia e Futuro.

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