Novell, una storia lunga 30anni – seconda parte

Continuiamo a ripercorrere la storia di Novell, con questo secondo post dedicato alla sua espansione in settori diversi da quello del Networking.

Novell, il DOS e WordPerfect

Nel 1991 Novell è ormai un colosso a cui la definizione di “LAN Company” comincia a stare stretta e Noorda decide di entrare nel morente mercato del DOS, con una decisione che ancora oggi è motivo di discussione. Gli analisti hanno sempre pensato che Novell volesse rendersi indipendente da Microsoft e fornire una soluzione “chiavi in man” con NetWare ed un (Novell) DOS compatibile al 100% con quello della casa di Redmond.

In realtà, nonostante questa sia quasi certamente la motivazione, a dare a Noorda l’dea fu un piccolo programmatore DOS, Marc Perkel, che cercava in ogni modo di resistere al trend di abbracciare il mondo Windows.

Marc Perkel

Perkel non era legato in nessun modo a Novell, ma vedeva in essa l’unica versa software house in grado di opporsi alla sempre maggiore influenza di Microsoft. Per chi fosse interessato ad approfondire la questione, suggerisco il link http://www.ctyme.com/dri.htm che racconta l’intero aneddoto e dove è possibile leggere anche il piano di sviluppo proposto da Perkel per quello che definì NOVOS.

Perkel, comunque, non ebbe alcun ruolo in Novell, la quale, invece, decide di entrare nel settore acquisendo Digital Research ed iniziando lo sviluppo del Novell(DR) DOS 7. In attesa della nuova versione, la società di Provo propone un Novell DOS 6 (identico al DR DOS 6) con in bundle NetWare Lite.

NetWare Lite e DR DOS 6

La scelta, però, di allontanarsi dal proprio Core Business, segna l’inizio di una serie di operazioni particolarmente rischiose che metteranno la società in serie difficoltà.

L’entra nel settore dei sistemi operativi desktop, in particolare quelli DOS-based,  non si rileva affatto semplice e Novell riesce a rilasciare il Novell DOS 7 solo dopo due anni (terzo trimestre del 1993) dall’acquisizione di Digital Research, in forte ritardo rispetto a quanto programmato. Quel che è peggio, però, è che la nuova versione è lenta e piena di bug, rendendo vane sia le innovazioni introdotte che la presenza di Personal NetWare, pensato per caratterizzarlo come OS per le piccole e medie aziende. Un’ulteriore mancanza del DOS made in Provo è la completa assenza di una shell grafica, frutto della decisione di Novell di abbandonare lo sviluppo di ViewMAX/3 (ripreso poi da Caldera), successore di ViewMAX/2 presente nel DR-DOS 6.

ViewMAX/3 (by Caldera)

La scelta, in realtà, segue l’accordo tra Novell ed Apple per creare una GUI (codename: Star Trek) Mac-like per sistemi x86 da integrare con le future versioni del DOS Novell. Il progetto però non venne mai completato e l’accordo tra le due società venne meno, per molteplici ragioni, nel 1993.

Come se tutto ciò non bastasse, la soluzione Novell è incompatibile con quella Microsoft (DOS 6.2x con workgroup add-on), che garantisce il supporto alle reti basate su Windows per Workgroup, OS/2 e Windows NT.

MS DOS Workgroup Add-On

E qui si apre un altro fronte che Novell sottovaluta: l’avanzata di Windows NT ed ritardo nel supporto al TCP/IP da parte di NetWare, che continua a puntare sul protocollo proprietario IPX/SPX (derivato direttamente dallo Xerox Network Services – XNS), snobbando quasi completamente il protocollo di Internet fino alla versione 5, rilasciata addirittura nel 1998. Ad essere precisi, le versioni 3.x e 4.x di NetWare disponeva di un supporto al TCP/IP, ma questo era fortemente limitato ed inefficiente.

Questo enorme ritardo stravolge completamente il panorama dei sistemi di rete che vede in Windows NT (3.5 e l’atteso 4.0) e in Linux i nuovi protagonisti, relegando Novell ad una quota non superiore al 10%.

