Windows e ARM finalmente assieme: e adesso?

Con l’avvento del mobile, l’intero mondo tecnologico sta trovando strade alternative rispetto agli equilibri consolidati nell’epoca del PC. La stessa tenuta del legame Microsoft – Intel è stata posta in discussione dai recenti sviluppi dello scenario tecnologico.

Al CES 2011 la divaricazione è divenuta insanabile: x86 non è più l’architettura esclusiva per le prossime versioni di Windows. La strategia di Ballmer (qui il video del keynote), seppur sensata in ottica mobile, manca tuttavia di fugare dubbi circa gli scenari futuri, particolarmente in merito alla frammentazione dell’ecosistema software che risulterà dalla transizione e alla visione complessiva del colosso di Redmond del mercato mobile.

Partiamo dal primo punto. Nella dimostrazione del CES abbiamo osservato il kernel del nuovo Windows (sotto la pelle di 7), girare su architettura ARM ed x86.

Ma in che modo verrà gestita la convivenza? Ciascuna architettura rimarrà a presidiare una serie di prodotti (x86 per i classici PC, ARM per tablet, subnotebook etc.?) o piuttosto le vedremo affiancate all’interno di dispositivi della stessa categoria?

In questo secondo caso, come sarà evitata la frammentazione del gigantesco ecosistema software Windows? E in particolare del già caotico mondo dei driver di periferica? Si richiederà agli sviluppatori di offrire due versioni delle loro applicazioni, magari impacchettate in un unico contenitore, stile universal binary?

Ma anche in questo caso, in che modo verrà assicurata una uniformità di performance e funzionalità su architetture così differenti in quanto a prestazioni pure?

Per queste ragioni Microsoft potrebbe decidere di evitare lo scenario della sovrapposizione, optando per una spartizione del territorio. Il che rappresenterebbe comunque un azzardo: da anni Intel impiega tutte le sue energie a contrastare ARM sul campo dei processori energy efficient e se non un sorpasso, potremmo presto osservare un buon avvicinamento. Ora che ha “infilato il piede nell’altra scarpa”, quanto tempo avrà invece Ballmer per decidere quale strategia adottare e di conseguenza in che direzione “sterzare” il suo colossale ecosistema software?

Passiamo al secondo ordine di problemi, che concerne la visione complessiva del mercato mobile che Microsoft ha sviluppato. Nella demo del CES, Michael Angiulo (Corporate VP Windows Planning) e Ballmer sono stati molto fieri di dimostrare nient’altro che la cara vecchia accoppiata Windows + Office al lavoro sulla nuova architettura, con tanto di pacche sulle spalle per complimentarsi del funzionamento dei driver della stampante USB.

Se il CEO di ARM si dichiara poco interessato al mercato PC, la demo di Microsoft non fuga il dubbio che Ballmer continui a vedere i dispositivi mobile come versione in scala ridotta dei PC. Il che mal si concilia con il solco tracciato da Apple e Google e con la stessa ispirazione di Windows Phone 7, un prodotto interessante perché semplice ed immediato, libero da ogni vincolo di retrocompatibilità e dotato di una UI innovativa.

Il che ci conduce ad un’ultima, molto auspicabile prospettiva: che Microsoft stia estendendo ad ARM il nucleo dell’OS al fine di agevolare la trasportabilità delle applicazioni attraverso una gamma estremamente eterogenea di dispositivi. A differenziare i quali saranno delle UI volta per volta adeguate al formato: dal classico tastiera+mouse fino allo spettacolare Surface 2, passando per smartphone, sub-notebook, tablet.

Uno scenario del genere, magari accompagnato da una divisione verticale dei dispositivi in base al mercato di riferimento (consumer, business, con Intel magari a farla da padrona su quest’ultimo segmento) aiuterebbe la coesistenza delle due architetture senza rendere ulteriormente caotico il parco hardware Windows.

Rimane però l’incognita del tablet, un dispositivo-cerniera fra PC e smartphone, sul quale proprio al CES 2010 Ballmer mostrava di avere una visione molto chiara (un PC in miniatura, Windows 7 + x86), ma che nel 2011 sembra sparito dai piani dell’azienda.

Se la transizione di questi giorni dovesse, come spero, favorire l’inserimento di questa classe di dispositivi in una griglia di prodotti credibile e coerente, rimarrebbe solo da capire da quale/i UI sarà accompagnata. Un dettaglio di non poco conto per il successo dell’azienda in un segmento di enorme importanza strategica, su cui Ballmer non può più permettersi la minima esitazione.

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