La crisi di Symbian: il punto di vista di uno sviluppatore

Pubblichiamo un guest post di Antonio Barba

I fatti parlano chiaro: Nokia sta perdendo notevoli quote di mercato, mentre Apple avanza, Google galoppa e RIM rosicchia la fascia alta del mercato. Microsoft per il momento sta ancora scaldando le gomme.

Sto parlando chiaramente della diffusione dei rispettivi sistemi operativi in ambito mobile. In tutto questo non si sa che fine abbia fatto WebOS di Palm, ai tempi dominatore assoluto del mercato PDA con il famosissimo e apprezzato PalmOS. Probabilmente farà capolino su qualche stampante multifunzione HP (se n’è parlato qui).

Da un lato, questo fenomeno può trovare numerose spiegazioni tecniche, di marketing, economiche, che sono state più volte discusse e sono sotto gli occhi di tutti. Dall’altro lato ci sono delle ragioni meno visibili, ma altrettanto importanti, che contribuiscono notevolmente a ripartire i pesi su questa bilancia a 4 piatti.

Una di queste ragioni va ricercata nelle tanto discusse applicazioni, la seconda la troviamo nei tanto sottovalutati videogame.

Apple e Google offrono una partnership a basso costo (su base annua per Apple, una tantum per Google), con la quale è possibile sviluppare e pubblicare gratuitamente le proprie applicazioni e videogame.

La procedura standard di Nokia (descritta qui), fino a poco tempo fa, richiedeva la sottoscrizione di un Publisher ID, al costo di $200 l’anno, a cui si aggiunge una somma di circa $15 per le applicazioni che richiedono il certificato “Express Signed”, mentre le applicazioni che accedono a servizi avanzati del sistema operativo devono essere “Certified Signed” con un costo di circa $200.

A questo aggiungiamo che il Publisher ID può essere richiesto soltanto da aziende, e non da sviluppatori privati.

Va da se che lo smanettone non è incoraggiato a sviluppare per Symbian, soprattutto se ha in mente di pubblicare programmi e giochi gratuiti.
Da notare che i grossi numeri registrati dall’AppStore e dall’Android Market dipendono in larga parte da programmini molto semplici, realizzati da singoli individui, senza nessun controllo di qualità.

Recentemente, dopo l’introduzione del nuovo framework basato su piattaforma Qt, Nokia ha dato un taglio alle spese, garantendo una partnership al prezzo simbolico di 1 Euro, e offrendo gratuitamente la certificazione “Express Signed”. Restano tuttavia inalterate le procedure per quelle applicazioni che richiedono l’accesso a specifiche funzioni del sistema operativo, come programmi VoIP, VPN, Firewall, ecc… (vedi qui)

Tutto ciò è avvenuto quando ormai l’App Store vantava ormai più di 50.000 applicazioni e giochi gratuiti, e l’Ovi Store prendeva la polvere con i suoi pochi programmi a pagamento mentre di gratuito c’erano solo le demo.

Un’ulteriore spina nel fianco per gli sviluppatori di videogame, è il supporto problematico a dispositivi via via“meno potenti” di quelli della generazione precedente.
Ad esempio, una domanda che vorrei tanto fare ai nostri amici finlandesi: perché “togliere” l’accelerazione Hardware dalla fascia alta, dopo il boom che ebbe l’azzeccatissimo N95?

Fare un videogioco per N97 significa dover disegnare un numero di pixel 3 volte maggiore rispetto all’N95 (203.400 pixel, contro 76.800), ma con una CPU più veloce soltanto del 30% (ARM11 434 Mhz, contro ARM11 333MHz) e senza alcuna accelerazione 3D.

Un passo indietro notevole.

Chi oggi vuole sviluppare un videogame per dispositivi portatili, punta direttamente su Apple iOS per 3 motivi fondamentali:

  • Hardware 3D di serie su tutti i dispositivi
  • Procedure burocratiche più snelle ed economiche
  • Pubblico con una propensione alla spesa mediamente superiore rispetto all’utente Nokia (non esiste il concetto di fascia basse negli smartphone della mela)

Con Android, se guardiamo alla fascia alta dei dispositivi dotati di hardware 3D, la situazione è del tutto simile.

L’idea che mi sono fatto è che l’utente, attratto dalla grande disponibilità di titoli, molti dei quali gratuiti, spinge naturalmente in direzione Apple o Google.
Questo crea un circolo virtuoso per loro, e vizioso per Nokia.

In tutto questo Research In Motion si è ritagliata una nicchia di “smartphone per gente seria”, costruendo attorno al suo BlackBerry l’immagine del prodotto professionale, per chi lavora e non ha tempo di gingillarsi con i giochini. Sebbene l’immagine non rispecchi del tutto la realtà (molti uomini d’affari preferiscono altri prodotti più versatili), quella di RIM è una precisa, e vincente, scelta.

La casa di Espoo invece non si capisce dove voglia puntare: i terminali della serie E, che dovrebbero fare concorrenza ai BlackBerry, sono uguali (nome e tastiera a parte) a quelli della serie N, che dovrebbero concorrere con l’iPhone. Mille milioni di dispositivi diversi, che confondono l’acquirente con “troppa scelta”.

Nokia ha capito troppo tardi l’errore, e sta cercando di metterci una pezza con 4 diverse strategie:

  • Reintroducendo l’hardware 3D nell’attuale serie di dispositivi (generazione N8, per intenderci), per contrastare Apple sul campo videoludico
  • Cambiando il framework di sviluppo sul più moderno e flessibile Qt, per semplificare la vita degli sviluppatori
  • Aprendo le porte agli sviluppatori individuali, per poter fare la gara con Google e Apple a chi ha lo store più grosso
  • Alleandosi con Microsoft per fornire i servizi Office e Sharepoint, per insidiare il primato di RIM nel segmento Business

Ammesso che riescano a fare un miracolo a base di marketing e ipnosi in stile Jobsiano, riusciranno a rigirare la frittata a loro favore?

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