Sempre in ambito desktop, Novell è inoltre interessata anche al fronte Unix e nel 1993 rileva da AT&T gli Unix System Laboratories (USL) e tutti i marchi relativi a Unix System V, dopo che, precedentemente, aveva dato vita ad una partnership con la stessa AT&T (denominata Univel), finalizzata allo sviluppo di Destiny (UnixWare), una versione Unix per Desktop.

A cavallo del 1995/1996 Novell, però, non può far altro che accettare l’insuccesso della propria tattica relativa si sistemi operativi desktop, cedendo UnixWare a SCO (1995) e l’intero asset derivato da Digital Research a Caldera (1996). L’accordo con SCO, successivamente, causerà non pochi problemi a Novell coinvolgendola in una serie di azioni legali per la proprietà dei codici sorgenti e dei marchi attinenti a UNIX.

Santa Cruz Operation

Ad essere contesi sono i diritti relativi a Unix System V che Novell afferma di non aver mai ceduto a SCO insieme a UnixWare, tesi poi avvallata dal giudice federale Kimball che, a novembre del 2008, darà ragione a Novell condannando SCO a pagare 2.5 milioni di dollari derivati dall’uso improprio di marchi e prodotti appartenenti a Novell.

Nella strategia di espansione, la società si trovava a gestire un’altra patata bollente: infatti nel 1994 acquisisce WordPerfect Corporation (per 885 milioni di dollari), Quattro Pro (da Borland, per 145 milioni di dollari) e la licenza per vendere il database Paradox (sempre da Borland, per 35 milioni di dollari).

WordPerfect 6.1

La scelta di farsi strada nel settore delle suite office, proponendo il concetto di “network applications”, non è però gradita dal consiglio di amministrazione che costringe Noorda a dimettersi. Ovviamente dietro le dimissioni c’è anche il mal contento relativo al cattivo affare “DR DOS” e alla costante perdita di quote di mercato nel settore Networking.

A guidare la società viene chiamato Bob Frankenberg, proveniente da una 25ennale esperienza in HP, a cui viene affidato il compito di cedere le precedenti acquisizioni di Noorda.

Nel frattempo il nuovo CEO presenta, comunque, a dicembre del 1994, Novell Perfect Office 3.0 (il numero di versione viene scelto tenendo come riferimento la versione di Microsoft Office, ma stranamente Novell resta una release indietro, nonostante MS Office 4.0 venga rilasciato ad inizio di gennaio del 1994), visto il suo stadio finale di sviluppo. Il pacchetto è fortemente incentrato su GroupWise, il software di network collaboration di Novell, mentre i software principali sono grosso modo identici alle versioni esistenti all’atto delle relative acquisizioni.

Novell Perfect Office – WordPerfect

Perfect Office si rileva un completo disastro che assorbe molte delle risorse finanziare di Novell, accelerando così la ricerca di un acquirente. Frankenberg riceve una proposta da Corel che a febbraio del 1996 (a meno di 2 anni dall’intera serie di acquisizione dei vari prodotti) acquista l’intero pacchetto ad “appena” 115 milioni di dollari cash e altri 70 milioni in 5 anni. In realtà l’accordo frutta a Novell anche un posto nel consiglio di amministrazione di Corel e la sua partecipazione al pacchetto azionario.

Con un saldo negativo di quasi 600 milioni sul brand WordPerfect e la svendita di quello relativo a Digital Research e a UnixWare, non è difficile comprendere le ragioni che spingono il consiglio di amministrazioni a chiedere le dimissioni di Frankenberg, aprendo così le porte a Joe Marengi (1996), che gestisce una prima fase di transizione, e poi ad Eric Shmidt (1997), artefice di una nuova strategia di rilancio focalizzata nel riposizionare il core business di Novell nel settore Networking.

Con questo si conclude il secondo post dedicato a Novell e ci aggiorniamo alla prossima settimana per la conclusione della storia.

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